Stefano D’Andreagiovanni
TV & BASKET, 5^ PUNTATA. ANNI 2000 (1^ Parte).

Stefano D’Andreagiovanni ci racconta del rapporto fra televisione e pallacanestro. Un curatissimo viaggio a puntate, estrapolato dalla sua tesi di laurea.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Venerdě, 06 Dicembre 2013 - Ore 16:15
Con l’inizio del nuovo millennio arrivarono grandi opportunità dal mondo dei new media, segno di un’attenzione verso il basket da parte di un settore rivolto alle nuove generazioni, una quota di mercato attratta tradizionalmente a questo sport. Sul piatto della Lega Basket giunsero importanti offerte da Media Partners, in sinergia con Kataweb per un valore di mercato oscillante sui 36-40 miliardi, da Tiscali-Telemarket (32) e da Omnitel (12,4), per i diritti internet e tv digitale, oltre allo sponsor. Nel frattempo anche la RAI si inserì tra le offerte per l’acquisizione del pacchetto completo per i diritti tv e new media proponendo un biennale da 5,5 miliardi l’ anno comprensivo dei diritti su chiaro, satellite, digitale e internet [1].

Il gruppo Media Partners [2] rilanciò garantendo una partita sulla tv in chiaro su Italia1 per i primi due anni e un’opzione per altri tre (avrebbe finanziato i costi tecnici di produzione per il passaggio domenicale di una partita intera in uno spazio che Mediaset aveva dichiarato essere disponibile a dedicare al basket), oltre alla sponsorizzazione, per complessivi 55 miliardi per cinque stagioni. Tuttavia la RAI offriva più garanzie televisive in termini di ascolti e di visibilità. I problemi e i litigi interni della Lega non permisero un’adeguata valutazione di questa prospettiva, oltre al fatto che cinque club (le due bolognesi, Varese, Treviso e Pesaro) posero a condizione dell’elezione del candidato presidente Sergio D’Antoni la possibilità di gestire autonomamente i diritti d’immagine e poi anche quelli audiovisivi sul digitale e internet. Lo stesso D’Antoni qualche mese prima aveva venduto i diritti televisivi criptati della Virtus Roma a Stream, di cui era presidente, scontrandosi con l’allora presidente della Lega Alfredo Cazzola: la diatriba consisteva nello stabilire se la gestione dei diritti tv dei club dovesse essere collettiva o individuale.

I cinque club diedero vita ad un consorzio a cui aderirono altre nove società, mentre la Lega conservò il controllo dei diritti terrestri in chiaro delle trasmissioni tv. Il consorzio quindi trovò un accordo nell’agosto del 2000 per la cessione della gestione di tutti i diritti di propria competenza al gruppo Media Partners che si impegnò a realizzare, sviluppare e gestire i siti internet ufficiali di ciascun aderente: un’operazione valutata in 80 miliardi in cinque anni, tra esborsi effettivi e spese previste [3]. Venne creato un network collegato al portale Telebasket.com provvedendo allo sviluppo dell’ambiente e della struttura grafica dei siti delle squadre creando un’uniformità di fondo ed una comune navigabilità, impostata sulla fruibilità dei contenuti: news, video, audio, foto, chat, community. Inoltre i Club ricevettero una parte degli utili generati dal progetto di MP Web attraverso revenue sharing [4].Erano previsti sostanziali cambiamenti nel modo di seguire il basket, legato ora alle dirette video via web, al netcasting, cioè la descrizione azione per azione delle partite in tempo reale, e all’interattività con i siti ufficiali. Tuttavia al termine del contratto una simile sinergia non venne ripetuta: inserire i siti web dei singoli club di Serie A in un circuito facente riferimento al sito della Lega, come avviene nella NBA, potrebbe oggi favorire l’interscambio degli utenti ampliando le possibilità di accesso e visibilità (in linea con il consolidato successo dei social network) anche se ciò richiederebbe una strategia di marketing comune.
 
[La sigla del campionato di basket 2000/2001.]

 
Per i diritti televisivi in vista della stagione 2000/2001 venne firmato dalla RAI un contratto da 2 miliardi e 800 milioni sempre per l’anticipo su RaiTre e una partita sul canale satellitare la domenica, reso possibile grazie all’indennizzo che i club consorziati pagarono a Media Partners facendo rientrare i diritti digitali satellitari che le appartenevano nel contratto con la RAI. Nel frattempo Tele+ (che nel 2003 confluirà in SKY Italia) acquisì l’esclusiva sulla nuova Euroleague dell’Uleb, l’associazione delle Leghe europee, confermando l’impegno anche nelle stagioni successive [5].
 
