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Giovedì, 25 Aprile 2024 - Ore 13:32 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Il Mohicano del Basket
GIUGNO, COL BENE CHE TI VOGLIO...
Anno 2013. Una delle prime apparizioni di Stefano Blois da ‘Mohicano del Basket’.

Stefano Blois, dopo una intensa stagione con il Roseto Sharks, ci invia i suoi pensieri sul basket di Serie A, Serie A2 e NBA. Bentornato!

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 03 Giugno 2017 - Ore 09:30

Giugno è il mese in cui si aprono gli ombrelloni, inizia la stagione estiva, termina la scuola e a volte l'università. A livello cestistico però, giugno è soprattutto il mese dei verdetti: mesi e mesi di durissimo lavoro per arrivare fin qui, a giocarsi un intero campionato nelle sue fasi decisive. Ecco perché questo mese terrà con il fiato sospeso tutti gli appassionati di questo magnifico sport: andiamo quindi a scoprire quali sono i verdetti più importanti da assegnare, in ogni categoria!

SERIE A: CHI VINCE QUEST'ANNO?
Non sarà il campionato di Serie A più avvincente ed entusiasmante nella storia del nostro basket (e non ci va neanche vicino), ma quest'anno la piacevole novità è legata ad un grande equilibrio che rende difficile individuare una reale favorita anche a questo punto della stagione. Dopo gli anni di dominio (reale) di Siena, e poi quello (spesso solo teorico) di Milano, in questi playoff tutte e tre le contendenti rimaste in gioco hanno legittime ragioni per crederci, complice il clamoroso tracollo dell'EA7 che per budget, mezzi ed organico rappresentava la primissima candidata allo Scudetto.
L'altra faccia della medaglia mostra la commovente Trento, capace di suggellare l'ennesima stagione miracolosa con uno scalpo che resterà negli annali del nostro basket, oltre soprattutto a valere la finalissima. Dall'altro lato di tabellone, Venezia ed Avellino stanno inscenando una battaglia senza esclusione di colpi che le vede appaiate sul 2-2: e che siano leoni orogranata o lupi irpini, la sensazione è che nessuna delle due partirebbe battuta con la Dolomiti Energia di coach Buscaglia.

MILANO-TRENTO, LA REALTÀ CHE SUPERA LA FANTASIA
La serie che ha dimostrato come energia, solidità e coesione siano ingredienti ben più vitali di nomi, blasone e talento. Una premessa importante va fatta: questa Milano, dopo il controverso addio di Gentile, gli infortuni del lungodegente Dragic ed il più recente di Simon, e l'epurazione di Raduljca non vantava un gap d'organico così superiore alla concorrenza come negli anni passati. Ma tutto questo non può minimamente giustificare il clamoroso fallimento degli uomini di Repesa, peraltro contro una Trento costretta a ruotare sette soli uomini (più qualche utile cameo di Lechtaler) a seguito dei KO di Baldi Rossi e Moraschini. Anche perché ad un organico meno talentuoso di quelli passati, l'EA7 ha sommato una tenuta mentale imbarazzante (quattro sconfitte su cinque al Forum nei playoff, congedandosi con un terribile -20 sul groppone; 7-1 era stato il bilancio lo scorso anno) manifestando enormi difficoltà nel gestire la pressione, e gerarchie confuse senza l'ombra di un leader tecnico e soprattutto emotivo. Detto degli enormi demeriti di Milano, ancor più grandi sono i meriti di Trento: coach Buscaglia ha costruito un piccolo capolavoro, la sua sporca mezza dozzina (o poco più) è un perfetto mix di voglia, atletismo e lucidità in cui ogni appassionato di questo sport non può che identificarsi. Dopo un girone d'andata a ritmo diesel con nove sconfitte in quindici partite, Forray e compagni ne hanno perse solo tre in quello di ritorno ed il cammino nei playoff (esclusa gara-3 contro Milano) é stato fin qui una marcia trionfale. Per una società che cinque anni fa militava in A Dilettanti, non può essere un caso ...

