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Martedì, 23 Aprile 2024 - Ore 12:22 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Uomini che fanno imprese [Giannicola De Antoniis Bacchetta]
ROCCO DE SCISCIOLO
Rocco De Scisciolo.

Giannicola De Antoniis Bacchetta e Rocco De Scisciolo.

Rocco De Scisciolo seduto nel suo chalet ‘La Bussola’.

Giannicola De Antoniis Bacchetta, business coach rosetano, intervista imprenditori e liberi professionisti che hanno avuto successo. Una nuova rubrica di Roseto.com.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 26 Maggio 2018 - Ore 11:30

Le interviste sono esclusiva prerogativa dei giornalisti?
Non necessariamente!

Anche un business coach può adottare questo strumento per una serie di domande ad imprenditori e liberi professionisti che offrono la loro esperienza per far crescere un territorio, quelli che fanno business per professione e anche i curiosi e gli appassionati.

Ogni mese un personaggio di talento ci racconta come ha ottenuto il successo partendo da zero e ha raggiunto l’eccellenza. Lasciati ispirare, quindi, dai loro consigli pratici e cerca di ottimizzare le informazioni che trovi per costruire il tuo Business e imparare dai migliori.

Con noi, per la prima intervista, Rocco De Scisciolo: imprenditore turistico, creatore di mode e tendenze, proprietario e gestore di diversi locali, gran maestro di cerimonie.

Oltre la vita notturna e il talento per il business, in questa stimolante intervista ci offre una serie di spunti straordinari su cui riflettere e ci racconta come ha iniziato quasi trenta anni fa, quale è stato il suo più grande errore, le persone a cui si è ispirato e che deve ringraziare, a cosa far attenzione se vuoi far crescere un business e tanto altro d’interessante e d’inaspettato…

La differenza viene dalle parole, dalle storie, dagli orizzonti dei singoli individui e parlare con loro è un motivo di confronto, di condivisione, di crescita.

Queste interviste non servono per farli emergere, incensarli o adularli ma per dar loro la possibilità di essere utili. Ci offrono spunti pratici e pensieri interessanti per dar forma ad un futuro migliore, per chi sa e vuole approfittarne, attraverso questa memoria scritta.

Niente è più interessante del modello mentale, dei pensieri, dei presupposti, delle credenze, della visione di persone che ce l’hanno fatta, di imprenditori innovativi, di liberi professionisti all’avanguardia che si raccontano con il loro personale modo di esprimersi, con il loro singolare linguaggio.

Perché, alla fine, l’elemento indispensabile è sempre quello: le persone.
E nessuno dovrebbe mai fare l’errore di preferire un oggetto ad una bella conversazione…

Per tutto questo ringrazio Luca Maggitti, perché senza di lui tutto questo non si sarebbe realizzato.

Ognuno come può…
Abbi Gioia!


Giannicola De Antoniis
Business Coach



Iniziamo oggi con Rocco De Scisciolo per la prima intervista di questo appuntamento a cadenza mensile.

Giannicola - Rocco è un personaggio poliedrico, un personaggio brillantissimo, tanto è vero che per quanto e brillante qualche anno fa un'intervista che gli è stata fatta titolava: “O SEI RICCO O SEI ROCCO”. Ci vuoi spiegare per quale motivo è stata titolata così quell’intervista?
Rocco - “Diciamo così, la possiamo mettere sotto questo punto di vista: sei ricco se sei stato fortunato nel tuo passato perché ti hanno lasciato in eredità alberghi, ristoranti, tanto altro…
Sei Rocco se fai un po’ come me e cerchi di farteli da solo, di farti un ristorante, un altro ristorante, un’altra attività. Possiamo usare questo doppio senso”


G - Quindi possiamo dire che il “sei Rocco” significa che sei uno che si fa da solo. Bene, quindi se ti chiedo che lavoro fai, la risposta qual è?
R - “Il lavoro che faccio è l’imprenditore, sicuramente, nel settore turistico. Almeno ci provo! Sì, l’imprenditore nel settore turistico. Questo è quello che mi sento di dire”.

