Le Olimpiadi in terrazza [Enrico Schiavina]
TENNIS-BASKET 8-3. PER ADESSO…

Riflessioni sulle prime Olimpiadi senza Superbasket da 32 anni a questa parte.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 29 Luglio 2012 - Ore 08:30
Puntata 02 di domenica 29 luglio 2012.
 
Torno sulla cerimonia di apertura. Roba di venerdì, ma ci fosse stato SB l\'avremmo fatto.

Solo tre dei nostri a portare la bandiera del loro paese, per noi del basket sono secondo me una delusione. Paesi importanti, d\'accordo. Yi Janlian per la Cina, una superpotenza che per due Olimpiadi in fila (chi non ricorda Yao Ming a Pechino assieme al nanetto?) sceglie un alfiere nel basket, e qualcosa vorrà dire.
 
Ma Pau Gasol è una seconda scelta, visto che la bandiera spagnola avrebbe dovuto portarla Nadal, infortunato. Poi c\'era la bionda Lauren Jackson con la bandiera di un paese di grandissime tradizioni olimpiche, l\'Australia. Bene.
 
Tre però sono pochini. E\' un passo indietro.

A Pechino, a sventolare orgogliosi la loro bandiera, c\'era un fantastico quintetto di all star: Jasikevicius, Ginobili, Kirilenko, Nowitzki, Yao Ming. A sventolare per Lituania, Argentina, Russia, Germania, Cina, nientemeno.
E chi non ricora il nostro Carlton Myers di Sydney, su cui abbiamo lucrato popolarità per anni?
Perché questo, in sostanza, è un portabandiera: un simbolo ben visibile.
 
Tolto l\'inutile calcio e qualche singolo atleta qua e là, il nostro è il più globalizzato, il più ricco e il più glamour degli sport olimpici, assieme al tennis. Che infatti nell\'apertura di Londra ci ha stracciato, quanto a portabandiera: superstar globali come Sharapova (Russia) e Djokovic (Serbia), ma anche personaggi minori come Wawrinka (Svizzera), Mirny (Bielorussia), Radwanska (Polonia), Baghadtsis (Cipro) fino a due signore nessuno con la bandiere di Romania (Tecau) e  Liecthenstein (Vogt).

Tennis-basket quindi è finita 8-3. E non c\'era Nadal, se no sarebbe stato 9-2.
Non credo sia solo perché siamo nella patria di Wimbledon, o perché il basket è una delle pochissime cose buone del mondo moderno che non hanno inventato gli inglesi. A cui però speriamo di far cambiare idea.
 






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