VENEZIA-AVELLINO, GLI OPPOSTI SI ATTRAGGONO
La serie tra Reyer e Sidigas mette di fronte due filosofie contrastanti fra loro, pur se il percorso compiuto in questa stagione è stato simile (partecipazione alla Champions League inclusa, con i lagunari che hanno conquistato la Final 4 proprio a scapito della Scandone). Venezia vanta un roster chilometrico di tredici giocatori, due dei quali costretti alla tribuna per questioni di passaporto (finora in questa serie sono sempre stati Hagins e Ortner): un'abbondanza smisurata ma allo stesso tempo non semplice da gestire, a livello tecnico e psicologico, per coach De Raffaele. Dall'altra parte Avellino ha un organico quantitativamente più limitato, che si poggia però su cardini indiscutibili come la coppia di esterni Ragland-Logan (la più forte dell'intero campionato) ed il totem Fesenko vicino a canestro. Ne sta scaturendo una serie avvincente, spettacolare e governata dall'equilibrio come spesso avvenuto tra le due squadre quest'anno (4.3 punti di scarto medio nei quattro episodi precedenti questa serie, tutti però vinti dalla Reyer). Il colpaccio piazzato dall'Umana in terra irpina (decisivo il canestro di Filloy a 10" dalla sirena) restituisce il vantaggio del fattore campo a Bramos e compagni, ma i Lupi hanno talento e qualità per dire la propria anche al Taliercio: ne vedremo (ancora) delle belle.

SERIE A2: DERBY DI BASKET CITY... O FORSE NO?
L'incredibile roulette dei playoff di A2 (16 squadre per una promozione ... Siamo alla follia!) è vicinissima a decretare il suo ultimo e decisivo atto. Ma se la Virtus Bologna ha già liquidato in tre partite una comunque strepitosa Ravenna, tra i cugini della Fortitudo e la possibilità di avere un pazzesco derby di Basket City per la promozione in Serie A c'è di mezzo una centratissima Trieste, avanti 2-0 nella serie contro l'Aquila di coach Boniciolli. Non che si possa parlare di sorpresa, anzi: l'ALMA aveva già chiaramente legittimato il proprio ruolo di contender durante l'anno, a maggior ragione dopo l'innesto extralusso di Cavaliero. E non é un caso che le tre società brave a piazzare questi colpacci a fine regular season (gli altri sono Stefano Gentile per le Vu Nere, e Daniele Cinciarini per la F stessa) siano proprio quelle che si stanno giocando la risalita in. L'infortunio occorso allo stesso Cincia senior, assente in gara-2, ha rappresentato una tegola pesante per il tecnico triestino (ironia della sorte), consapevole che per agguantare la Finale avrà bisogno di uno scalpo esterno come in tutte le serie di questi playoff. Il PalaTrieste (imbattuto da ventuno partite dopo il KO alla prima giornata contro Treviso) non è esattamente il parquet più comodo da espugnare, ma anche in Piazza Azzarita il bilancio delle ultime due post-season (10 vittorie su 11) parla abbastanza chiaro: serie ancora apertissima.

NBA: UNA TRILOGIA DA SOGNO
Mai nella storia dell'NBA due squadre si sono affrontate per tre Finali consecutive, e mai come questa volta nessuno avrebbe desiderato un epilogo diverso. Come nelle più appassionanti saghe cinematografiche, il candidato Premio Oscar tra Golden State e Cleveland ha iniziato la scorsa notte il terzo capitolo della sua trilogia, vissuto come quello risolutivo: inutile sottolineare come in tutto il mondo l'attesa abbia raggiunto livelli spasmodici, anche per il vissuto che ha accompagnato Warriors e Cavs verso questa finalissima. Entrambe le squadre hanno infatti polverizzato le rispettive Conference, in una post-season che qualcuno ha persino definito 'noiosa', o meglio ancora un antipasto dello scontro che tutti aspettavano fin dagli albori di questa stagione. 24 vittorie ed una sola sconfitta (il suicidio dei Cavs in gara-3 contro Boston) il ruolino con cui le due squadre si presentano a queste Finals, con San Antonio (senza Leonard e Parker) ed i Celtics stessi (con i problemi di varia natura occorsi ad Isaiah Thomas) che per situazioni contingenti hanno potuto opporre ancor meno resistenza del previsto. Adesso però è davvero tutto pronto: il solo fatto che Curry, Durant, Thompson e Green potrebbero non bastare per l'anello è quasi fantascientifico. Di là però assieme al Prescelto ed Irving c'è una vera e propria macchina da canestri (soprattutto da 3 punti: i Cavs sono la squadra che ne segna di più), con talento e munizioni in abbondanza: il primo atto è andato nettamente ai Warriors, ma mettetevi comodi e preparate il caffè, perché di notti insonni (ma per una giustissima causa) ce ne saranno tante altre.

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Stefano Blois
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