G - Ma fammi capire, quando è stato il momento in cui hai capito che l'imprenditore turistico sarebbe stato il tuo futuro, sarebbe stato il tuo lavoro?
R - “Ci sono stato non proprio obbligato, come tanti che lavorano nell'attività di famiglia, anche se all'epoca era un po’ diverso da ora, ma si lavorava lì perché te lo chiedevano in modo esplicito e in più perché mi piaceva avere soldi in tasca e quindi cominciavi col fare qualcosa il sabato e la domenica e così, man mano sempre di più, sempre di più, sempre di più… e poi mi sono appassionato a questo lavoro e ho portato avanti prima quello che era dei miei genitori e poi cambiando strada, rinnovando, cambiando settore ma diciamolo, una scelta quasi obbligata”

G - Visto che hai parlato dei tuoi genitori, la domanda che ti faccio è questa: se tu dovessi ringraziare qualcuno oggi, una persona grazie a cui sei partito, che ti ha ispirato, che chi ti ha dato il là per la tua attività, chi sarebbe questa persona?
R - “Ce ne sarebbero tante. Ho lavorato con tante persone che sapevano davvero fare questo lavoro sia qui ma anche fuori, però diciamo che la persona che ringrazio di più è mio padre perché era lui che aveva questo lavoro, aveva un ristorante e quindi da lì ho visto come lavorava, quello che faceva, e sicuramente anche accettare tante cose che mi diceva quando ero ragazzo, tanti consigli che da giovane non apprezzi ma adesso sono tornati utili, magari un po’ cambiati, un po’ aggiornati ma, certo, la vecchia scuola non tradisce mai”.

G - Tu ti definisci e sei un Imprenditore, se ti chiedo cosa significa Business per te che cosa mi rispondi? Qual è il primo pensiero che ti viene in mente quando senti la parola Business?
R - “Business sicuramente è legato ad un fatto economico. Tutti pensano di fare il Business, di avere un’attività. Io sinceramente sono un po’ negato sotto questo punto di vista. Se c’è qualcosa in cui non sono bravo sono i conti e se il Business è legato a questo riscontro economico, io non so fare business.
Invece io intendo il Business più passionale che economico perché le mie attività sono sempre nate sulla passione, sulla voglia di fare, più che sui conti fatti a tavolino. Poi il lato economico ci deve essere altrimenti non vai avanti ma non è la base per me. Quindi mi ritengo più istintivo che calcolatore”.


G - Sempre perché sei un imprenditore e quindi le sfide quotidianamente ce le hai di fronte, perché questa è la vita dell’imprenditore, che cosa significa per te una sfida?
R - “Ogni giorno per me è una sfida. Ogni giorno cerco di alzare l'asticella di un poco. Ogni giorno cerco di arricchire la mia conoscenza, la mia attività o le mie attività, che può essere un piatto,  un oggetto o qualsiasi cosa che possa far aumentare un po’ l’attività perché la sfida è sempre quella di crescere, crescere, crescere…
E crescere significa sia a livello personale che a livello di Business, di attività. Cercare di fare quella “cosetta" in più ogni giorno. Questo significa miglioramento continuo”. 


G - Qual è il rischio se non c'è questa attitudine, questa predisposizione alla sfida?
R - “Secondo me in queste attività è quasi tutto. Mi criticano sempre e mi dicono “ma adesso hai fatto quello, non va bene così?” No. Io ho sempre paura  di questo famoso stallo. Stallo sia a livello mio mentale che dell’attività. Perché secondo me è quello che fa fermare tutto. Quando ci si focalizza solo su una cosa e basta e non si è più curiosi, non si ha più voglia di vedere, di fare.
Ecco, la parola più giusta è curiosità.
Se si ferma la curiosità si va in stallo e, secondo me, questo è il rischio più alto che c’è.
Fermarsi, essere statici, accontentarsi di quello che uno ha perché tanto le cose vanno bene così! Secondo me No. Le cose per andare bene bisogna trattarle come la pianta: ogni giorno un po’ d’acqua”


G - Così se c'è una parola da bandire nel tuo vocabolario, quella è accontentarsi?
R - “Sì”

