Stefano D’Andreagiovanni
TV & BASKET, 1^ PUNTATA. ANNI ’50, ANNI ’60, ANNI ’70.

Stefano D’Andreagiovanni ci racconta del rapporto fra televisione e pallacanestro. Un curatissimo viaggio a puntate, estrapolato dalla sua tesi di laurea.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Venerdě, 08 Novembre 2013 - Ore 19:45
La presenza nei media dei club di basket, è d’importanza fondamentale a livello economico, nonostante l’irrilevanza in termini di apporto economico dalla vendita dei diritti televisivi. La valenza economica è da ricercarsi nella visibilità per le aziende sponsorizzatrici, i cui contratti incidono in larga misura nei bilanci dei club, in un rapporto che inizio ad essere più stretto già a partire da più di mezzo secolo fa.
 
Con il contratto di abbinamento, diffusosi nel secondo dopoguerra (differentemente dal calcio dove non è mai stato adottato, salvo rare eccezioni, in quanto il nome della società è “sacro”), lo sponsor non era più un dettaglio marginale dell’evento cestistico, da ritrovare nei cartelloni a bordo campo o sulle magliette dei giocatori, ma entrava prepotentemente nel cuore della pallacanestro, determinando addirittura i nomi delle squadre. Questo significava una visibilità molto più alta e un condizionamento della stessa cultura sportiva, dato che andava ad incidere sui titoli dei giornali, sui cori dei tifosi, sull’immaginario collettivo della squadra [1].
 
Inoltre i media hanno un ruolo centrale nella promozione degli eventi cestistici, che permette di acquisire potenziali appassionati ampliando il bacino d’utenza della Lega  e delle singole società.
 
La prima partita di basket trasmessa dalla Rai in Tv fu una partita femminile disputatasi nel 1954 alla palestra San Giuseppe di Torino, Autonomi Torino contro Marsiglia, affidata alla telecronaca di Aldo Giordani, che sarà la principale voce per gli anni a seguire. Lo stesso Giordani raccontò:
 
«Mi chiusero in uno sgabuzzino, perché allora si riteneva che il telecronista non dovesse mai vedere il campo. In quei primissimi tempi le partite femminili facevano premio su quelle maschili: erano infatti più gradite alla massa. L’Italia di quei tempi preistorici, infatti, era ancora vittima dei tabù sessuali, e sul video le gambe femminili al naturale erano severamente vietate anche nelle ballerine. Una delle poche possibili/a di vederle era nelle giocatrici di pallacanestro» [2].
 
Un momento mediatico importante fu l’Olimpiade di Roma del 1960, un evento che diede un impulso notevole alla diffusione della Pallacanestro in Italia. Per la prima volta furono trasmesse in televisione le gesta della fortissima nazionale statunitense, che mostrarono la massima espressione della disciplina.
 
[La finale di Roma 1960 tra USA e Brasile commentata da Tito Stagno]

 
Ulteriore occasione per la diffusione del basket in Italia fu la trasmissione nel febbraio 1963 di un doppio confronto amichevole vinto dalla Nazionale con la Francia e la Jugoslavia a Milano e Bologna: furono due equilibrate e spettacolari partite che fecero registrare un indice di gradimento altissimo.
 
A livello di club la trasmissione negli anni sessanta e settanta da parte della RAI delle dirette dei principali incontri cestistici, tuttavia, non rappresentò un incremento dei guadagni per le società, ma solamente un importante veicolo promozionale. Infatti, la mancanza di concorrenza in fatto di emittenti, spingeva al ribasso le offerte del servizio pubblico per l’acquisizione dei diritti televisivi, con varie proteste da parte delle  società di pallacanestro e delle relative istituzioni: si era addirittura arrivati al punto che alcune società avevano anche boicottato la RAI, e avevano rinunciato ad apparire in Tv, quale estrema forma di protesta contro il monopolio della televisione pubblica. Tuttavia, alla fine prevalse un tentativo di accordo, anche perché i vari spazi informativi dedicati alla pallacanestro avevano persuaso anche la RAI che fosse necessario investire in questa direzione: un sondaggio di allora aveva rilevato che i giovani preferivano il basket agli altri sport nel periodo invernale [3].
 
L’avvocato Gian Luigi Porelli, presidente della Virtus Bologna, tra i promotori della Lega delle società di pallacanestro, sosteneva la necessità di lavorare uniti su grandi temi come quello della trasmissione TV delle gare del campionato, la cui gestione a suo parere spettava ai club e non alla Federazione.
 
Il 27 maggio 1970 venne costituita la Lega Società Pallacanestro Serie A, alla cui presidenza venne nominato Giancarlo Tesini, Presidente della Fortitudo Bologna e deputato alla Camera. Le trasmissioni televisive e i rapporti con la RAI furono per la prima volta gestiti direttamente dalla Lega, su mandato della FIP. Nel marzo 1974 fu siglata per la prima volta una Convenzione con la FIP in cui tra gli altri poteri organizzativi concessi alla Lega vi fu quello di trattare i diritti TV del campionato. Per le successive tre stagioni venne firmato un contratto con la RAI.
 
La visibilità cominciò ad aumentare: oltre alla trasmissione di una diretta settimanale delle partite di campionato, gli anni settanta videro anche l’introduzione nella celebre trasmissione La Domenica Sportiva una pagina dedicata al basket, curata dal Aldo Giordani, con una breve sintesi di una partita di Serie A1 o Serie A2, e i risultati della giornata. Questo spazio sarebbe rimasto fino al 1989.
 
[Da “La Domenica Sportiva” del 6 Dicembre 1976.]

 
La qualità giornalistica di quegli anni sarebbe un esempio da seguire tutt’oggi, come dimostra questo servizio su un giovane Renato Villalta: le storie dei protagonisti sono essenziali per creare una narrativa attorno al gioco e i personaggi che possano far sentire i telespettatori emotivamente più vicini agli eventi sportivi.
 
[Servizio su Renato Villalta “I piedi per terra”. Da ‘La Domenica Sportiva’ – 24 Ottobre 1976.]

 
La stessa RAI su un’idea del giornalista Massimo De Luca lanciò nel 1978 il programma radiofonico Tuttobasket con le dirette dai campi, la versione cestistiica di Tutto il calcio minuto per minuto, del quale ne ricalcava la formula. Il programma è terminato nel 2013 per lasciare il posto a Palasport, contenitore delle radiocronache delle partite di basket e volley.
 
NOTE
1. Cit. Saverio Battente – Tito Menzani, Storia sociale della pallacanestro in Italia, Lacaita Editore, p. 200.
2. Cit. Mario Arceri – Valerio Bianchini, La leggenda del basket, Dalai Editore, pp. 555-556.
3. Cfr. Battente – Menzani, op. cit., pp. 211-212.

[continua]
 
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