[Ricerca Avanzata]
Martedì, 1 Aprile 2025 - Ore 21:49 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

26° Roseto Opera Prima 2022
IL PIÙ LONGEVO FESTIVAL DEDICATO AI REGISTI ESORDIENTI E UNA DELLE ECCELLENZE ROSETANE
Roseto degli Abruzzi, 2005. Terence Hill e Tonino Valerii al Roseto Opera Prima festival.

Roseto degli Abruzzi, 2002. Giuliano Gemma e Tonino Valerii al Roseto Opera Prima festival.

Roseto degli Abruzzi, 2010. Michele Placido e Tonino Valerii al Roseto Opera Prima festival.

In attesa della conferenza stampa di martedì 7 giugno 2022, quel che sappiamo, qualche riflessione e qualche consiglio non richiesto. In calce, l’Albo d’Oro e una intervista video al compianto fondatore Tonino Valerii.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 04 Giugno 2022 - Ore 22:30

Dal 5 al 19 luglio 2022 torna “Roseto Opera Prima”, il più longevo festival cinematografico dedicato ai registi esordienti, fondato nel 1996 dal compianto regista Tonino Valerii. Il secondo è “Bimbi Belli”, che Nanni Moretti gestisce al suo Nuovo Sacher di Roma.

Martedì 7 giugno 2022, alle ore 11.30, nella Sala Consiliare del Comune di Roseto degli Abruzzi si svolgerà al conferenza stampa di presentazione. In attesa, vediamo ciò che sappiamo della kermesse sulla settima arte che si svolgerà nel Lido delle Rose dal 5 al 14 con la formula “Aspettando” e dal 15 al 19 luglio 2022 come festival con le opere in concorso.

Nel 2018 e nel 2019 ho curato le interviste agli ospiti del festival e nel 2021 (nel 2020 l’edizione è saltata a causa della pandemia di Covid-19) mi sono occupato della conduzione dell’edizione speciale del Venticinquennale che ha previsto 3 recital teatrali dopo 3 momenti da me curati, dedicati alle 24 edizioni precedenti. Così, venerdì 19 novembre 2021, sono stato convocato dal Sindaco Mario Nugnes – tramite il comune amico Daniele Marini – per dare il mio contributo in vista dell’edizione 2022, in una riunione che prevedeva la partecipazione di alcune persone (consiglieri comunali, assessori, sindaco, esterni).

In quella occasione, ho depositato a titolo gratuito, consegnandolo al Sindaco, un mio documento di 4 pagine, suddiviso in 10 punti, con l’obiettivo di dare un contributo alla prosecuzione del festival. Nel documento sottolineavo il fatto che Roseto Opera Prima è a mio avviso una delle eccellenze rosetane, insieme al Trofeo Lido delle Rose (Sport), alla Mostra dei Vini di Montepagano (Enogastronomia) e al Premio Letterario Città delle Rose (Cultura). Inoltre, riflettevo sulla collocazione logistica, sul bisogno di una direzione artistica e di una giuria, sulla necessaria sinergia fra eccellenze rosetane (tipo far dialogare il festival con il premio letterario mediante la presentazione di libri, ma pure offrendo riflessioni su cibo e vino di qualità guardando alla mostra paganese). Riflettevo poi sulla necessità di coniugare “cinefili e popolo”, offrendo sia opere di sicura presa sia prodotti più articolati. Un capitolo era pure dedicato al coinvolgimento delle scuole (che ovviamente andava fatto per tempo, ma eravamo a novembre). Riflettevo poi sulla necessità di valorizzare i tanti ospiti arrivati a Roseto negli scorsi anni facendo l’esempio di Bud Spencer, arrivato a Roseto nel 1999, che negli anni successivi aveva ricevuto una mega statua a Budapest e – addirittura – un museo a lui dedicato a Berlino (Roseto non potrebbe fare nulla per celebrare “Big Bud”?). Il documento si chiudeva auspicando un aggiornamento del sito www.rosetooperaprima.it facente riferimento al Comune (stasera, tristemente, a quell’indirizzo non c’è più nulla, distruggendo un patrimonio di anni e anni di lavoro), allegando l’Albo d’Oro e sottolineando la necessità di un libro che tesaurizzi i primi 25 anni di Roseto Opera Prima.

