Sedima Roseto
PARLA NEVEN SPAHIJA.

Due chiacchiere in libertà con il coach, che non si esalta e chiede rispetto.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Mercoledì, 09 Febbraio 2005 - Ore 21:00

Neven Spahija non è propriamente un mondano. Casa e PalaMaggetti, con qualche sosta per un caffè. O un tè.

E allora caffè per l’intervistatore e tè per il coach di Sebenico, giusto il tempo per due chiacchiere di numero.

Neven, sempre e solo salvezza?
“Per adesso io dico salvezza. Un conto sarebbe stato partire con questa squadra, un conto è averla adesso. Ma Roseto non è una metropoli e quello che fa lo fa con grandi sacrifici, per cui andiamo avanti nel lavoro per fare sempre del nostro meglio”.

Però a vedere la classifica e ripensare a quelle due sconfitte interne contro Roma e Udine…
“Si, puoi pensarci e puoi pensare anche all’infortunio di Woodward, che quelle gare non le ha giocate. Ma se pensi a questo ti fai soltanto del male. Certo, se le cose fossero andate in modo diverso … ma con i se non si fa il futuro. Il futuro dobbiamo costruircelo giorno per giorno, lavorando duro in palestra, consapevoli che a Roseto è più difficile lavorare che in altri posti”.

In che senso è più difficile?
“Roseto e il basket sono due cose unite. Roseto è fatta di basket e vive per il basket. In tante altre città di Serie A non si lavora con questa pressione, con questo amore della gente per la squadra. Per questo dico che è più difficile e chiedo ai miei giocatori il massimo impegno, cercando di spiegargli quanto sia importante non deludere le aspettative di una intera città e non disattendere i sacrifici fatti da chi sta portando avanti il basket a Roseto”.

Glielo spieghi anche sospendendo l’allenamento, a brutto muso insomma…
“Si, se serve si. Ma una discussione fa parte della vita di un gruppo. A te non capita mai di discutere sul lavoro o in famiglia? Io dico che una sana discussione aiuta, se si è bravi a lavare i panni in famiglia”.

A Roseto pensare di non far trapelare nulla è impossibile…
“Io non pretendo questo, non pretendo nulla. Il palasport è aperto e tutti possono venire a seguire il nostro lavoro. Però ci vuole rispetto e non bisogna raccontare bugie”.

Coach, c’è qualcosa che ti rode?
“Mi è dispiaciuto che, nei giorni scorsi, qualcuno ha scritto cose non vere sia in relazione alle cose che io avrei detto quando ho interrotto l’allenamento sia in relazione alle mie abitudini e al mio modo di lavorare. Io non sono un allenatore superstar né un fenomeno, però sono un professionista serio, che è venuto a Roseto per lavorare onestamente”.

Non mi sembra che sulla stampa sia uscito qualcosa di eclatante nei giorni scorsi…
“Non parlo di giornali o televisioni. Voi fate il vostro lavoro e devo dire che siete professionali ed obiettivi. Se vinciamo e se perdiamo sappiamo cosa possiamo aspettarci da voi. Mi riferisco invece a qualcuno che ha messo in giro voci o usato forum per scrivere cose assolutamente false che si riferivano a mie frasi o a mie abitudini. Questo non lo posso accettare”.

Neven, ne prendo atto e do voce al tuo disagio. Anche perché cose molto vicine a quelle da te lamentate sono state scritte proprio su ROSETO.com, dove sarà pubblicata questa intervista.
“Grazie”.



Stampato il 11-23-2024 12:34:51 su www.roseto.com