Il rosetano Cristian Palmieri è uno dei 45 fotografi italiani scelti per “Italy, Scent of beauty”: immagini per raccontare l’Italia alla Cina con un festival itinerante della fotografia, in occasione di ExpoPhoto 2015.
I fotografi sono stati selezionati da una commissione di esperti e avranno l’onore e l’onere di rappresentare il Bel paese in due importanti appuntamenti dedicati alla fotografia che si svolgeranno in Cina.
La prima esposizione sarà alla “Hanghzou International Day” (Hangzhou, città di oltre 6 milioni di abitanti, è la capitale della provincia del Zhejiang), all’interno degli incontri internazionali di fotografia, dal 29 ottobre al 6 novembre 2015.
Il secondo appuntamento sarà al “China Lishui Photography Festival” (Lishui è una città di oltre 2,5 milioni di abitanti), nell’ambito dell’“International Photography Seminar”, dal 6 al 10 novembre.
Una terza esposizione dovrebbe svolgersi ad aprile 2016.
Palmieri, che scatta soprattutto per passione, non essendo la fotografia il suo primo lavoro, è figlio d’arte del notissimo a Roseto “Foto Tony”, oltre a essere l’unico abruzzese selezionato.
Così racconta l’emozione provata, una volta appresa la notizia che 10 sue foto faranno parte del progetto internazionale: «Ho provato una soddisfazione immensa, pari all’amore che ho per la mia terra. Adoro l'Abruzzo e vorrei farlo conoscere a più persone possibili, perciò il fatto che io sia l’unico abruzzese mi rende orgoglioso».
Circa la sua modalità nella scelta delle foto, Palmieri ha commentato: «Trasmettere l’italianità attraverso l’arte fotografica ad un paese come la Cina, così lontano e diverso dal nostro, è di una difficoltà immane per un appassionato di fotografia come me. Ho cercato di restare alla larga dalle leggi di mercato e puntato su un progetto che avesse un’anima, per costringere chi guarda a fermarsi davanti alle immagini e pensare. Il mio lavoro si chiama “Mater Nostra” e parla della mamma “forte e gentile”, con l’animo artistico e sensibile e al tempo stesso capace di portare avanti la famiglia. Le mie foto state ben recepite dalla curatrice Ilaria Sciadi Adel, della quale sono rimasto colpito dalla professionalità e la capacità di ascoltare, che ha proposto il lavoro al fotoreporter e coordinatore del progetto Claudio Brufola».