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Arte
LE OPERE DI LUCIANO ASTOLFI IN MOSTRA AL MUSEO MICHETTI DI FRANCAVILLA






Dal 24 al 31 marzo 2015. Inaugurazione il 24 marzo alle ore 16.30.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Venerdì, 20 Marzo 2015 - Ore 14:45

Dal 24 al 31 marzo 2015 (inaugurazione il 24 marzo, alle 16.30), al museo Michetti di Francavilla al Mare, si terrà la mostra personale dell'artista Luciano Astolfi, a cura di Massimo Pasqualone, nell'ambito del laboratorio di Arte Contemporanea, all'interno dell'università della libera età di Francavilla.
 
Il progetto, intitolato MumArt, è curato dallo stesso Pasqualone e da Lucio Giardinelli.
 
La mostra, che ha il patrocinio del Comune di Francavilla, resterà aperta  tutti i giorni dalle ore 9 alle 13 di mattina e dalle 16 alle 20 di pomeriggio.
 
LUCIANO ASTOLFI
Nota biografica.
Luciano Astolfi vive e lavora a Roseto degli Abruzzi.
Diplomatosi all'Accademia di Belle Arti a L'Aquila, sotto la direzione di Gino Marotta, ha partecipato con realizzazioni e recitazione allo spettacolo teatrale di Fabio Mauri  "gran serata futurista", rappresentato al Nuovo di Milano, all’Olimpico di Roma e al Comunale di L'Aquila.
Finalista al Premio Lubiam, presieduto da Renato Guttuso.
Nel 2011 è stato invitato al Premio Sulmona, presieduto da Vittorio Sgarbi.
È autore della Rosa d'Oro, scultura che viene assegnata a personaggi dello sport, spettacolo e cultura a Roseto degli Abruzzi.
Ha esposto in diversi musei, gallerie e fiere d'arte.

VERSO IL FRAMMENTO
Luciano Astolfi fra materia e forma
Massimo Pasqualone
La bellezza non si esaurisce nel dominio dell’estetica, ma ha bisogno di un ancoraggio etico e questo lo sa molto bene Luciano Astolfi che ritiene l’opera d’arte un medium, forse “realibus ad realiora”, un messaggio che trasmette sempre e comunque un’emozione, perché, per dirla con Konrad Fiedler, “un’opera d’arte può dispiacere ed essere ugualmente pregevole”.
Luciano Astolfi agisce ed interagisce con il pubblico, certamente in modo diverso dall’installazione del 1993 di Rirkrit Tiravania presentata alla Biennale di Venezia, in cui si presentava una finta gondola nella quale bolliva acqua calda ed i visitatori potevano usarla per cucinarsi una zuppa; agisce con la capacità di cogliere il frammento tra materia e forma, agisce  come possibilità di percepire la verità nel frammento, uno sviscerare, estroiettare, estraniarsi per ritrovarsi, un cercare la bellezza agganciandola all’infinito, perché, dice Jannis Kounellis, “la bellezza è una cosa che capita ed indica brevi momenti”.
 
ROSETO.com
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