La designazione “1.0” di Panthers Roseto-Ragusa. Primo arbitro, Dario Di Gennaro.
La designazione “2.0” di Panthers Roseto-Ragusa. Primo arbitro, Matteo Paglialunga.
La designazione di Panthers Roseto-Treviso. Primo arbitro Dario Di Gennaro.
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Roseto è ormai nel mirino dei poteri forti (oddio, forti...) della pallacanestro. O, peggio, non se la filano proprio e pensano di poterla schiacciare. E allora lo Sceriffo del Lido delle Rose deve intervenire. Leggete un po’ l’ultima perla...
Roseto degli Abruzzi (TE)
Venerdì, 21 Marzo 2025 - Ore 11:45
A chi affidiamo il comando della “Costa Concordia 2.0”?
Al comandante Schettino, naturalmente!
Ho pensato a questo dialogo surreal-distopico, due giorni fa (ma ho Papà Dino con questioni di cuore e devo fare anche un lavoro serio per guadagnare e vivere, quindi ho tempo soltanto oggi di scrivere questo articolo), dopo aver strabuzzato gli occhi leggendo la designazione arbitrale di Panthers Roseto-Ragusa: gara da giocarsi domenica all’Aquila, vista la squalifica del PalaMaggetti, dovuta a quando accaduto (?) nella partita Panthers Roseto-Treviso.
Già, perché il primo arbitro di Panthers Roseto-Ragusa è Dario Di Gennaro. Che poi è il primo arbitro di Panthers Roseto-Treviso, gara al termine della quale è stata comminata una giornata di squalifica alle Panthers Roseto: squadra che notoriamente ha un gruppo di ultras composto da brigate di Gurkha nepalesi, che – lasciando fuori dal PalaMaggetti il famigerato kukri – quando non combattono nell’esercito britannico vengono a tifare Panthers.
Rido per non piangere, ripensando a quell’assurda decisione della giustizia sportiva (che, notoriamente, come tutti i magistrati opera leggendo le carte), ma dopo questa designazione mi viene il pianto vero. Quello amaro.
E davvero ci vorrebbe il commissario “Ciccio” Ingravallo, protagonista di “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”, romanzo di Carlo Emidio Gadda del 1957. (Assist per collegare il titolo).
Intanto, mi chiedo (perché sinceramente di fare il consulente a gente già pagata mi sono rotto): ma è legale designare come primo arbitro di una partita che si gioca in campo neutro per la squalifica del campo, lo stesso arbitro che quella squalifica te l’ha fatta prendere con il suo referto?
E se fosse legale, sarebbe opportuno? O logico? O appena appena intelligente?
Come che sia, sempre due giorni fa, dopo aver premuto il tasto “F5”, sicuro che il refresh della pagina avrebbe corretto la designazione (invece restata tale), faccio un paio di telefonate per segnalare l’accaduto, che ritengo incredibile. Oltre che insopportabile, nella mia qualità di autonominato Sceriffo del Lido delle Rose.
Nel giro di qualche ora, mi dicono che la cosa è stata risolta con il cambio di designazione. Ieri sera quindi, mi sono detto: “Vabbè, lasciamo perdere, non andiamo allo scontro”. E mentre me lo ripetevo, sono andato a controllare il sito della FIP. Niente: ieri sera il primo arbitro era sempre Dario Di Gennaro.
Dunque non ho potuto fare a meno di ripensare alla frase di Elie Wiesel (1928-2016), Premio Nobel per la Pace del 1986, che dice: «Dobbiamo prendere sempre posizione. La neutralità aiuta l’oppressore mai la vittima. Il silenzio incoraggia il tormentatore, mai il tormentato».
E allora ricominciamo daccapo, da Panthers Roseto-Treviso. E rivediamolo insieme questo “pasticciaccio brutto”.
