«Vengo a Roseto motivato, perché la città ha la forza di spingere la squadra verso un nuovo miracolo sportivo».

Ion Lupusor, a parlarci, sembra avere le idee molto chiare su come sarà la sua nuova avventura rosetana.

Il moldavo di nascita e italiano di cittadinanza è arrivato a Reggio Calabria a soli tre anni, dopo essere nato nel minuscolo comune di Dusmani. Perciò adesso il due metri e due centimetri classe 1996, avviato alla pallacanestro dal padre giocatore e poi allenatore è una intrigante mescolanza di tratti nordici e accento reggino.

Reduce da un campionato nella A2 Ovest diviso fra Reggio Calabria (5,7 punti e 2,8 rimbalzi in 14 gare) e Scafati (6,1 punti e 2,8 rimbalzi in 12 partite di stagione regolare e 8,2 e 3 nei playout), Lupusor si presenta così ai suoi nuovi tifosi: «Arrivo con la consapevolezza di poter far bene, in una squadra che punta sul gioco semplice ma redditizio. Speriamo di poter bissare il miracolo che gli Sharks hanno fatto nella stagione appena conclusa e cioè salvarci passando dai playoff».

Il Lido delle Rose lo bazzica da qualche stagione, visto che è stato nel giro delle nazionali italiane giovanili, per cui chiosa: «Ho accettato l’offerta di Roseto perché so che il pubblico è caloroso e ti dà la marcia in più per farti vincere le partite. Poi conosco bene sia il presidente Daniele Cimorosi sia altri dirigenti, visto che da per qualche anno sono venuto d’estate con le rappresentative under. Insomma: sono pronto e carico, per una stagione da giocare senza pressioni e nella massima tranquillità».

Lupusor dovrebbe essere il “4” titolare del quintetto di coach Emanuele Di Paolantonio. Un impegno per nulla trascurabile, anche perché avrà il compito di sostituire un veterano ex Nazionale come Valerio Amoroso.

Ion non si scompone e osserva: «Rispetto ad Amoroso sono più tiratore da tre punti, mi piace mettere la palla per terra e prendere iniziative. Sono comunque uno che va sempre a rimbalzo e non ho paura di sbucciarmi le ginocchia».

Circa il suo modello di giocatore, Ion riflette: «Diciamo che mi piace Danilo Gallinari, anche se lui gioca più da “3”, mentre io sono più un “4”, anche se un “4” tattico. Anch'io amo prendermi responsabilità».