Quali sono gli ostacoli che si frappongono e quali gli interessi politici ed economici in campo che “consigliano” al Presidente di perdere il più tempo possibile? Se il Presidente Chiodi avesse voluto rispettare la scadenza “naturale” di fine legislatura, avrebbe già dovuto stabilire la data delle elezioni.
E\' chiaro, dunque, che il Presidente Chiodi ha già deciso “di sua propria iniziativa” di andare oltre la scadenza naturale del suo mandato, prolungando la vita del Consiglio e della Giunta in regime di “ordinaria amministrazione”.
Diffido il Presidente della Regione dallo “scavalcare” il termine ultimo del 16 e 17 marzo 2014, poiché tra i suoi poteri non c\'è quello di “ignorare” i limiti stabilito dallo Statuto, ed è strano che il Collegio regionale per le Garanzie Statutarie non lo richiami al rispetto dello Statuto e a garanzia dei diritti elettorali “attivi e passivi” dei Cittadini che intendono partecipare, sia come candidati che come sottoscrittori e presentatori delle liste.
Sono preoccupato per quanto di “antidemocratico” potrebbe accadere, poiché confesso che, anche come ex Parlamentare, non mi aspettavo dal Presidente Chiodi e da importanti “figure istituzionali” di garanzia, che non si sentissero in dovere di “rispettare” la scadenza “naturale” della legislatura.
Ricordo a tutti gli smemorati che le elezioni regionali del 15 dicembre 2008 in Abruzzo, furono fortemente “anticipate” a seguito delle dimissioni del Presidente Del Turco, con conseguente scioglimento del Consiglio e convocazione dei comizi elettorali nei tempi previsti dallo Statuto e dalla Legge Elettorale vigenti: chi e che cosa autorizza, oggi, il Presidente Chiodi, e lo stesso Governo Nazionale delle larghe intese, a “posticipare” la data delle elezioni? Di quali importanti e sconvolgenti “novità” essi sono in attesa?
Per me, e per tantissimi abruzzesi, per fare un esempio “calzante e drammatico” della ricostruzione post-terremoto, con la “assenza totale” dimostrata in essa dall\'attuale Consiglio regionale, e da una parte consistente di una classe politica che, in questi 4 anni e mezzo, si è comportata come se a L\'Aquila e in Abruzzo il terremoto non ci fosse stato, c\'è la necessità di avere “al più presto possibile” un Consiglio regionale “rinnovato” e nella pienezza delle sue funzioni sopravvenute e alle pesantissime responsabilità da assumere “immediatamente”.