[Ricerca Avanzata]
Lunedì, 16 Settembre 2024 - Ore 21:39 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Amici di ROSETO.com
Claudio Bonaccorsi - IO & DAWKINS – 01
A CASA DI CHOCOLATE THUNDER
SCHIACCIATORE
Darryl Dawkins ai tempi di Forlì. Il suo play era Claudio Bonaccorsi.


Quando Claudio andò in America a trovare Darryl…

Veroli (FR)
Mercoledì, 29 Novembre 2006 - Ore 10:30

Pubblicato su Superbasket 48/2006, pagina 80.

Uno dei giocatori più simpatici e globetrotter dei campionati italiani, fra i tanti “Quella volta che” ci ha regalato un diario americano. Che ha come base di partenza e punto di arrivo uno dei giocatori più incredibili della storia. Compresa quella della NBA.

Qualche giorno fa sono ripiombato con la mente a ricordi che appartengono al passato e con precisione all'anno in cui giocavo a Forlì.

Un periodo a me particolarmente caro per tanti motivi, era un anno in cui mi prendevo soddisfazioni dal punto di vista sportivo ma che soprattutto segnava l'inizio di una amicizia con un ragazzone "eccezionale": Mr Chocolate Thunder, al secolo Darryl Dawkins.

Ero a Forlì prima dell'inizio della stagione per le visite d'idoneità di rito, quando il “Topone” (Piero Pasini, il coach) mi prese sotto braccio e mi disse: "Il presidente è un matto, mi ha appena comunicato che il nuovo pivot sarà un ex NBA....". Si girò intorno come a preoccuparsi che nessuno ci ascoltasse e proseguì: "Mi vuole prendere Darryl Dawkins tu cosa ne pensi?!?".

Sembrava un tono fra l'incredulo e il perplesso, la cosa mi sorprese non poco e replicai: "E hai anche dei dubbi? Al di là dei benefici tecnici pensa anche, vista l'entità del personaggio al richiamo di pubblico e di interesse che potrà girare intorno al nostro campionato!".

E intanto mi venivano in mente episodi per cui il pivottone dei Nets e dei Sixers si era fatto conoscere e apprezzare tipo dare il nome a fine gara ad ogni sua schiacciata comprese quelle in cui mandava i vetri in frantumi, o l'avere duettato in molte azioni con giocatori del calibro di Julius Erving e Norman Nixon solo per citarne alcuni...

Fatto sta che Darryl arrivò a preparazione atletica cominciata "leggermente", per usare un eufemismo, sovrappeso e (nonostante la sua esperienza milanese) ancora non aveva una grande padronanza della nostra lingua, bastò però un suo sorriso al momento delle presentazioni per farci capire che era una montagna di muscoli e simpatia e che quello sarebbe stato un anno speciale almeno per me.

Il feeling in campo fra noi fu immediato eravamo un asse play-pivot in perfetta armonia ma era fuori dal campo che davamo il meglio di noi sempre insieme a ridere e scherzare sempre in giro per fare shopping o a visitare nuovi posti in Italia, tutte cose che aggradavano molto Darryl e la sua signora.

In virtù di questo bel rapporto e del fatto che comunque le norme morali e comportamentali di entrambi ci portavano a rispettare durante la stagione le regole del professionismo e per le quali difficilmente ci lasciavamo travolgere dalle famigerate serate goliardiche romagnole, Chocolate Thunder stabilì che finito il campionato sarei dovuto andare a trovarlo negli States dove ci saremmo potuti concedere anche qualche distrazione in più.

Ad esempio mi colpì molto il fatto che durante la stagione lo vidi una sola volta bere un bicchiere di sostanza alcolica e lo fece esclusivamente nel giorno del mio compleanno per brindare alla mia salute con dello champagne, ma giusto un bicchiere non uno di più!

Pensavo: "Che americano atipico... neanche una birrettina... bah?". "Vedrai quando sarà finito il campionato e saremo a casa mia!" mi ripeteva però lui.

Fu così che finita la stagione ufficiale prima di partire per Marlboro City, vicinanze New Jersey, mi chiamò per dirmi se ci potevamo incontrare per salutarci e durante quell'incontro oltre ai saluti mi consegnò anche in regalo una busta: "OK, ci vediamo tra una settimana Gladio (vista la difficoltà di pronuncia del dittongo AU)".

La busta conteneva un biglietto per New York che sarebbe partito la settimana successiva.

Appena sceso all'aeroporto JFK capì cosa intendesse Darryl quando mi diceva che a casa sua sarebbe stata tutta un'altra cosa, ad attendermi all'uscita degli arrivi internazionali c'era una Limousine "chilometrica" (di cui lui possedeva la società noleggi) bianca coi vetri scuri da cui uno dei 4 o 5 non ricordo quale tant'era lunga quella vettura, ne uscì un manone nero e un vocione che gridava: "Di qua amico mio! Vedi dove adesso stai seduto tu la settimana scorsa ci ha appoggiato il suo culo scolorito Michael Jackson" e in men che non si dica mentre un abile chaffeur si occupava di mettere i bagagli a posto mi ritrovai con una lattina ghiacciata di birra in mano che Darryl tirò fuori da un minifrigo installato nel salottino della Limo accanto al tv color e al dvd player.

Cominciava così la mia avventura americana a casa del mio amicone. Dopo circa un paio d'ore di tragitto dall'aeroporto a casa Dawkins, ovviamente il frigo era svuotato, complice anche un caldo torrido che aiutava l'assunzione di liquidi.

Lasciati i fiumi di cemento della città e dei dintorni newyorkesi entriamo in un oasi di verde che rispecchia in tutta realtà quella dei paesaggi che ogni tanto si vedono nei film americani dove tra un prato all'inglese e l'altro una jeep e l'altra parcheggiate davanti al garage di una villa e l'altra (proprio come i film) si trovava anche casa di Darryl.

(1 – continua)
Claudio Bonaccorsi
Stampa    Segnala la news

Condividi su:




Focus on Roseto.com
Roseto.com - Il basket e la cultura dei campanili senza frontiere. - Registrazione al Tribunale di Teramo N. 540 Reg. Stampa del 19.08.2005.
Direttore responsabile: Luca Maggitti   Editore: Luca Maggitti   Partita IVA 01006370678
© 2004-2024 Roseto.com | Privacy | Disclaimer Powered by PlaySoft