G - E quindi chi non si accontenta mai come te, e chi rischia come te, e chi affronta le sfide come te, sicuramente tutto questo porta a commettere degli errori. Ora la domanda è: qual è il più grande errore dal quale hai tratto una magistrale lezione, che ancora oggi hai davanti agli occhi ed è diventata la tua bussola?
R - “Di errori ne ho fatti tanti. Se ne fanno tanti tutti i giorni. L’errore che magari il mio carattere mi porta a compiere e che secondo me in queste attività non va bene, e che commetto quasi ogni giorno, è quello di perdere energie mentali e fisiche. Magari arrabbiarsi, perdere tempo dietro delle cose come un piccolo disservizio nelle attività, con un cliente o da parte di un dipendente… Lì me la prendo e lì perdo energie e tempo e questa è una cosa che devo imparare per me stesso e mi sento di consigliare agli altri perché non serve a niente. Meglio aspettare che finisce tutto, aspettare un giorno o due giorni e parlare con calma, a bocce ferme, e si risolve tutto molto meglio.
Ma l'insegnamento che ricordo in particolare, all'inizio di questo lavoro, quando io avevo diciassette anni, è quando i miei avevano un piccolo albergo e si ospitava d’estate un personaggio molto famoso a dormire. Una persona mi chiese se lui era in camera e io risposi ingenuamente di sì. Il suo assistente mi disse: “Se vuoi fare questo lavoro nella tua vita impara che la prima cosa è la discrezione”, e se ne andò…
Sono passati quasi trent’anni e ancora non lo dimentico! Mi disse solo queste parole ma in modo fermo e io non ho mai dimenticato né la faccia e né le parole”.


G - Quindi la discrezione. Se prima abbiamo detto che la parola da bandire è Accontentarsi, la parola assolutamente da tenere in mente è discrezione?
R - “Mai troppa invadenza col cliente, mai troppa invadenza nella sua vita privata, quando pranza, etc… Cioè gli giro sempre attorno ma con discrezione”.

G - Quindi, Rocco, la parte più difficile del tuo lavoro qual è?
R - “La parte più difficile è esserci. Esserci sempre. Essere presente. Essere sempre lì con la testa e non farsi prendere da altro e soprattutto praticità e ricerca. Ricercare, ricercare continuamente. Andare in giro.
Ti dicevo che il mio arricchimento proviene tutto dai  viaggi. Sono sempre stati viaggi per divertimento, per rilassarmi ma sempre con un occhio al lavoro. Vado sempre in posti dove posso attingere, tra virgolette “copiare”, perché è anche giusto copiare se si sa copiare, quindi aprire la mente e vedere un piatto, un drink, un fiore, un allestimento e da lì prendere lo spunto per fare qualcosa. Quindi consiglio questo.
La parte difficile è l’arricchimento. Ogni giorno. La costanza”.


G - Questa, la costanza è un'altra parola da scrivere sul marmo a caratteri cubitali. Senti, una cosa interessante è proprio questa qui che tu dici: Copiare. Perché in realtà non è copiare ma, tecnicamente questa è una qualità fondamentale nel business, cioè quella del modellamento. Tecnicamente si parla di questo, cioè modellare un sistema che funziona e riportarlo nel contesto nel quale si vive.
Quindi l’intelligenza, che per modestia tu non dici, è la caratteristica che ti riconosco è proprio questa qui: cioè prendere delle cose che sembrano quasi impossibili da riportare a Roseto degli Abruzzi e invece farne un capolavoro, costruendo intorno a quel piccolo particolare tutta una struttura organizzativa che poi funziona come funzionano tutti i locali e tutte le attività che tu hai lanciato nell'arco di questi anni.
Prima ti ho chiesto qual è il più grande errore che hai commesso e quindi qual è stata la lezione appresa, adesso ti chiedo: qual è la tua migliore qualità nella gestione di un Business?
La Tua qualità personale che ti fa dire: “cavolo, se non avessi avuto questa, probabilmente non avrei potuto fare questa attività”?
R - “Quale può essere! Quella di fare ogni giorno il mio lavoro con professionalità. Secondo me manca tanta professionalità. Essere sempre professionali.
Quello che io posso consigliare, e che io ho, è che nel nostro lavoro si sbaglia a comportarsi con i clienti. Ci si comporta in modo diverso in base al soggetto che abbiamo davanti e invece un consiglio che do, perché secondo me è una mia qualità, è che io tratto tutti allo stesso modo. o cerco di farlo e mi impongo sempre questa cosa qua. Perché non sappiamo mai chi abbiamo di fronte.
Ci facciamo prendere da un orologio bellissimo e magari davanti a te hai un truffaldino, poi magari viene uno che non gli daresti un euro ma è la persona più colta, più esperta di questo mondo, conosce di cucina, etc… Quindi la Professionalità significa comportarsi sempre allo stesso modo con tutti. Bisogna andare la mattina a lavorare in modo professionale”.