Al termine della partita persa in casa il 22 febbraio 2025 dalle Panthers Roseto contro Treviso, diretta da signori Dario Di Gennaro e Giorgio Silvestri di Roma, alla società rosetana viene comminata una giornata di squalifica del campo e applicata una multa di 563 euro.
Partiamo dalla multa, eccola nel dispositivo del Giudice Sportivo: “Ammenda di Euro 563 per offese e minacce collettive frequenti del pubblico di casa agli arbitri e per utilizzo per tutta a gara di trombe e fischietti”.
Orbene, precisando che il tifo delle Panthers Roseto non è composto da brigate di Gurkha nepalesi (non si sa mai qui, con l’ironia non compresa), bensì da famiglie e bimbi, non è davvero accettabile vedersi multati con questa ragione, soprattutto dopo aver visto cosa accade in altri campi della maschile (gli arbitri della B Nazionale Maschile e della A2 Femminile sono gli stessi) come – ad esempio – Livorno.
Aver dato la multa ad un salotto in cui bimbi suonano trombette è – a mio avviso – un inutile esercizio di potere ghignante (mentre se vogliamo far crescere il nostro sport c’è bisogno di sorrisi, non di ghigni). Un voler maramaldeggiare con chi è a terra e non può difendersi.
Perché se dai 563 euro di multa a una società come le Panthers Roseto, che ha le uniche colpe di aver portato 1.186 spettatori al PalaMaggetti al suo terzo campionato di A2, diventando in sole tre stagioni uno dei primi 5 pubblici di tutto il basket femminile italiano (o forse uno dei primi 3), forse significa che ai poteri forti (oddio, forti...) della italica pallacanestro interessa davvero poco far crescere questo movimento, preferendo occhiute rendite di posizione e frammentata gestione di poteri ormai consolidati. Anche in classifica.
Ma la multa non è la cosa più insopportabile. Quella è la squalifica del campo per una giornata.
Analizziamo, anche qui, la disposizione del Giudice Sportivo: “Squalifica campo per 1 gara perché, al termine della gara, un individuo isolato tentava di raggiungere gli arbitri negli spogliatoi, dove gli stessi erano chiusi. Si percepivano violenti colpi provenienti dal corridoio antistante allo spogliatoio e minacce proferite dall’individuo”.
Qui siamo al fantabasket.
Premesso che l’addetto agli arbitri delle Panthers Roseto è Pasquale Zeppillo – e io auguro di cuore a Di Gennaro e Silvestri di ottenere in carriera il 5% delle designazioni importanti che ha avuto Pasquale... e sto volendo davvero bene ai signori in grigio di Roma – e che la sua figura mi garantisce una certa serenità, tengo a far notare che le partite delle Panthers, eccezion fatta per lo spettacolo in campo, sono una sorta di “the delle sei”, in cui le persone si abbracciano e salutano. Un salotto, insomma.
Orbene: questo individuo chi era? Da dove veniva?
È passato quasi un mese e nessuno della società ha saputo dirmi nulla, tenendo soprattutto a spegnere la polemica. Io rispetto la volontà delle Panthers di non fare polemica, pur di non avere rotture future, ma questo non è il basket per il quale combatto. Questo non è il mondo per il quale combatto.
Io esigo rispetto e pretendo che nessuno eserciti il proprio potere oltremodo. In tutti gli ambi della vita. Soprattutto quando ha il potere di modificare eventi, irrogare sanzioni e modificare la vita stessa di una comunità. Come quella rosetana che non potrà andare all’Aquila (quindi abbonamenti persi, soldi buttati, etc.).
E allora torno alla multa, perché qui siamo chiaramente di fronte a due arbitri muniti di superpoteri. Infatti scrivono che, mentre erano chiusi nello spogliatoio, un individuo isolato tentava di raggiungerli negli spogliatoi.
Oibò!
Non mi risulta ci siano telecamere nel corridoio interno del PalaMaggetti. E men che meno che la regia sia nello spogliatoio degli arbitri.
