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ERIBARCO: L’UOMO DELLA LUNA!
Luca Mettimano ed Eribarco Lo Sasso, 2018.

Luca Mettimano ed Eribarco Lo Sasso, circa 20 anni fa.

Luca Mettimano, Diego Di Bonaventura ed Eribarco Lo Sasso, 2018.

Il racconto di un ‘primo veloce’ che si è trasformato in una ‘chiacchierata intergalattica’, grazie a un 93nne speciale.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Venerdì, 08 Giugno 2018 - Ore 22:45

«Luca, sali all’Osteria che ci facciamo un primo veloce e parliamo della presentazione del libro».

Luca sono io, l’Osteria è l’Osteria dei Sani di Notaresco e il primo veloce è l’unita di misura e nutrimento di Diego Di Bonaventura – sindaco di Notaresco – che oggi intorno alle 11.30 mi ha detto così.

Il libro è invece “Noi, gli uomini di Falcone” (sottotitolo “la guerra che ci impedirono di vincere”), libro scritto dal generale dei Carabinieri Angiolo Pellegrini che fu fidato Capitano al fianco del compianto Giovanni Falcone, comandando la sezione antimafia di Palermo dal 1981 al 1985.

Presenteremo questo importante libro – grazie alla conoscenza fatta con il generale Pellegrini al Premio Borsellino – sabato 23 giugno 2018 alle 18 al Lido Celommi di Roseto degli Abruzzi e domenica 24 giugno alle 18.30 a Notaresco. E siccome la presentazione, alla presenza di un così importante Servitore dello Stato va organizzata al meglio, ho apprezzato che il mio amico Diego abbia sottratto un’ora alla rutilante campagna elettorale amministrativa (è candidato alla rielezione alla carica di sindaco) per sfamarsi e parlare di come gestirla al meglio.

Fin qui l’antefatto che ci ha portato a sederci all’Osteria dei Sani, accolti dal frizzante Tommaso Zacchei e dal titolare Luca Mettimano, che prima di segnare la comanda ci dice: «Di fianco al vostro tavolo c’è un signore di 93 anni, che viene dagli Stati Uniti d’America e che è tornato a trovarmi dopo una ventina d’anni».

La mia attenzione viene subito catturata da questo signore gagliardo, che non dimostra affatto i suoi anni e mi fa tornare in mente quando, un anno prima, sempre all’Osteria ho conosciuto una  coppia statunitense di Seattle, che prima di andare in Croazia era passata per Notaresco per mangiare – dopo 10 anni – di nuovo da Luca.

Il tempo di gustare il “primo veloce” e siamo al tavolo del signore di 93 anni, che ci accoglie con un sorriso transoceanico. Luca gli spiega chi siamo (il titolare parla inglese, così come il suo maitre Tommaso... sarà per questo che l’Osteria è sempre piena di tavoli internazionali) e io, pur zoppicando con il mio inglese biscardiano, mi presento a lui, alla sua signora e all’altra coppia di commensali.

Lo statunitense over 90 si chiama Eribarco Felice Sannazzaro Lo Sasso, padre di Palermo e madre originaria di Notaresco. Sua moglie, sposata due anni fa, Julie Pingel. Insieme a lui, Fernando Sannazzaro di Pescara e la sua signora Angela Garraffo.

La domanda sulle rispettive occupazioni (il Nostro, ovviamente, prima della pensione) scatena uno tsunami di sensazioni che mi ha portato a fare tardi e scrivere questo articolo.

Già, perché scopro che Eribarco è stato un ingegnere aerospaziale e che ha lavorato dal 1963 al 2000 alla Nasa, andando in pensione a 75 anni.

Ovviamente, lo lascio finire di mangiare e poi mi siedo a rompergli le scatole, chiedendogli se posso saperne di più di lui per scrivere di questo incontro assolutamente eccezionale. Eribarco – Edward per gli amici – acconsente. Si parte.

Eribarco è nato nel 1925 a Youngstown, Ohio.

Ha frequentato la East High School, dove ha praticato football americano giocando quarterback (“Born leader”, chiosa la moglie Julie) con i Golden Bears campioni di Ohio e Pennsylvania nel 1942 e 1943, poi è partito volontario arruolandosi nella Marina Militare, imbarcato su un sottomarino e combattendo la Seconda Guerra Mondiale nell’Oceano Pacifico contro i giapponesi.

Il college lo ha fatto a Evanston, Illinois, frequentando la Northwestern University, poi il lavoro alla Nasa fino al 2000.

Oggi vive negli Stati Uniti a Melbourne Beach, Florida, un piccolissimo posto chiamato “Space Coast”, perché in tanti ex dipendenti della Nasa si sono ritirati lì in pensione.

Avendo Eribarco/Edward lavorato dal 1963 al 2000 alla Nasa, era ovviamente in servizio quando l’uomo è arrivato sulla Luna. Ed  è ovviamente questa la mia prima domanda. Lui mi spiazza perché, come del resto ha fatto snocciolandomi i dati salienti della sua vita, a 93 anni sembra “un alieno” per la chiarezza e la velocità dei ricordi.

Si parla del 20 luglio 1969 (il mio anno di nascita!) e lui mi racconta che era l’ingegnere addetto a dare “luce verde” per quanto riguarda le apparecchiature elettroniche. Insomma, era nella sala di comando, con un ruolo importante all’interno di un progetto fra i più importanti della storia dell’uomo!

