Basket e Solidarietà – La Partita del Cuore. Il Roseto Basket per l’Emilia.
THE UNFORGETTABLE FIRE

La ‘Partita del Cuore’ di sabato 14 luglio 2012, con tabellino finale.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 15 Luglio 2012 - Ore 23:45
L’Arena 4 Palme è un porto. L’approdo della pallacanestro rosetana.
4 Palme, come i quattro punti cardinali.
 
Penso al Sud e immagino la Sicilia e il sorriso del ragazzo di Barcellona Pozzo di Gotto, vestito di una canotta numero 10 con sopra scritto “Tequila”. Un ultras che potrebbe essere comodamente un rapper.
 
Penso al Nord e immagino Bologna e il ragazzo della Fossa dei Leoni della Fortitudo, venuto a benedire Roseto nonostante le carte bollate abbiano, nello stesso giorno, spezzato le ali della sua amata Aquila.
 
Penso all’Ovest e immagino la Spagna, da dove è partito Alejandro Gomez, che se gli chiedi le generalità dice di essere di Roseto: “Roseto con la erre maiuscola”, specifica.
 
Penso all’Est e immagino la Croazia, Sibenik e Neven Spahija che solca il mare in traghetto, per tornare nella Roseto in cui ha costruito il “Roseto più forte di sempre”. E quando gli ricordi dei campionati vinti in Slovenia, Croazia, Lituania, Spagna (dove ha vinto anche l’Eurocup), Israele e Turchia, sottolineando che nessuno in Europa (al mondo?) è in grado di essere vincente in tutte quelle terre straniere come ha fatto lui, Neven ti inchioda con lo sguardo e ti bacchetta davanti a tutti, facendoti notare una dimenticanza grave: con il Maccabi Tel Aviv, lui ha vinto il Trofeo Lido delle Rose 2006. E ci tiene a ricordarlo.
 
Penso all’Arena 4 Palme e ripenso a ieri sera, al sangue che ha ripreso a scorrere in quel corpo martoriato dagli anni, al cuore che pompa nuovamente, al battito che sale.
 
Un’Arena che, secondo molti, così gremita – eccezion fatta forse per un paio di presentazioni del Roseto Basket di Serie A – non si vedeva dai mitici tornei del Trofeo Lido delle Rose di metà Anni ’70. Vogliamo dire 1976? Con l’Italia che batte l’U.R.S.S.? Bene, 36 anni dopo, grazie alla volontà del gruppo di ultras “Rosetani – Curva Nord”, l’Arena 4 Palme è tornata una bomboniera, un salotto che tutto ad un tratto sembra piccolo, tanta è la gente presente.
 
Il Roseto Basket ha chiamato, la gente di Roseto ha risposto.
Per la pallacanestro e per una giusta causa: aiutare la popolazione dell’Emilia che soffre per il recente terremoto.
 
Una risposta corale, trasversale, a dimostrazione che l’unica cosa davvero in grado di unire Rosetane e Rosetani – capaci spesso di litigare su tutto – è l’amore incondizionato verso il basket cittadino.
 
Un amore capace di far venire i brividi e la pelle d’oca a caterpillar come Fabrizio Facenda o bulldozer come Sandro Fabri. Un amore capace di far tremare come una foglia il giovane Alessio Di Sante. Un amore che scioglie lingue di solito restie come quella di Phil Melillo, il primo a lanciare un auspicio – quello del ritorno in Serie A – seguito da Attilio Caja, Tony Trullo, Gabri Di Bonaventura, Domenico Sorgentone. Ci sono tutti gli allenatori della storia recente – e gloriosa – del Roseto. E tutti insieme, per la prima volta e grazie ai tifosi, soffiano sul fuoco della passione popolare. Roseto merita di più di una serie cadetta.
 
Roseto merita di tornare in alto e dovrebbe organizzare una serata magica come quella di sabato ogni anno. Lo suggerisce Matteo Fusco, custode per tanti campionati dei muscoli degli atleti: uno che di sforzi se ne intende e che sa che se i tifosi ci si mettono, la sua provocazione potrebbe diventare realtà.
 
Intanto, però, c’è da salutare chi guarda l’Arena 4 Palme dalla “Curva Nuvola”. Tutti quelli che non ci sono più: da Nicola Mariani a Giakkino, da Domenico Belisari a Ernesto Settepanella, da Ernestone a Massimiliano Scarpone, da Jafet Bruscia a Aldo Anastasi, da Giovanni Giunco all’Avvocato Mastrangelo, da Tommaso Di Febo a tutti gli altri il cui ricordo fa singhiozzare gli amici, che da quaggiù dedicano cori e applausi alla loro memoria.
 