Dunque chiedo ai signori Di Gennaro e Silvestri intanto 6 numeri da giocarmi al Superenalotto, viste le loro capacità di vedere “oltre”, come hanno visto oltre il muro di uno spogliatoio chiuso, per scrivere ciò che leggiamo. Mi pare evidente...
E complimenti anche alla splendida scenografia descritta poi: violenti colpi e minacce.
Carissimi signori in grigio: la porta dello spogliatoio degli arbitri è la stessa dall’edificazione dell’attuale PalaMaggetti e risale al 1978. È di compensato e si apre con l’alito di un ottuagenario residente in una RSA... seduto su una carrozzina a 3 metri di distanza.
Se un bambino la tocca, va giù. È davvero credibile ciò che avete scritto? E se fosse credibile, è davvero possibile che voi abbiate visto questo individuo isolato attraverso il muro o la porta chiusa, mentre arrivava con fare minaccioso?
Se fare l’arbitro offre la possibilità, insieme al fischietto, di vedere oltre i muri domani mi scrivo al corso!
Essù...
Come che sia, tant’è.
Siamo a stamattina, venerdì 21 marzo 2025, quando sul sito della FIP la designazione è stata cambiata. Il primo arbitro non è più Dario Di Gennaro, bensì Matteo Paglialunga di Fabriano. Resta il secondo, Pierluigi Collura.
Il potere ha ammesso l’errore e corretto la designazione. Ne sono contento.
Adesso attendo ardentemente che mi spieghi – il potere – come fanno gli arbitri a vedere oltre i muri e attraverso le porte chiuse.
E però, allargando il campo, mi chiedo: perché questa ennesima presa di punta nel mirino di Roseto degli Abruzzi?
Tralasciando la finale di Coppa Italia di Serie B – ci scrivo un articolo a parte, appena ho tempo – e restando soltanto alla Roseto cestistica femminile, mi chiedo: perché tanto accanimento?
Perché squalificare il campo con quella motivazione da “androidi della pallacanestro”, che vedono oltre i muri, per me è chiaramente un accanimento. Per non dire ancora della multa.
Cos’ha che non va Roseto degli Abruzzi, nei complessi equilibri nazionali del potere cestistico, dove ognuno – legittimamente, per carità – vuole la sua fetta di potere e di rimborso?
Paura che una società (Panthers Roseto) che in 3 anni ha fatto più di quanto fanno società che esistono da 20 anni quanto a inclusione, pubblico, iniziative sociali, coinvolgimento di atleti paralimpici e personalità di altri sport e altro ancora alzi troppo l’asticella, diventando un benchmark “rompiscatole”, con il quale poi diventa difficile fare i conti?
Cari aventi causa della italica pallacanestro, sappiate che Roseto degli Abruzzi non vuole più essere soltanto il posto in cui venite a ritemprarvi, coccolati da arrosticini e pesce fresco. Non vuole più essere il posto che vi fa fare bella figura a tutti, con un palazzetto ampio e bello e con un pubblico che non trovate da altre parti. E riporto cose che dite voi, da sempre, in pubbliche dichiarazioni.
Roseto degli Abruzzi, nel basket – femminile e maschile – aspirerebbe a poter essere semplicemente “sé stessa”, lottando ad armi pari con tutti e vedendosi riconosciuto nulla in più degli altri, ma certamente nulla di meno.
Un po’ più di attenzione e rispetto, per favore.
Grazie.
POST SCRIPTUM
1.Ho scritto più di arbitri e poteri esterni al campo in questa ultima settimana che in 28 anni. Che tristezza.
2.Aventi causa, siete pregati di correggete la designazione sul sito della Lega Basket Femminile, perché alle 11.45, nel momento di pubblicare questo articolo, c’è una discrasia fra designazione FIP (Paglialunga) e LBF (Di Gennaro).
Luca Maggitti Di Tecco
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