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Giovedì, 9 Maggio 2024 - Ore 19:30 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

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PADRI, FIGLIE E LETTERE DALLA GUERRA...
Rosaria Di Tecco e Liliana Di Tecco con le missive del 1942 scritte dai fronti di guerra dai loro padri.

Dino Maggitti, Liliana Di Tecco, Luca Maggitti fresco dei suoi 54 anni e Rosaria Di Tecco.

Luca Maggitti e Rosaria Di Tecco.

Pranzo domenicale con ricordi di famiglia, istruttivi e commoventi.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 15 Ottobre 2023 - Ore 17:30

Nonno Giovanni Di Tecco buonanima, classe 1921, che la guerra l’aveva fatta davvero – per anni, in Jugoslavia – soleva ripetere, in dialetto: «La guerra? Neanche ai serpenti neri!», intendendo dire che non avrebbe augurato la guerra neanche al peggio del peggio del peggio.

Oggi, ci siamo ritrovati a parlare di guerra e di radici familiari all’Hercules, mentre eravamo in famiglia con Mamma Liliana Di Tecco, Papà Dino Maggitti e Zia Rosaria Di Tecco.

Fuori dal ristretto della mia famiglia di origine, Zia Rosaria, classe 1938, è la parente più cara che ho, insieme al parente più caro che è Zio Giovanni Maggitti, classe 1934, (in calce, i link per leggere due articoli che parlano, di loro pubblicati su Roseto.com). Così ogni tanto ci vediamo per il pranzo della domenica. Oggi eravamo con Zia Rosaria  dal “familiare aggiunto” Alfonso Borghese, all’Hercules, anche per un brindisi per il mio 54° compleanno.

A fine pranzo, ho voluto mostrare ai miei familiari alcuni dei documenti che custodisco gelosamente e che Nonno Giovanni mi consegnò in punto di morte, affinché li tenessi io. Un giorno vorrei anche classificarli e magari raccoglierli in un volumetto.

In questi tempi di guerre eruttanti e terribili che ci circondano, ho voluto far vedere a Zia Rosaria e Mamma Liliana due missive scritte dai loro padri in guerra.

A Zia Rosaria ho dato una cartolina datata 9 settembre 1942, inviata da suo padre Franco Di Tecco – bersagliere sul fronte russo – a suo fratello Giovanni Di Tecco, carabiniere (dopo essere stato bersagliere) sul fronte jugoslavo.

A Mamma Liliana ho dato una lettera (biglietto postale per le forze armate) datato 11 ottobre 1942, inviato da suo padre Giovanni Di Tecco – carabiniere sul fronte jugoslavo – a suo padre Francesco Di Tecco. Mamma nascerà soltanto nel 1948, Papà Dino nel 1943. L’11 ottobre 1969, esattamente 27 anni dopo quel biglietto scritto quando Nonno Giovanni non era ancora diventato padre di Liliana, sono nato io.

Difficile trattenere la commozione – e infatti non l’abbiamo trattenuta – nel rileggere a fatica quelle frasi scritte con inchiostri di guerra che resistono dopo 81 anni. Le calligrafie, le frasi, la struggente sensazione delle figlie di trovarsi fra le mani qualcosa toccato dai loro padri e poi scritto trasferendoci cuore ed emozioni. Tutto molto impegnativo per i sentimenti.

Purtroppo, Franco non tornò dal fronte russo, morto in guerra e così Nonno Giovanni diede seguito alla promessa che i due fratelli si erano fatti: se dovesse tornarne uno solo, si occuperà di entrambe la famiglie.

Anche perché la famiglia di origine dei Di Tecco comprendeva anche le due sorelle, Filomena e Gelsomina e altri due fratelli, Luigi e Carlo, anche loro in divisa. Luigi tornò, pare perchè – essendo molto alto e corpulento – non trovavano scarpe atte alla bisogna. Più prosaicamente, forse perché – come insegna il film “Salvate il soldato Ryan” – non si poteva rischiare di far morire in guerra 4 maschi su 4 di una stessa famiglia.

Passare due ore con i miei cari, parlando del loro passato remoto, è stata ancora una volta una benedizione. Un momento istruttivo che spiega perché l’Italia uscita dall’olocausto della Seconda Guerra Mondiale ha avuto la forza di diventare uno Stato fra i primissimi del mondo. I loro sacrifici e le giornate di campagna del dopoguerra non riesco neanche a descriverli per bene. Se tu che leggi hai un parente anziano, che ha vissuto guerra e dopoguerra, fatti raccontare. Ti farà bene.

Spero, un giorno, di riuscire a realizzare il libricino “Brothers in arm”, raccontando la storia di Nonno Giovanni e di suo fratello Franco.

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Zio Giovanni, la nave Franca C. e i ricordi della partenza per il Venezuela, condivisi con il suo nuovo amico Francesco.
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Luca Maggitti Di Tecco
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