Di Neil Armstrong (scomparso nel 2012) e Buzz Aldrin (vivente) dice cose molto belle: «Erano super intellettuali. Persone eccezionali dotate di intelligenza fuori del comune ed avevano mille interessi oltre al loro lavoro. Era un piacere poter conversare con loro».

Poi sorride e chiosa: «Uno sveglio come loro è Elon Musk». E mi racconta di quando, nel 2016, ha casualmente conosciuto il fondatore di Tesla, mentre era a una cena con altre persone. Un suo parente gli disse che Elon Musk aveva saputo che erano nello stesso ristorante e volle parlargli per un’oretta. Musk, per capirci, a 47 anni è considerato da Forbes (classifica 2018) il 53° uomo più ricco della Terra, con un patrimonio stimato in 20,9 miliardi di dollari.

Eribarco è un fiume in piena: ogni argomento che si tocca, lui è in grado di approfondirlo e di dirti cose che – se sei una persona attenta – hai magari letto sui libri di storia. Mentre lui c’era dentro!

Così mi torna in mente il motivo per cui sono lì. Perché anche quando ho letto il libro del generale Pellegrini ho pensato che lui è un testimone oculare di cose che per noi altri sono storia.

Così mostro a Eribarco il libro di Pellegrini e gli spiego del suo servizio a fianco di Falcone. “Mister Nasa”, ovviamente, conosce Falcone. E mi spiazza ancora: «Un mio fratello, Richard, ora scomparso, ha servito gli Stati Uniti lavorando nei Servizi Segreti».

Strabiliato dalla grande quantità di cose che cerco di assorbire trasferendole a penna sul blocchetto di appunti, mi permetto un disegnino a Eribarco: terra, luna che gira intorno, poi sole intorno al quale gira la terra... alzo gli occhi soddisfatto del mio lavoretto da scuola elementare e lui mi grazia con un sorriso e dice: «Go ahead (vai avanti), qual è la domanda?».

La domanda è: Eribarco, siamo così piccoli nell’universo. Credi che ci siano altre forme di vita? E lui, sereno e convinto: «No doubt (senza dubbio). Ci sono certamente forme di vita e sono, magari, più intelligenti di noi, che a forza di distruggere il nostro pianeta abbiamo passato il punto di non ritorno».

Lo guardo, lui sorride e torna ad Elon Musk e alla sua idea di colonizzare Marte. Eribarco chiosa: «Sarebbe bello e io ci andrei, magari mi mantengo ancora più in forma lassù».

Così passiamo a parlare delle condizioni del pianeta Terra e l’ingegnere aerospaziale Eribarco dimostra di avere le idee ancora una volta chiarissime. Mi parla dei problemi dell’ossigeno e delle ripercussioni dell’operato umano anche sulle riserve dei combustibili fossili. Capisco quasi tutto, ma qualcosa perdo anche perché Edward ha davvero l’entusiasmo di un ragazzino nel dire la sua e, soprattutto, io sono un umile ragioniere riconvertito a giornalista e scrittore.

«Money is the new God», dice all’unisono con sua moglie e dei nuovi padroni del mondo salva solo Bill Gates, perché spende molto in attività filantropiche e di finanziamento della ricerca. Per il resto, troppa gente con poca cultura e molta sete di potere. Troppa avidità e poca voglia di studiare e capire il mondo. «Non ne hanno mai abbastanza», sentenzia pensando alla fame di denaro dei nuovi turbocapitalisti.

Cosa ci vorrebbe per migliorare le cose, chiedo all’ora all’uomo della Luna. Eribarco elenca: «Compassione, umiltà, umanità, fede».

Sono colpito e felice, come se avessi incontrato un santone scalando una vetta himalaiana.

Gli chiedo foto ricordo tutti insieme e un selfie, ma prima Eribarco stringe la mano a Diego Di Bonaventura, facendogli i suoi complimenti per come – avendo saputo della sua carica istituzionale – un sindaco ha voluto conoscerlo e, soprattutto, parlare della presentazione del libro del generale Pellegrini a un tavolo di insegnanti che era poco distante dai nostri.

Ci ripromettiamo amicizia su Facebook e io mi impegno a scrivere questo ricordo e taggarli, per ringraziarlo della eccezionale occasione che mi ha dato nel conversare con lui.

Prima di accomiatarmi, una folgore: ripenso a un articolo che scrissi nel 2005 – per il mensile “Il Segnaposto” – andando nella vicina Canzano a intervistare Dario Fidanza, patron del ristorante “La Tacchinella”, il quale mi disse che il cibo orgoglio territoriale e cioè il “Tacchino alla canzanese” nel 1969 è stato liofilizzato e compreso nelle scorte in dotazione a Neil Armstrong, Michael Collins e Edwin (Buzz) Aldrin per la missione Apollo 11, spiegandomene pure il motivo: pietanza gustosa e sana, priva di grassi aggiunti, ideale per le scorrazzate siderali. Sono tentato di dirlo, ma desisto ripromettendomi di scriverlo. Sono passate le 15.30 e il “primo veloce” propostomi da Diego si è trasformato in una conversazione intergalattica... e se adesso ci mettiamo pure di mezzo il tacchino alla canzanese siamo fritti!

Così ci salutiamo. E io immagino l’orgoglio di Luca Mettimano e del suo staff, nel pensare che una persona così speciale è tornato dagli Stati Uniti dopo una ventina d’anni ed è voluto tornare a Notaresco, per mangiare alla sua tavola.

Ancora una volta, l’Osteria dei Sani si è rivelato un posto magico, nel quale incontrare gente proveniente da tutto il mondo, spesso con una storia speciale da raccontare.

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Luca Maggitti
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