La GIBA, Giocatori Italiani Basket Associati, dal 1982 è il sindacato dei giocatori di pallacanestro. Dal 2013 ne è presidente il teatino Alessandro Marzoli, che con il vicepresidente Mario Boni – l’uomo che ha messo sulla cartina della Serie A prima il Roseto e poi il Teramo – compone un team tanto ben assortito quanto determinato a sostenere i lavoratori del basket.
E siccome la crisi, che dal 2008 flagella il mondo intero e l’Italia in special modo, aggredisce anche il mondo della palla a spicchi, la coppia – che lo scorso anno ha deciso di aiutare gli ex giocatori a intraprendere una carriera post lavorativa con incontri nelle aziende e imprenditori – quest’anno ha lanciato una novità a livello europeo: un sussidio per i giocatori senza squadra.
Il progetto, che applica a mo’ di difesa a zona la solidarietà al basket, darà infatti la possibilità di accedere a un vero e proprio sussidio di disoccupazione.
Si tratta di un progetto pilota, proposto dagli stessi giocatori in seno al Direttivo (pare che fra i più attivi nel proporlo ci sia stato un altro abruzzese famoso, Stefano Mancinelli), che prevede una sorta di breve “cassa integrazione” per chi resta senza contratto.
Quindi, stando a quando comunicato dalla GIBA, i giocatori di basket che saranno senza squadra nel periodo compreso fra il 5 e il 16 ottobre 2015, se in possesso dei requisiti consultabili sul sito internet dell’associazione, potranno usufruire di una somma giornaliera fino ad un massimo di 20 giorni.
Le richieste saranno vagliate in ordine di arrivo e soddisfatte a seconda del budget a disposizione.
Fra i requisiti, avere più di 23 anni, essere iscritto alla GIBA, aver giocato nella stagione 2014/2015 in Serie A, A2 Gold, A2 Silver o Serie B e aver giocato almeno 5 stagioni in campionati nazionali.
Il teatino Marzoli, impegnato in politica con il Pd e qualche anno fa attivo addirittura negli Stati Uniti come volontario nello staff di Obama in campagna elettorale, ha le idee chiare: «Un giocatore disoccupato perde il suo status di lavoratore del basket, con tutto quello che di negativo ne consegue. Noi, oltre a volere una pallacanestro con maggiori sicurezze e prospettive per il futuro, abbiamo deciso di provare a fare qualcosa di nuovo nel panorama europeo».