Dopo quella riunione, non ho più partecipato alle successive, seguendo dall’esterno ciò che è accaduto fino a oggi.

A livello personale ho solo portato avanti il mio progetto, iniziato nel 2019, di libro sui primi 25 anni, coinvolgendo la memoria storica del festival, Mario Giunco, insieme al quale mi auguro di poter riuscire a scrivere un volume che renda merito al compianto Tonino Valerii e a tutti coloro i quali negli anni hanno lavorato sodo affinché, il festival diventasse il più longevo a livello italiano.

L’organizzazione del festival l’hanno invece avuta, dal Comune, due dei partecipanti a quella riunione: Barbara Cinque (autrice Rai, già impegnata sotto l’amministrazione Pavone nell’organizzazione di alcune edizioni di Roseto Opera Prima, con Gida Salvino e Gianluca Gioia) e il suo compagno Giuseppe De Marcellis (imprenditore), che hanno dato vita alla “Fuori Luogo S.r.l.”, affidataria dell’edizione 2022. Si era parlato anche di un affidamento quinquennale, ma il Sindaco Nugnes, da me interpellato in proposito, ha precisato che l’affidamento riguarda soltanto l’edizione 2022.

Intanto, si è saputo che la direzione artistica del festival è stata affidata a Pino Strabioli, regista teatrale, conduttore televisivo e attore, volto noto della TV nato nella vicina Porto San Giorgio nel 1963.

Pino Strabioli è già un amico dell’Abruzzo, visto che da 10 anni gestisce la stagione di prosa del teatro di Atri, su decisione dell’allora assessore alla cultura Domenico Felicione. Da quanto ne so, la sua direzione artistica ha portato a una rinascimento della stagione di prosa, facendo salire gli abbonati dello splendido Teatro Comunale della vicina Civitas Vetusta (300 posti circa) da una dozzina al tutto esaurito. Il crescendo rossiniano è stato possibile grazie a una selezione di opere che strizza l’occhio alla TV e propone volti noti.

Un po’ come fatto nelle edizioni di Roseto Opera Prima 2018 e 2019 dall’allora Vice Sindaco Simone Tacchetti e dal dirigente Rai Williams Di Liberatore, bravo a intuire il bisogno di “nazionalpopolarizzare” il festival. Questo ha portato a due edizioni di piazze piene (il festival si teneva in Piazza della Repubblica), nonostante il sopracciglio alzato dei puristi e degli integralisti della pellicola modello “regista iraniano sottotitolato in polacco” di fantozziano rimando.

Insomma: in attesa di conoscere il contenuto di “Aspettando” (presumibilmente libri e cibo di qualità) e del festival (i film in concorso), crediamo che la scelta di individuare un uomo di televisione in grado di interpretare i desiderata del pubblico sia una scelta felice, perché – soprattutto dopo la pandemia – il cinema non è più quello non del 1996 (anno di nascita del festival), ma neanche quello del 2019. Dopo le ripetute clausure virulente, il cinema è quello che spesso si vede a casa, con la moltiplicazione delle offerte e la moltiplicazione dei film (con la nota dolente che non proprio tutti sono nati per fare gli attori... e purtroppo si vede, ma questo è un altro discorso).

Perché è importante andare verso il grande pubblico, senza dimenticare una base di qualità? Perché il festival è un prodotto di una Amministrazione Comunale che ci mette soldi pubblici. Per cui se io voglio fare il festival del cinema recitato in etrusco al quale – presumibilmente – parteciperanno 10 persone, devo trovare soldi di sponsor e miei e va tutto bene. Ma se impiego 40.000 mila euro IVA compresa (per il Comuni l’IVA è un costo) di soldi di tasse dei rosetani (a tanto ammonta il contributo pubblico per l’edizione 2022), è giusto che il festival incontri quanto più possibile un gusto diffuso. Questa è la mia idea di democrazia e di rispetto del prelievo fiscale dalle tasche dei cittadini.

Martedì 7 giugno sapremo certamente chi animerà le serate di anteprima e quelle del festival, intanto prendiamo atto che anche l’edizione 2022, come quelle 2018 e 2019 sarà aperta verso un maggior numero di persone possibile (e, ribadisco, credo sia una cosa giusta e rispettosa).