G - Quindi diciamo che professionalità potrebbe essere un'altra parola da mettere da parte. Ormai stiamo riscrivendo il vocabolario!
E invece qual è l'aspetto che ti spaventa di più nella tua attività? Cioè, la mattina ti svegli e dici: “cavolo questa è una cosa che non vorrei mai che accadesse!”
R - “Vedere la tua Attività che si ferma. Noi facciamo questo lavoro perché vogliamo lavorare, riempire, avere dei locali vivi perché per lavorare un locale deve essere vivo, deve avere gente.
E quindi la paura è quella di arrivare e vedere il locale vuoto perché ho sempre detto, e qui torna l'insegnamento fondamentale di mio padre, che per farti una clientela ci vogliono anni, per perderla ci vogliono veramente giorni. Quindi avere quella paura lì. È una paura che non ha un fondamento. È un’immaginazione però è quella la paura:: di non avere più la risposta da parte dei clienti e vedere che il tuo lavoro non è apprezzato”.


G - Dopo ventinove anni di esperienze, quindi, quali consigli ti senti di dare, ad esempio, ad un ragazzo di venticinque anni che vuole iniziare un'attività nel tuo settore?
R - “Il consiglio che mi sento di dare, che io ho scoperto tardi ma che mi è servito tanto, è quello di viaggiare. L’ho detto prima. Viaggiare. Viaggiare significa formare la Persona per fare questo tipo di attività. Ti devi formare. Quindi non basta la scuola, per esempio l’alberghiero o altro… Devi viaggiare.  Devi arricchire la tua mente.
Devi andare in giro a vedere veramente dove lo fanno, come lo fanno e confrontarti con tutti i tipi di lavori.
Vedere tutto: come si comporta la gente, come fanno gli allestimenti, come si mangia, come si beve… Cioè, tu magari immagazzini più cose possibili, prendi più cose possibili che poi quando andrai sul campo a rifarlo nel tuo paese, cerchi di mettere quello che tu hai conosciuto in qualsiasi posto. Perché secondo me da qualsiasi posto puoi attingere qualcosa se sei con la mente aperta e con gli occhi aperti”.


G - A questo proposito mi viene in mente sempre una frase che ripeto ogni volta che c'è l’occasione e tu in questo momento mi stai dando l’occasione: cioè non è tanto importante l’insegnante quanto l'insegnamento e l'insegnamento lo si può trarre da chiunque ed in qualsiasi posto. Sei d'accordo su questa cosa?
R - “Sì”.

G - Perfetto! Ce ne sono tante di attività come la tua, cioè come stabilimenti balneari, come ristoranti, come bar che tu hai gestito e che hanno avuto sempre successo, però io sono venuto oggi a fare l’intervista a te e non sono andato da qualcun altro, quindi la domanda che ti faccio è: “qual è la differenza che fa la differenza? Tradotto: qual è la tua Singolarità? Cioè che hai solo tu e non ha nessun altro?
R - “La singolarità penso che sia la disciplina in questo lavoro. La passione e soprattutto la continua innovazione. Significa che cerchi sempre di farlo ogni giorno con la stessa passione, ogni giorno la stessa disciplina con occhio sempre alle innovazioni, sempre!”

G - Vuoi raccontare un attimo, giusto alcune attività che hai avuto e che si sono differenziate?
R - “Esatto, vent'anni fa una delle prime attività che ho fatto da solo è stato uno stabilimento che si chiamava Salsedine, in un posto qui vicino, a Cologna, dove all'epoca non c'era nulla, veramente nulla, e abbiamo fatto un bel lavoro, una cosa nuova, un prodotto nuovo”.

G - Allora dimmi, perché io lo so in quanto ci sono stato, ho apprezzato le serate ma per chi non c’era, cosa significa nuovo, quale è stata l'innovazione?
R - “Abbiamo portato praticamente questo modo di andare sulla spiaggia più liberamente, questo modo di poter mangiare sulla spiaggia, questo modo di poter bere sulla spiaggia, fare queste feste…
Siamo stati capaci una sera, impensabile, per far godere una festa realmente in spiaggia, di togliere tutti gli ombrelloni e la mattina dopo di rimetterli! Una festa di tremila persone sulla sabbia che era impensabile perché in estate non si può. Quindi non ti dico le critiche e quant’altro. Però quella fu una grande innovazione ma nel modo proprio di realizzare la struttura e di farlo in modo gestionale.
Poi andando avanti, qui alla Bussola, che è uno degli ultimi lavori che ho fatto è stato il fatto di rimanere aperto d’inverno. Si diceva fosse una cosa quasi assurda per un paese come Roseto”.


