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PROFUGOPOLI

Frammenti dall’ultimo libro di Mario Giordano.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Giovedì, 30 Giugno 2016 - Ore 23:15
[Estratto da pagine 87 e 88.]
 
Da Pescara a Paestum: il Grand Tour del sussidio ministeriale
Da Goethe a D’Annunzio: se si scende lungo la Penisola, fra gli splendori d’Italia, nei nostri borghi meravigliosi, nel cuore del Paese che in ogni angolo rivela tesori e sprazzi di cultura, si riscontra dappertutto una difficoltà a gestire le nostre ricchezze. A valorizzarle. A conservarle. E a farle rendere. Per forza: è assai più facile mettersi in coda, davanti agli uffici dello Stato. Il nuovo sussidio si chiama profugo.
Prendete la provincia di Pescara: non avrebbe forse tutto quello che serve per sviluppare la propria vocazione turistica? Cultura, storia, arte, gastronomia. Però alcuni hotel, negli ultimi due anni, hanno cominciato ad accogliere richiedenti asilo: l’Holiday, proprio sul lungomare, partecipa e vince una gara da 325.800 euro nel marzo 2014, il residence New Edil di Roseto degli Abruzzi fa man bassa sia nel 2014 (vince con la Fondazione Caritas un bando da 579.443 euro) sia nel 2015 (si aggiudica 50 posti). Risultato? Gli stranieri in provincia salgono a quota 400. Su Internet cominciano a girare video di risse notturne, Pescara trasformata in bivacco, proteste e tensioni. E in settembre gli albergatori della costa compaiono in Tv per lamentarsi: durante l’estate abbiamo avuto un calo di presenze del 30 per cento. Ma va?
 
NOTA BENE
Roseto degli Abruzzi non è in provincia di Pescara, bensì di Teramo. Lo specifico perché l’autore, parlando della categoria dei giornalisti durante la presentazione del libro a Roseto degli Abruzzi, ci andò giù pesante ricordando alcuni suoi colleghi (in particolare una, oggi famosa grazie alla cucina) e i loro memorabili strafalcioni.
Luca Maggitti
 
 
[Estratto da pagine 126 e 127.]
 
Così finisce il centro dei profughi. Che poi, a dirla tutta, non sono nemmeno profughi. All’11 agosto 2015, quando i presenti nel Cara di Mineo erano ancora 3.168 (si sono ridotti a 2.000 nei mesi successivi), lo sapete quanti erano i siriani? Zero. E gli iracheni? Zero. E gli eritrei? Tre. Praticamente gli unici veri profughi, cioè in fuga da una guerra. E gli altri ospiti? Perlopiù senegalesi (320) o nigeriani (685), persone scappate dal Gambia (510) o dal Mali (402), che quindi alla fine difficilmente avranno riconosciuto lo status di rifugiato. E allora perché sono nel centro? Ovvio: perché aspettano le risposte dall’apposita commissione ministeriale che deve prendere la decisione. E qui casca l’asino: per legge, infatti, la risposta dovrebbe arrivare in trenta giorni. E invece, in media, non arriva prima di quindici mesi, certe volte ci mette anche due anni. Così le liste dei «richiedenti asilo» si allungano, il centro si riempie, le cooperative ci guadagnano...

 
Mario Giordano
PROFUGOPOLI
Quelli che si riempiono le tasche con il BUSINESS degli IMMIGRATI.
Mondadori, 2016 – Euro 18,50.

 
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