Intelligente anche la scelta di dotarsi di un media partner, che è la televisione Rete 8 (che significa pure il quotidiano “Il Centro”, visto che hanno lo stesso editore), anche qui facendo tesoro di esperienze già fatte nel 2018 (il partner fu la televisione RPiù). Infatti, intervistare qualcuno per facilitare l’afflusso nel luogo di proiezione attraverso i social media e le tv in diretta è una buona idea e funziona.

Già, il luogo di proiezione. Qui c’è un ritorno all’antico, visto che il festival tornerà nel teatro all’aperto della Villa Comunale (che, evidentemente, finalmente riaprirà... almeno all’esterno), dopo che l’Amministrazione Pavone lo spostò in Piazza della Repubblica (avendo a mio avviso il merito di dare al festival una centralità più percepita e maggiori occasioni alla gente di interagire con le serate).

La Villa Comunale è invece qualcosa di più raffinato e un palcoscenico che potrà essere integralmente dedicato al festival e alle sue iniziative collaterali. Per una kermesse che riparte dopo il Covid-19 può essere una buona notizia, a patto di avere la forza di comunicare tutto al meglio e di attirare flussi ragguardevoli di persone, vista la capienza possibile nel teatro.

E, a proposito del teatro all’aperto – e del suo imponente eucalipto che accompagna le proiezioni – l’edizione 2022 sarà pure quella a 20 anni di distanza dalla vittoria della 7^ edizione di Roseto Opera Prima da parte di Danis Tanovic, che nel 2002 ricevette la Rosa d’Oro per la sua opera d’esordio “No Man’s Land”, un film sulla guerra dei Balcani.

Ecco – per riflettere – l’importanza di avere un festival lungo un quarto di secolo. Vent’anni dopo, l’Europa propone un altro orribile conflitto con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. E allora – consiglio non richiesto, come il documento che presentai a novembre 2021, stavolta indirizzato al direttore artistico Strabioli (che gli ripeterò martedì in conferenza stampa) – perché non dedicare una proiezione speciale a quel film, che ci parla di qualcosa di terribilmente attuale e che nello stesso anno vinse il Premio Oscar, a conferma di quanto fosse stata sagace sia la selezione del compianto Tonino Valerii sia la vittoria indicata dalla Giuria presieduta dal compianto Ermanno Comuzio?

Altro consiglio non richiesto, stavolta agli organizzatori: che senso ha avere due pagine Facebook?
Perché oltre all’istituzionale https://www.facebook.com/RosetoOperaPrima, aperta nel 2013 e con oltre 2.200 followers, gli attuali organizzatori hanno aperto in questi giorni il clone  https://www.facebook.com/RosetoOperaPrimaFest, che ha attualmente 345 followers?
Se l’obiettivo è quello di far crescere il festival, non mi sembra un’idea geniale.
Assessore alla Cultura Luciani, ce la mette lei un po’ di vigilanza mista ad ottimizzazione, per evitare questi messaggi che confondono e non tornano utili alla nostra Roseto?
Ovviamente, già che c’è, veda pure di recuperare il bel sito www.rosetooperaprima.it, oggi oscurato, visto che il Comune lo ha pagato.

Chiudo queste riflessioni con l’Albo d’Oro del festival e, in calce, con il pezzo che scrissi dopo aver visto, 20 anni fa, “No Man’s Land” e – soprattutto – un’intervista al Maestro Tonino Valerii, che realizzai all’interno della Villa Comunale nel 2009.

Buon Roseto Opera Prima 2022 a tutti.

