Luke Skywalker: «Cerco un grande guerriero».
Yoda: «Guerra non fa mai nessuno grande».
(Guerre Stellari, Episodio IV, Una nuova speranza.)
Parole di due personaggi tra i più importanti e conosciuti del panorama cinematografico della fine degli Anni 70, frutto della fantasia del magnifico George Lucas.
La guerra non fa nessuno grande, eppure la guerra fa parte di noi come tutte le cose esistenti e manifestabili sulla terra, anche quelle terribili.
Forse siamo cresciuti in un’epoca ovattata che ci ha drogati di benessere. Ma la storia dell’uomo parla di altro. Le guerre esistono, sono sempre esistite, come le pandemie, le carestie, le morti ingiuste.
Vi sembra uno scenario terrificante? È possibile, ma è proprio perché la guerra – come tutte le brutture sopra citate – fa parte dell’uomo è l’uomo che va studiato, e la sua storia.
La pace e la democrazia sono state inventate dall’uomo e dall’uomo sono state istituite. Motivo che le rende variabili, instabili, non dati di fatto che possono passare per acquisiti.
E le dittature?
La dittatura ha una funzione. Strano, ma vero. Nulla nella storia dell’uomo nasce a caso, e se qualcosa nascesse per sbaglio di certo non sarebbe una forma di governo!
Quindi a cosa serve? Fra i molti esempi che si potrebbero fare, utilizzerò quello della Grecia del V secolo avanti Cristo.
Questo periodo fu davvero meraviglioso e di grande svolta per la storia umana. D’altronde, se il filosofo Umberto Galimberti ritiene la Grecia la madre del popolo più intelligente mai esistito sulla terra, un motivo ci sarà.
La cultura nasce in Grecia e in quel periodo ha un repentino sviluppo. Non per nulla fu un periodo di egemonia ateniese, dove il grande sviluppo sociale, artistico, culturale ed economico fece denominare il periodo come età d’oro di Atene.
Dopo la pace con la Persia, il tiranno Pericle, con un grande mossa politica, trasferì il tesoro della lega delio-attica da Delo ad Atene. La polis aveva il dominio militare sulla Grecia intera. Quindi come fece un solo uomo a condurre la scena politica nella patria della democrazia? Perché Pericle fu tiranno fino a che ad Atene sembrò la scelta più vantaggiosa.
Ma qual è il prezzo da pagare per una dittatura? Il fatto che quando è uno solo a capo di tutte le scelte un suo pensiero, seppur folle, diventa realtà. E tutti possono essere colpiti dalla follia del singolo.
Per Hitler furono gli ebrei, per il Giappone fu la Cina, per gli egizi furono i nubiani, per i romani furono i barbari e via all’infinito. Ma un vero motivo, un perché, non esiste se lo si cerca fuori dagli intrecci politici e dalla giustificazione della disuguaglianza.
Un tiranno è sempre un tiranno, anche se fa cose buone. Lo pensavano anche i romani quando cancellarono quasi del tutto la scrittura etrusca, nonostante questo popolo venisse ricordato dagli stessi romani come prolifero nell’arte dello scrivere.
In effetti a Roma, dopo la fine della monarchia, c’era un grande problema con la parola “re”. E ricordiamo che i re erano stati anche etruschi. Ma non fu solo questa la causa della loro cancellazione. Gli etruschi erano i perdenti, gli sconfitti, coloro che avevano una grande e brillante cultura, da cui Roma prese tantissimo, finiti sotto il giogo della Lupa. Magra soddisfazione!
I romani stessi non furono da meno per dittatura e schiavismo e gli imperatori ne furono la prova. Molti di loro vennero ricordati come personalità eccentriche, come Caligola e Nerone, oppure come grandi politici nei casi di Augusto e Marco Aurelio, ma la storia scritta racconta sempre il vero? Assolutamente no! Le fonti, sotto tutti i regimi, sono comandate dalla politica che predomina in quel momento. A Roma, quindi, se un imperatore non si fosse relazionato bene con i potenti uomini del Senato avrebbe potuto essere ricordato come un pazzo eccentrico… prezzo da pagare per chi preferisce la libertà di agire alla propria salvezza politica.
I grandi dittatori subiscono la damnatio memoriae, visto che tanto potere dà tanti pericoli. Ce lo racconta anche la storia della spada di Damocle che, invidiato da un servo per il suo potere, lo invitò a sostituirlo per un giorno, appendendo sulla sua testa una spada appesa a un filo sottilissimo. Ecco come si sente un dittatore.
Sia chiaro, non sto giustificando assolutamente la perdita della libertà sociale, morti e massacri. Sto solo cercando di capire come sia possibile, nel 2022, quando l’istruzione è gratuita e aperta a tutti nel nostro paese, trovare persone che si stupiscono per quello che sta accadendo ai giorni nostri.
La cancellazione della memoria non risparmia nessuno, nemmeno Nevio Pompuleio, Guerriero di Capestrano, Re dei Vestini. La sua famosa statua, conservata al museo di Villa Frigerj a Chieti, venne ritrovata in pezzi. Appositamente demolita rompendola all’altezza delle caviglie. Gesto emblematico di una damnatio memoriae operata senza bisogno di scrittura.
La dittatura o la tirannide entrano in gioco in momenti di profonda crisi: economica, sociale, culturale. In momenti in cui le persone si sentono disarmate, impotenti e con un grande bisogno di una guida che li aiuti ad uscire da una situazione precaria. Coincidenze che capitano fin troppo spesso nella storia.
La guerra e la dittatura non sono finanziate solamente dai soldi, ma dall’ignoranza e dalle paure. Chi non sa cosa è successo prima di lui non conosce i risultati dei meccanismi presenti e futuri. Chi ha paura, fomentato dalle politiche d’odio (che in Italia non mancano) cercherà in un unico leader una guida che pensi a tutelarlo!
Quando questo avviene non c’è vantaggio per nessuno e tutti quelli che non sono a favore del dittatore vengono azzittiti.
La censura diventa quindi uno strumento di comando fondamentale. Più la cerchia che gestisce il potere è piccola, più le forme coercitive di controllo saranno maggiori e rigide. La storia lo insegna: è un assioma fondamentale!
Da studiosa del passato vedo il presente e mi auguro che questi fenomeni negativi non si ripetano, anche se le premesse ci sono. Sembrano differenti, ma non lo sono affatto!
Vogliamo parlare di come il Codice di Hammurabi, tra le più antiche raccolte di leggi, scritto nel XVIII secolo avanti Cristo, sembri così attuale, inneggiato dalle masse caricate di odio con il loro “occhio per occhio, dente per dente”? E comunque, spesso più sano e tutelante, dopo quasi 4.000 anni, rispetto a uomini senza la minima umanità, che giocano a fare i ministri sulla vita di persone racchiuse in varie categorie senza diritto.
La storia antica sembra lontana, ma insegna tanto quanto quella moderna. Guardatevi dall’ignorare il passato! È solo un ottimo pretesto per ripetere, in maniera infantile, sempre gli stessi errori.
Ricordiamoci, tutti, che il benessere di pochi rispetto ai molti non va mai fuori moda. E chi ci dice che la storia non serve ci vuole ignoranti e manovrabili.
Lo affermo senza censure, per adesso.
ROSETO.com
Il salto dell’uomo: scavare nella storia, per comprendere il presente.
ANDREA DI GIOVANNI
TUTTI GLI ARTICOLI
https://www.roseto.com/news.php?id_categoria=119&tipo=rosetano