[Gara 5 della Finale di Euroleague 2001 tra Virtus Bologna e Tau Vitoria con il commento di Flavio Tranquillo e Dan Peterson.]

 
La stagione 2001/2002 vide un parziale disimpegno della RAI dal concedere uno spazio nei canali generalisti terrestri: i classici ultimi due quarti sarebbero stati trasmessi al sabato alle 17 su RaiTre saltuariamente, solo per partite di grande interesse, mentre venivano confermate due partite sul satellite alle 20.30. Il contratto era annuale, al prezzo di 1,2 miliardi, una riduzione dovuta alla politica della RAI che aveva abbattuto del 30% i costi sui diritti per tutti gli sport.

Per riacquisire la visibilità perduta e trovare una collocazione al sabato di RaiTre alle 18, in vista della stagione seguente la Lega, mostrandosi oramai un contraente assai debole, si accontentò di un abbattimento del valore dell’accordo ricevendo soltanto 100.000 euro [6], trovandosi in una condizione analoga a quella precedente il boom degli anni ottanta. Era chiaro che mancava il coraggio di abbandonare per la prima volta la Tv di Stato, essendo il prodotto poco appetibile per le Tv generaliste private [7], mentre passare alla pay-tv voleva dire chiudersi in un club di pochi eletti, rinunciando al bacino di spettatori assicurati dai canali generalisti in chiaro (in quella stagione ammontavano a 630.452 telespettatori di media con uno share del 5,7%).

Nella stagione 2003/2004 il contratto valeva 250.000 euro con il passaggio dell’anticipo alle 15 del sabato penalizzante per gli spettatori dal vivo [8]. Vi fu un ulteriore calo degli ascolti, che passarono a 517.968 spettatori di media, motivo che indusse la RAI nel maggio a rinunciare al basket. Michele Giammarioli, direttore delle acquisizione sportive della RAI, sulla richiesta della Lega di 720 mila euro per il chiaro e 960 mila per il canale telematico, più garanzie sul palinsesto, dichiarava: “Cifre impensabili per un prodotto che ha uno share di media stagionale del 5,24 per cento” [9]. Qualche giorno dopo la Lega decise di accettare l’offerta della pay-tv satellitare SKY, che già trasmetteva grandi eventi cestistici come l’Euroleague e la NBA: un biennale da  1,2 milioni di euro annui. Gli abbonati a SKY si aggiravano attorno a 2,6 milioni, un bacino molto ridotto ma in crescita [10]. Rispetto a prima, la grande piattaforma satellitare dava la certezza di orari precisi e maggiore copertura, oltre a rubriche, approfondimenti, e qualità massima degli eventi. Per gli appassionati un passo avanti notevole, mentre si perdeva la possibilità di coinvolgere una massa di telespettatori non specializzati. In tal senso la Liga spagnola ACB fece il percorso inverso, trovando un accordo con la Tv pubblica nel 2003 (contratto da 1.5 milioni di euro), dopo cinque stagioni di pay-tv, anche se si tratta di un campionato che ha subito una forte ascesa fino ai primi anni del duemila.
 
Intanto si affacciò sulla scena delle Tv in chiaro Sportitalia [11], che darà molto spazio al basket internazionale negli anni successivi. Tra i primi grandi eventi trasmessi vi fu la storica vittoria di Colonia della Nazionale italiana nel match di preparazione alle Olimpiadi 2004 contro le stelle NBA di Team USA. Quasi un preludio all’argento conquistato ai Giochi di Atene, ultimo successo di una generazione di giocatori che hanno regalato tanti successi a partire dalla fine degli anni novanta. A dimostrazione del grande seguito capace di suscitare la pallacanestro, la finale contro l’Argentina e la semifinale contro la Lituania furono il secondo e il terzo evento più visto in Italia in tutto l’arco della manifestazione olimpica, con un audience di oltre 6,4 milioni di spettatori, dietro solo alla gara del bronzo del ginnasta Jury Chechi [12]. Probabilmente questo grande successo avrebbe convinto la RAI a valorizzare maggiormente il basket, ma ormai il percorso intrapreso dalla Lega cestistica era delineato.
 
[L’indimenticabile semifinale olimpica degli azzurri contro la Lituania.]