G - Quindi tu, cinque anni fa, sei stato il primo che ha deciso di aprire tutto l’inverno, tutto l’anno?
R - “E devo dire che è servito perché, a parte una continuità lavorativa, la fidelizzazione del cliente, etc… anche altri ho visto che hanno preso questo treno, si sono accodati. Quindi è bello che sia così, sono cinque o sei credo e questa è una cosa positiva perché per me un posto come Roseto è impossibile che viva solo due/tre mesi d’estate.
Il mare va goduto tutto l’anno. Bisogna far passare questo messaggio. Le persone devono andare al mare anche d’inverno. Deve essere un punto aggregante, un punto dove la sera le persone vanno a farsi una passeggiata. Dove? Al mare!
Non devono andare, senza denigrarlo, al centro ma al mare perché il mare è una cosa che non tutti hanno, e poi è una nostra
caratteristica e quindi come fai a non avere l’amore per questa cosa qui? Come fai ogni giorno a non svegliarti e non passare almeno una volta al mare?”


G - Bellissimo, bellissimo! È bellissimo perché poi, in tutto questo, il business, Rocco, le attività di notte per via della sua natura, nel senso che è la natura del tuo Business, però poi è meraviglioso (mi viene anche la pelle d’oca) sentire parlare Rocco dell'emozione che ha davanti al mare quando dice: “come fai a non passare tutti i giorni almeno una volta davanti al mare?” Con le tue riflessioni, con i tuoi pensieri, con i tuoi sentimenti…
R - “Lo consiglio vivamente!”.

G - A livello terapeutico!
R - “Un giorno. Basta una volta al mare e capite la fortuna che abbiamo. E soprattutto non abbandonarlo perché altri farebbero di tutto per averlo. Noi che ce l’abbiamo invece…”

G - Senti, ti faccio l’ultima domanda: quali sono le sfide per i prossimi tre/cinque anni? Io non leggo la mente però ti conosco e quindi sicuramente tu una ne fai e cento ne pensi. Quindi non voglio sapere le altre novantanove ma dimmene solo una per i prossimi anni.
R - “La sfida sì, a parte questo locale con apertura invernale, ho anche aperto un ristorante di sushi, il primo qui a Roseto e devo dire con un discreto successo” .

G - Va beh… allora, non so se questa parte la eliminerò, però togliamo le false modestie e diciamo che per andare a mangiare in quel ristorante di sushi bisogna prenotare con molti giorni di anticipo altrimenti non mangi. Quindi non è un discreto successo ma è un bel successo, quindi detto questo, andiamo avanti…
R - “Il progetto futuro, per un imprenditore ci deve essere sempre un progetto futuro, l'ho sempre considerato nell’andare a vedere queste grandi metropoli, queste grande capitali all'estero e quindi c’è in progetto un’apertura di un ristorante in una grande città, Roma, che se tutto andrà bene tra poco nascerà.
Io lo confronto come nel calcio: io ho sempre giocato in serie C, senza denigrare questo posto, quindi provare ad andare in serie A per una volta e vedere se so giocare anche lì, per mettersi alla prova”.


G - Torniamo al concetto di prima, di sfida e di rischio che è nella tua natura e che dovrebbe essere nella natura degli imprenditori. Quindi il consiglio finale che diamo, per sintetizzare quello che abbiamo detto fin qui, quale può essere per alimentare i nuovi imprenditori o dare nuova linfa a quelli che già lo fanno?
R - “Arricchirsi, aprire la mente, viaggiare e conoscere tantissimo. Poi essere dotati di una Passione vera. Predisporsi ad una disciplina lavorativa che anche nelle persone come me che sembrano più esuberanti ci deve essere, altrimenti non si va da nessuna parte. E ci va sempre un pizzico di sana incoscienza per fare questo lavoro. Ponderata, misurata, ma ci vuole un po’ d’incoscienza”.

G - Va benissimo Rocco. Io ti ringrazio, come al solito gentilissimo, come al solito sei il padrone di casa e comandi tu, la padronanza è in te e tu sei la padronanza, soprattutto in questo settore. Ti ringrazio e ovviamente a presto.
R - “Grazie a te e a tutti”.

www.giannicoladeantoniis.com
Il video dell’intervista.
https://www.singolarmente.net/rosetocom-descisciolo/

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Giannicola De Antoniis Bacchetta
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