La serata mozza il fiato, la serata impasta la bocca, ma bisogna andare avanti.
 
Ci sono da leggere due lettere. La prima è di uno che in Emilia ha trovato la gloria: coach Ettore Messina; la seconda è di un emiliano che dall’Emilia è partito cantando: Luciano Ligabue.
 
La terza lettera è la più lunga e sentita ed è rosetana. E non può che leggerla un ultrà che si chiama Dante. Spiega i motivi della serata ed è dedicata ad Alessandro – detto “Eziolino” – uno degli ultrà più attivi nell’organizzazione della Partita del Cuore.
 
E’ tempo di accogliere Donatella Pozzetti, presidente dell’AMO, onlus emiliana alla quale andrà l’incasso della serata. La signora è emozionata, ma trova la forza di spiegare il duro lavoro quotidiano di chi è alle prese con il terremoto che ha devastato le case e con il terremoto familiare provocato dal cancro, quando arriva a sconvolgere la quotidianità.
 
Che serata! Il pieno di emozioni è già stato fatto e Pasquale Zeppillo e Stefano Petitta ancora devono alzare la palla contesa.
 
Pasquale decide – valutate alcune panzette – che si giocheranno due tempi da 20 minuti non effettivi. E va più che bene.
 
L’inizio è una gara a chi gigioneggia di più, poi però nessuno ci sta a perdere. E allora si vedono schiacciate, stoppate, triple di elegante fattura, volate in contropiede a dispetto della ruggine che aggredisce le giunture.
 
Roseto Azzurra, guidata da coach Spahija, è soprattutto nella forma fisica di Pieri e Franceschin e nella grinta di Di Giuliomaria, con la sorpresa di un Fabri “modello libellula”, tanto è bravo a disimpegnarsi nel traffico.
Roseto Bianca, guidata da coach Porzio – che si sarebbe fatto spellare vivo pur di guidare lui la squadra (gli altri coach capiscono il dramma umano e lo lasciano fare) – ha il merito di condurre per larghi tratti la gara, subendo due rimonte degli Azzurri.
Però, quando la gara torna quasi in parità e mancano un paio di minuti, il Bomba – al secolo Claudio Bonaccorsi – lancia 3 siluri di seguito e chiude i giochi.
 
I tifosi hanno preparato medaglie ricordo per tutti e nessuna coppa per la squadra vincitrice, perché non esiste che il Roseto batta se stesso. Però c’è un piccolo “oscar” per l’MVP. I coach della squadra perdente scelgono Bonaccorsi.
 
Finisce come doveva finire: abbracci e sorrisi, lacrime di commozione, foto di gruppo, cori infiniti.
 
Roseto: il fuoco indimenticabile.

 
ROSETO BIANCA 76
ROSETO AZZURRA 69
Primo Tempo: 40-37.
[Giocati 2 tempi da 20 minuti non effettivi.]
 
ROSETO BIANCA: Willy Battistoni 5, Claudio Bonaccorsi 19, Giovanni Coppo 11, Alessio Di Sante 10, Paolo Moretti 9, Roberto Quercia, Marco Aureli 4, Fabrizio Facenda 9, Max Monti 9, Giovanni Savio.
Capitano non giocatore: Emidio Testoni.
Allenatori: Attilio Caja, Phil Melillo, Giampiero Porzio, Tony Trullo.
Staff: Matteo Fusco.
 
ROSETO AZZURRA: Nando Francani 3, Federico Franceschin 4, Paolo Maiolo 5, Federico Pieri 18, Piero Torda, Marco Verrigni 2, Christian Di Giuliomaria 18, Sandro Fabri 10, Alejandro Gomez 3, Massimiliano Rizzo 6.
Capitano non giocatore: Camillo Mongia.
Allenatori: Antimo Di Biase, Gabri Di Bonaventura, Ernesto Francani, Domenico Sorgentone, Neven Spahija.
Staff: Enzo Brandimarte, Giancarlo Verrigni.
 
Arbitri: Pasquale Zeppillo di Roseto e Stefano Petitta di Roseto.
 
MVP
[Eletto dagli allenatori della squadra che ha perso.]
Claudio Bonaccorsi.
 
 
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