 
NOTE
1.Andrea Tosi, Cazzola salvo per un punto. Diritti: entra in scena la Rai, La Gazzetta dello Sport, 21 marzo 2000.
2.Il Gruppo Media Partners è stato fondato nel 1995 da Marco Bogarelli e Rodolfo Hecht. La società raggiunge inizialmente una posizione di rilievo nell’acquisizione di diritti relativi agli sport invernali, per poi estendersi ad altre discipline sportive. Dal 1999 il gruppo costituisce una apposita società, MP Web, rivolta allo sfruttamento dei diritti sportivi relativi ai new media (Internet, Umts, Tv digitale). Nel 2006 è stata acquisita dalla multinazionale Infront Sports & Media AG (il cui presidente e CEO è Philippe Blatter, nipote del presidente della FIFA Joseph) assumendo il nome di Infront Italy. Oltre alla gestione dei diritti sportivi (TV, media e pubblicitari) è impegnata nella produzione, aggregazione e distribuzione di contenuti media, nei servizi tecnici legati alla distribuzione del segnale televisivo, nell’organizzazione di eventi sportivi, nello sponsoring e nella consulenza strategica di marketing. Da: <www.sportemultimedia.net>
3.Annese Carlo, Attenti alla sirena: quando suona, cambia tutto, La Gazzetta dello Sport, 13 ottobre 2000, pag. 27. Nelle casse delle squadre venivano garantiti una decina di miliardi all’anno.
4.Da: Il meglio del basket italiano è sul web, <www.varesenews.it>, 16 maggio 2001. Telebasket.com è stato il network dedicato alla pallacanestro internazionale creato e gestito da MP Web, pubblicato in 40 lingue, con un database con le schede tecniche dei giocatori, video, partite in diretta, interviste, community degli utenti.
5.Il massimo torneo continentale vide una scissione con la FIBA, destinata a durare una sola stagione, conservando un proprio torneo denominato Suproleague, il cui contratto per 20 milioni di dollari con la società svizzera Isl non soddisfava le Leghe e i club dissidenti. I diritti televisivi dell’Euroleague furono ceduti alla società di telecomunicazioni spagnola Telefonica, per 35 milioni di dollari annui per 5 anni. Da: Laura Castagna, Un canestro da 400 miliardi, Corriere Economia, 24 luglio 2000, pag. 5.
6.Walter Fuochi, Via al basket dell’austerity. Meno star e più incertezza, La Repubblica, 21 settembre 2002, pag. 52.
7.Gli ascolti delle finali del 2002 avevano fatto registrare uno share del 6.7% contro il 6.2% dell’ anno passato. Da: Andrea Tosi, «Stranieri? La situazione non cambia», La Gazzetta dello Sport, 20 giugno 2002, pag. 33.
8.RaiTre trasmetteva in diretta il secondo tempo 15.50. Venne riproposto il posticipo su RaiSport Sat.
9.Tiziana Bottazzo, RaiSport e diritti. E’ ancora polemica, La Gazzetta dello Sport, 21 maggio 2004, pag. 12.
10.Vincenzo Di Schiavi, Basket in tv al settimo cielo, La Gazzetta dello Sport, pag. 39, 18 maggio 2004.
11.Sportitalia si costituisce in seguito alla decisione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato di subordinare il via libera della fusione tra Tele+ e Stream alla cessione delle frequenze delle due reti criptate analogiche possedute da Tele+, Tele+ Bianco e Tele+ Nero. Il finanziere tunisino Tarak Ben Ammar acquista le frequenze in collaborazione con l’emittente satellitare europea Eurosport. Il 30 ottobre 2003 arriva il via libera dalle autorità italiane ed europee per trasmettere sulle vecchie frequenze di Tele+2 il canale Sportitalia.
12.Mancini Gabriella, Olimpiade superstar in tv, La Gazzetta della Sport, 31 agosto 2004, pag. 28. La classifica completa dei singoli eventi più visti per disciplina (in migliaia): 1) Anelli, Chechi 6.793, share 38,75; 2) Basket Finale 6.475, share 39,72; 3) Basket Semifinale 6.429, share 34,39; 4) Calcio 6.387, share 40,51; 5) Atletica 6.329, share 35,85; 6) Fioretto oro squadra m. 5.868, share 48,39; 7) Beach volley 5.858, share 37,21; 8) Sbarra, Cassina 5.841, share 32,30.
 
IL BASKET DEGLI ANNI 2000
Alcuni momenti televisivi.
 
Olimpiadi Sydney 2000. Italia-USA.
Commento di Franco Lauro.

 
Eurolega 2001. Finale. Gara 3.
Le magie del virtussino Manu Ginobili.

 
Colonia 2004. Test match Italia-USA.
Sportitalia, con commento di Francesco Bonfardeci e Claudio Coldebella.

 
[continua]
 
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