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Roseto Opera Prima 2016
GIULIANO MONTALDO: DA ENNIO FLAIANO A MARTIN SCORSESE, PASSANDO PER BUD SPENCER.
Giuliano Montaldo sul palco di Roseto Opera Prima 2016.

Giuliano Montaldo presenta il suo libro ‘Un marziano genovese a Roma’ alla libreria ‘La Cura’ di Roseto.

Giuliano Montaldo all’hotel Liberty, con Barbara Cinque e Gianluca Gioia, dello staff che organizza il Roseto Opera Prima, la sua compagna Vera e un’amica.

L’articolo pubblicato sul MESSAGGERO Abruzzo venerdì 15 luglio 2016.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 16 Luglio 2016 - Ore 16:00

«Girare un film a Roseto? Le idee, nel cassetto, non mancano».
 
Così Giuliano Montaldo, 86 anni splendidamente portati, che ha poi chiosato sull’Abruzzo e sulla città: «È una regione davvero bella. Io vado a Pescara per il premio Flaiano e a Teramo per quello intitolato a Gianni Di Venanzo, mentre qui non ero mai stato. Roseto mi ha colpito, perché non ho visto mostruosi e altissimi palazzoni: sintomo di intelligenza. E poi, toglietemi una curiosità: ma avete ingegneri in spiaggia? No, perché gli ombrelloni sono tutti perfettamente allineati e la sabbia è fra le più curate che io abbia mai visto».
 
Un pieno di complimenti, insomma, per la città che lo ha accolto con il tutto esaurito in piazza (“Nonostante ci fosse la finale degli Europei di calcio”, ha precisato il cineasta) e se lo è coccolato per tre giorni, da sabato a lunedì.
 
Montaldo ha avuto parole di elogio per il festival cinematografico Roseto Opera Prima, ricordando Bud Spencer da lui diretto nel 1970 in “Gott mit uns” e dichiarando: «Proposi la parte a Bud, sapendo già che era fuori budget. Invece lui, pur di lavorare nel mio film, non solo venne gratis, ma portò anche un camper con tanto di cuoco. Era una persona eccezionale. A lui e a tanti altri, che grazie ai film di cassetta hanno arricchito i produttori che così, ogni tanto, qualche soldo nei film più impegnati li mettevano, andrebbe dedicato il “Festival dei martiri della qualità”».
 
Montaldo ha poi parlato del suo amico Ennio Flaiano e della sua iniziale timidezza, ricordando le peripezie in Africa per girare il film “Tempo di uccidere” (nel 1989, con Nicolas Cage), tratto dal romanzo dell’intellettuale pescarese che nel 1947 vinse la prima edizione del Premio Strega. Il regista ha pure scoperto che la nonna materna di Flaiano, Rosa Di Bonaventura, era originaria di Montepagano: borgo antico dal quale nel 1860 è nata Roseto.
 
Il penultimo ricordo regalato ai tanti ammiratori è stato per il “Marco Polo”, girato in tre continenti (Europa, Africa, Asia) e montato nel quarto (America), prima di chiudere con la sua visita a Martin Scorsese, che lo sorprese mostrandogli una pila di documenti alta un metro: erano le revisioni della sceneggiatura di “Toro Scatenato”, con Robert De Niro nei panni di Jake LaMotta.
 
Luca Maggitti
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