Ermetico
ermètico agg. [dal lat. mediev. hermeticus, der. del nome del dio Hermes, Ermete (corrispondente al latino Mercurio)] (pl. m. -ci). –
1. Nel sign. originario, sono così qualificate le dottrine religiose, filosofiche e scientifiche contenute nei libri attribuiti al dio Ermete Trismegisto caratterizzate da difficile comprensibilità per i non iniziati (v. ermetismo), e i libri stessi: libri e.; scritti ermetici. Per estens., dottrina e., filosofia e., occulta, cabalistica.
2. Che riguarda l’alchimia e la ricerca della pietra filosofale.
3.
a. Chiusura e., ottenuta col sigillo di Ermete Trismegisto (quale leggendario inventore dell’alchimia) in vasi o tubi di vetro chiusi con la fusione del vetro stesso.
b. Per estens., chiusura e., perfetta, che impedisce cioè qualsiasi passaggio di fluidi (per es. di aria) fra gli ambienti separati dalla chiusura.
c. fig. Chiuso, enigmatico, incomprensibile: volto e., scrittura e., ecc.
d. Che segue il gusto e i canoni dell’ermetismo letterario: poesia e., critica e., poeti e. (anche sost., gli ermetici).
4. Di medicamento in cui entra il mercurio.
5. ant. Che ha figura di erma: colonna e., avente un capo umano per capitello. ◆ Avv. ermeticaménte, in modo ermetico, in espressioni come chiudere, chiuso ermeticamente, cioè con chiusura perfetta, che non consente alcun passaggio non solo di solidi ma neppure di fluidi; anche, in modo oscuro, enigmatico: esprimersi ermeticamente.