Festival Cinematografico
ROSETO OPERA PRIMA

Albo d’Oro

1996 – 1^ Edizione – Come mi vuoi di Carmine Amoroso
1997 – 2^ Edizione – Il bagno turco di Ferzan Ozpetek
1998 – 3^ Edizione – Buffalo ’66 di Vincent Gallo
1999 – 4^ Edizione – La vita sognata degli angeli di Erick Zonca
2000 – 5^ Edizione – Beautiful People di Jasmin Dizdar
2001 – 6^ Edizione – Amores perros di Alejandro Gonzales Inarritu
2002 – 7^ Edizione – No Man’s Land di Danis Tanovic
2003 – 8^ Edizione – Pater familias di Francesco Patierno
2004 – 9^ Edizione – Il vento, di sera di Andrea Adriatico
2005 – 10^ Edizione – Tu devi essere il lupo di Vittorio Moroni
2006 – 11^ Edizione – Anche libero va bene di Kim Rossi Stuart. Premio speciale della Giuria: Il vento fa il suo giro di Giorgio Diritti
2007 – 12^ Edizione – L’aria salata di Alessandro Angelini
2008 – 13^ Edizione – Tutto torna di Enrico Pitzianti
2009 – 14^ Edizione – La siciliana ribelle di Marco Amenta
2010 – 15^ Edizione – Dieci inverni di Valerio Mieli
2011 – 16^ Edizione – Et in terra pax di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini
2012 – 17^ Edizione – Sulla strada di casa di Emiliano Còrapi
2013 – 18^ Edizione – La città ideale di Luigi Lo Cascio
2014 – 19^ Edizione – Il Sud è niente di Fabio Mollo
2015 – 20^ Edizione – Cloro di Lamberto Sanfelice
2016 – 21^ Edizione – Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti
2017 – 22^ Edizione – Mine di Fabio Guaglione e Fabio Resinaro
2018 – 23^ Edizione – Respiri di Alfredo Fiorillo
2019 – 24^ Edizione – Hotel Gagarin di Simone Spada
2020 – Festival non svolto per pandemia mondiale da Covid-19
2021 – 25^ Edizione – Celebration & Live – Recital di Fabio Troiano, Monica Guerritore, Alessandro Haber


NO MAN’S LAND
Il film che ho visto stasera all’aperto, con l’eucalipto della Villa Comunale in parziale sovrimpressione (ma ci stava benino) si chiama “NO MAN’S LAND” e cioè “TERRA DI NESSUNO”. Un film amarissimo, sul conflitto jugoslavo e, più precisamente, serbo-bosniaco.
Una trincea, un bosniaco messo su una mina balzante quale massimo oltraggio, due altre persone, che molto probabilmente avevano avuto la stessa donna a Banja Luka, messi di fronte al nulla di un conflitto nell’era del villaggio globale. Due persone che si fanno a pezzi quasi per conformismo.
E poi un sergente francese delizioso, un capitano a metà e un generale, o qualcosa del genere, cinico e baro, con la segretaria figa che scende dall’elicottero, sul campo di battaglia, con elmetto e tacchi alti.
Ma quello che più conta è il finale. Lo sminatore che non riesce a disinnescare la mina, la banalità del male che divora il serbo e il bosniaco – quasi per sterile gocciolio d’orgoglio – e che li porta alla distruzione reciproca. Le lacrime del sergente francese e la cronista d’assalto che manca lo scoop finale per orgoglio, anche lei, nei confronti del suo cameraman.
Il finale, dicevo. Con quel bosniaco messo in croce su una mina, il circo mediatico che regge la coda ai blindati dell’UNPROFOR, e quel tramonto – della ragione – che scende a coprire tutto.
Un film profondamente jugoslavo, così come la sua scena finale: una morte che aspetta di vivere.
E poi uno dovrebbe dormire…

Roseto degli Abruzzi, 24 Luglio 2002
(Luca Maggitti)

TONINO VALERII
Io, il cinema, Leone, Fonda, Gemma, Hill, Spencer.
Roseto degli Abruzzi, Villa Comunale, 6 giugno 2009.
A margine della presentazione del libro ‘Il mio nome è Nessuno – Lo spaghetti western secondo Tonino Valerii’, a cura di Roberto Curti, intervista di Luca Maggitti a Tonino Valerii.
Il regista, fondatore del festival cinematografico Roseto Opera Prima, parla del suo rapporto con Sergio Leone, del cinema e della passione che serve a farlo, di Henry Fonda, Giuliano Gemma, Terence Hill, Bud Spencer e altro ancora.

https://www.youtube.com/watch?v=U4jxDfHpcyg

Luca Maggitti
Stampa    Segnala la news

Condividi su:




Focus on Roseto.com
Roseto.com - Il basket e la cultura dei campanili senza frontiere. - Registrazione al Tribunale di Teramo N. 540 Reg. Stampa del 19.08.2005.
Direttore responsabile: Luca Maggitti   Editore: Luca Maggitti   Partita IVA 01006370678
© 2004-2025 Roseto.com | Privacy | Disclaimer Powered by PlaySoft