«Siamo stati abituati troppo bene dall’inizio dello scorso anno e non eravamo più abituati a perdere, ma non dobbiamo abbatterci. Siamo tutti dispiaciuti, io per primo».

Daniele Cimorosi è sereno anche dopo le prime due gare, con relative sconfitte, del campionato. Il presidente ricorda lo strepitoso avvio del passato torneo che segnò in positivo il campionato con 6 vittorie nelle prime 7 uscite, ma non è uomo da impaurirsi alle prime difficoltà. Infatti chiosa: «Sia chiaro, perdere non piace a nessuno. Purtroppo il precampionato è stato segnato da numerosi infortuni e la squadra ha fatto progressi molto lentamente per le difficoltà di non allenarsi insieme. Gli infortuni stanno continuando e ci creano problemi, speriamo finiscano e diano tregua ai ragazzi, in modo da lasciarli tranquilli di allenarsi e progredire».

Dunque Cimorosi fiducioso e, seppur sornione, pronto a dare il suo apporto: «Stiamo analizzando la situazione per capire se la squadra può aver bisogno di qualche ritocco, anche se due gare sono sinceramente poche, soprattutto avendo avuto i problemi di infermeria che ho ricordato».

Certo un paio di partite non sono abbastanza, ma hanno azionato alcuni campanelli d’allarme, legati soprattutto ai due giocatori stranieri. Certo, non sempre è possibile pescare dal mare magno degli extracomunitari giocatori del calibro e rendimento di Alex Legion, Bryon Allen o Adam Smith, ma le prime due uscite di Combs hanno un sapore agrodolce.

È vero che anche gli altri giocatori citati all’inizio fecero fatica, ma Combs pare avere una cilindrata inferiore ai suoi predecessori sia per quanto riguarda il tiro da 3 punti sia per l’applicazione difensiva (che, a dire il vero, non è mai stato un tratto distintivo della “prima punta” salvo forse l’anno in cui c’era Joshua Jackson).

Detto dei punti da segnare, c’è da segnalare il problema dei rimbalzi da catturare, visto che Andy Ogide, centro designato della formazione, ha preso 3 rimbalzi alla prima uscita contro Ravenna e 2 nella trasferta contro Montegranaro. Insomma: il nigeriano che vive negli Stati Uniti sembra un ottimo giocatore quanto a tiro e tecnica, ma appare lontano dal totem d’area in grado di arpionare carambole che la società si aspettava che fosse.

Al solito, le risposte le darà il campo.