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Jazz e dischi
RE-BIRTH OF THE COOL: A NATALE REGALATEVI BUONA MUSICA!
La copertina di ‘Re-Birth of the Cool’.

I nove musicisti di ‘Re-Birth of the Cool’.
[Foto di Antonio Angelozzi]


Morgan Fascioli, durante ‘Re-Birth of the Cool’.
[Foto di Antonio Angelozzi]


Esce il 16 dicembre 2016 un disco tratto da una esibizione live del 2012 a Roseto, la cui registrazione era andata persa ed è stata poi ritrovata.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Lunedì, 12 Dicembre 2016 - Ore 18:00

Il 16 dicembre 2016 uscirà il disco “Re-Birth of the Cool”, che sarà in vendita all’Hotel Liberty di Roseto degli Abruzzi o contattando il musicista rosetano Morgan Fascioli.
 
I musicisti che hanno dato vita a questo disco bello e coinvolgente sono: Francesco Di Giulio (trombone), Giacomo Uncini (tromba), Manuel Trabucco (sassofono tenore), Italo D’Amato (sassofono baritono), Agostino Marzoli (basso tuba), Giovanni Piacente (corno francese), Angelo Trabucco (pianoforte), Gabriele Pesaresi (contrabbasso), Morgan Fascioli (batteria).
 
Queste le dichiarazioni di Morgan Fascioli, relative al disco: «Birth of the Cool è un album di Miles Davis pubblicato nel 1957 dalla Capitol Records e raccoglie le registrazioni effettuate tra il 1949 e il 1950 da una formazione atipica, il cosiddetto “nonetto”, capitanata da Miles Davis e raccoltasi intorno all’arrangiatore  canadese Gil Evans. Del gruppo fecero parte anche Gerry Mulligan, John Lewis, Lee Konits, Max Roach e altri. La realizzazione dei brani di questo disco è considerato l'inizio del movimento del cool jazz. Il nostro disco esce solo ora, a distanza di quattro anni dall'esecuzione, perché il disco era andato perso.  Si tratta di una registrazione dal vivo fatta da Vincenzo Irelli, avvenuta il 21 giugno 2012 presso il teatro all'aperto della Villa Comunale di Roseto degli Abruzzi, in occasione della serata finale della quarta stagione di John & Jazz».
 
Di seguito, un articolo di Fabio Ciminiera, pubblicato su Jazz Convention, relativo al concerto del 2012 che ha dato vita al disco.
 
La chiusura della quarta stagione di John & Jazz a Roseto è stata dedicata ad una rilettura fedele di un capolavoro importante e seminale come Birth of the Cool. Sulla scorta delle trascrizioni del trombonista Francesco Di Giulio e della sua conduzione e, va da se, sulla scia delle registrazioni originali è stato costituito un nonetto fedele all'originale, con l'incontro tra musicisti jazz e classici e con alcuni dei solisti emergenti della scena abruzzese-marchigiana.
Birth of the cool è stato un album di enorme importanza, ma, tutto sommato, sono pochi i brani che vengono ripresi nei concerti delle formazioni di jazz. Se in alcuni casi questo fatto è ovvio a causa degli arrangiamenti articolati e pensati specificatamente per quel tipo di formazione, in altri come Budo o Darn that dream siamo in presenza di standard già eseguiti e metabolizzati in formazioni più piccole e per quanto eseguite spesso, non lo sono più state con quegli arrangiamenti. E per questo l'impatto dal vivo del nonetto, con la tessitura pensata dai vari arrangiatori - personaggi del calibro di Gil Evans, Gerry Mulligan, John Carisi, John Lewis - e con gli equilibri offerti da sonorità non consuete all'epoca e ancora oggi fertili di nuove letture, manifesta una forza espressiva di grande intensità. La partitura è geniale e mantiene, nonostante il tempo, tutto il suo spessore: i jazzisti di oggi mettono sul loro piatto della bilancia una maggiore tecnica e una più consapevole gestione dello strumento. L'evoluzione è un fatto indiscutibile, ma le basi sono state poste da lavori come Birth of the cool: da una parte per la spinta a guardare oltre i confini del proprio mondo sonoro alla ricerca di nuove soluzioni e dall'altra per l'intenzione di porre l'accento sulla pagina scritta.
E da questo deriva la prova decisamente positiva del nonetto rosetano. Concentrazione, timore reverenziale, un buon affiatamento generale dal momento che molti dei musicisti suonano insieme in formazioni di lungo corso. Il materiale è stato eseguito in maniera quasi integrale e l'intervento di Di Giulio in fase di conduzione è stato quello di dare maggiore spazio agli assolo mantenendo inalterate per il resto le strutture architettate all'epoca. I brani non sono stati eseguiti alla stregua di una composizione classica, ma con la filologia necessaria per fare del jazz su una pagina tanto importante: e quindi lo spazio, pur presente per le improvvisazioni e per gli interventi personali è stato "sfruttato" dopo l'assolvimento degli obblighi relativi al tema e al dettato originale.
Fabio Ciminiera
 
[VIDEO]
RE-BIRTH OF THE COOL
 
ROSETO.com
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