Talvolta, alcuni politici e uomini di potere mi danno del demagogo.
Succede esattamente ogni volta che denuncio alcune cose, o ne faccio notare altre, entrando (magari a gamba tesa) nell’ambito del (loro) potere. Cose che, se fatte in modo diverso da come le hanno fatte loro, toglierebbero potere o soldi (che poi è la stessa cosa) a quei politici o potenti che prontamente mi danno del demagogo.
Quei signori però ignorano che la demagogia può farla solo chi comanda o i politici (di governo e di opposizione).
La demagogia, infatti, altro non è che il paraculismo di chi - governando o comandando - promette e poi non realizza. Questo – tradotto da me, in modo rozzo – dice il vocabolario. E di riforme dei significati ancora non ne hanno fatte.
Quindi la demagogia è il contrario di quel che invece fanno quei cittadini – per fortuna dell’Italia sono tantissimi – che prima fanno e poi dicono. Urtando ovviamente la suscettibilità dei demagoghi!
Esempio di demagogia: presidente del consiglio che promette, dopo un terremoto, che aprirà le sue ville agli sfollati e poi non lo fa. Oppure che si vanta di aver stanziato fondi milionari per la ricostruzione come se fossero i suoi, mentre invece sono soldi dei cittadini e lui è profumatamente pagato per farlo, possibilmente senza rubare.
Esempio di cittadinanza attiva (il contrario della demagogia): cittadini che hanno davvero aperto le loro case agli sfollati, magari gratuitamente, o hanno dato qualcosa di loro, sempre gratuitamente, agli sfollati.
Di solito, quando mi danno del demagogo “lorsignori” poi ammoniscono: “Attento a non sconfinare nell’antipolitica!”.
Antipolitica: ecco un’altra parola che quasi tutti i politici usano spesso a sproposito.
Innanzitutto, cos’è la politica? O cosa dovrebbe essere?
Il vocabolario Treccani dice: “La scienza e l’arte di governare, cioè la teoria e la pratica che hanno per oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello stato e la direzione della vita pubblica”.
Io aggiungo – ma non datemi del demagogo (non sarebbe appropriato) – “senza rubare”.
Chiarito cos’è la politica (quella vera), circa l’antipolitica non la faccio troppo lunga. Basta e avanza la riflessione del linguista, scrittore e patriota Niccolò Tommaseo (1802-1874), uno che a 28 anni, nel 1830, pubblicò il “Nuovo Dizionario de’ Sinonimi della lingua italiana”. Insomma, uno preparato. Che ebbe a dire: “Non c’è cosa più antipolitica della soverchia politica”.
E’ perciò amaro sentirli, questi demagoghi dotati di potere, soldi e consulenti mentre – stroppiati dal troppo – mi danno del demagogo. Facendo antipolitica.
CITTADINANZA ATTIVA
6 giugno 2010
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Via Seneca [Il privè di ROSETO.com]
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