Il Viaggiatore Cristiano
CAMPIONATO E COPPA: TUTTO PER TORINO, L’ALMA MATER.

Cristiano Masper e gli appunti on the road di un giocatore curioso.

Torino
Martedì, 20 Aprile 2010 - Ore 10:30
Qualsiasi giocatore di qualsiasi sport si presuppone sia animato da uno spirito competitivo che è essenzialmente la benzina utile al raggiungimento di un traguardo che, questo è il bello, non sappiamo dove sta e nemmeno se realmente lo si possa raggiungere.

E\' curioso pensare che possano esistere giocatori al mondo che spendono anni della loro vita alla ricerca di un trofeo, anche minimo, e mai riescano ad ottenerlo.

A tal proposito quando se ne ha l\'occasione entra in gioco una determinazione che ci catapulta in una dimensione che solo chi pratica un\'attività agonistica può comprendere, fatta di scariche di adrenalina indescrivibili che talvolta ci fanno superare dei limiti che credevamo irraggiungibili.

Nella mia carriera di giocatore ho avuto la fortuna di vivere più volte queste emozioni, ma l\'esperienza di quest\'ultima stagione sportiva ha un sapore ben diverso dalle altre; semplicemente posso dire che non sempre il buongiorno si vede dal mattino.

A novembre per motivi che non c\'entrano nulla con questa storia, subisco il primo \"taglio\" della mia carriera: mi crolla tutto addosso, è un turbine di emozioni che mi assale con tutte le incognite del caso. Dico a me stesso che devo reagire, in fondo c\'è di peggio al mondo e non sarà mica la fine di tutto. Dopo un periodo di \"assestamento\" vengo ingaggiato da un nuovo team ed a fine dicembre disputo la mia prima partita ufficiale con i colori di Torino.

Per me Torino ha un sapore particolare, infatti fu proprio da qui che ben vent\'anni fa iniziai il mio ancora attivo percorso di giocatore di basket. E\' un trionfo in tutti i sensi, partita dopo partita maciniamo punti e vittorie e questo mi aiuta ad anestetizzare quello che ho vissuto qualche periodo prima, che ormai sta diventando un dolore sopito e sempre più lontano nei ricordi.

La fine della storia è nota: vinciamo il Campionato con ben sei giornate di anticipo ottenendo così la promozione diretta al livello superiore, permettendoci di mirare dritto ad un altro impegno come le finali di Coppa Italia.

Le sensazioni sono positive, ma l\'impegno fisico e mentale sarà notevole, inoltre la sfortuna ci è venuta a trovare la settimana prima della coppa costringendoci a rinunciare a Lollo per una distorsione alla caviglia. Teste pericolosamente già volte alle vacanze, organico rimaneggiato, pance già abbondantemente piene per la fresca vittoria del campionato; gli ingredienti per una rapida eliminazione ci sono tutti ma nessuno lo vuole ammettere, come se non parlarne possa in qualche modo esorcizzare questo nuovo e sconosciuto demone.

Raggiungiamo Foligno nel tardo pomeriggio, allenamento sul campo di gioco e rientro in hotel per la cena. Nelle nostre trasferte c\'è sempre molta serenità, la tensione viene a turno stemperata da qualcuno che si erge ad intrattenitore di quel momento. Il giorno dopo c\'è l\'esordio in una manifestazione che per molti è una novità assoluta e che per modalità non ha nulla a che vedere nemmeno con i play-off: se vinci resti, altrimenti saluti tutti e torni a casa senza ulteriori prove d\'appello.

Affrontiamo Corato, squadra pugliese che non abbiamo mai visto prima essendo inserita in un altro girone. Dopo una partenza stentata, riusciamo a mettere la gara sui binari giusti ed otteniamo una vittoria che forse, ci fa rendere conto appieno della possibilità di far qualcosa di buono anche in questa sede.

I risultati delle altre gare ci svelano che la nostra prossima avversaria sarà Piacenza, già nostra avversaria in campionato, squadra forte e con nomi di assoluto valore come Mario Boni e Marco Sambugaro. Visti i precedenti la carica è a mille, e la stanchezza scordata in un nulla. Anche questa è una gara che ci vede partire molto piano, quasi bloccati, ma con il passare dei minuti riusciamo a ristabilire un equilibrio che ci porterà ad un finale in volata, che proprio sulla sirena ci regala la vittoria grazie ad un canestro di \"Pulici\" Boella, capitano che più capitano non si può. Unica nota stonata, l\'infortunio di Giado a cinque minuti dalla fine; naso rotto e per lui niente finale. Paradossalmente questo ci carica ancora di più in previsione della finale del giorno dopo contro Recanati.

Ora devo dire che l\'adrenalina provvede a catapultarci in quella dimensione citata prima ed azzera stanchezza fisica e mentale. E\' vittoria anche in finale e ad alzare il trofeo ci pensa “Pulici”. Che libidine!

Campionato e Coppa Italia, in una parola: tutto!

Personalmente la ciliegina su questa torta a due piani è il premio di MVP delle finali, che spazza definitivamente via ogni dubbio ed ogni dolore passato. Che bello poter essere soddisfatti di se stessi. La mia benzina in questi mesi è stato il continuo ricordo di chi non ha creduto in me cercando di screditare la mia immagine. Lo dedico anche a voi, ma soprattutto a quelli che mi vogliono bene, credendo che la colpa più grande è quella di non provare a vincere. Perdere con onestà è pur sempre una vittoria...




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