Mario Martorelli, che d’inverno vive nella Capitale e d’estate nel Lido delle Rose, ci regala i suoi pensieri. Fra metafore e allegorie, il senso della vita.
Roseto degli Abruzzi (TE)
Giovedì, 28 Aprile 2022 - Ore 17:00
Cuore matto, cantava Little Tony.
Il mio, sembra ricalcare il ritornello.
Seguo l’iter e, nel pomeriggio di qualche giorno fa, accompagnato dall’amico Fabrizio, vengo ricoverato all’A.M.B.I. (Area Assistenziale a Media-Bassa Intensità) dell’ospedale Sandro Pertini.
Rileverò, poi, come il reparto risulti il portato dell’intuizione di un illuminato: “Come evitare l’intasamento delle sale operatorie”.
Stanza pulita e personale presente. Il vicino di letto deve, come me, sottoporsi a cardioversione elettrica. Alle otto di sera, si presenta il dottor Iulianella che ci preannuncia l’intervento per la mattina successiva.
La notte passa come tutte le notti in ospedale, ritmata dal ripetuto accesso degli infermieri di turno.
Arriva il mattino. Si ripresenta il dottor Iulianella. Ma non si riposa mai? Ah già, è un abruzzese forte e gentile. Interviene l’anestesista, la dottoressa D’Arena, efficiente e con modi garbati.
Eccoci: siamo al box della squadra corse Ferrari. Del team fanno anche parte la caposala e due infermieri.
Ognuno sa quello che deve fare e procede con celerità.
Se non fosse Formula Uno, ma Rally, dovrei dire: “Alla guida il dottor Iulianella, con la dottoressa D’Arena navigatore”. La rimanente parte della squadra corse si muove all’unisono.
Lo starter dà il via, la corsa ha inizio. Vengo addormentato per pochi minuti. Mi sveglio. È tutto finito. Siamo arrivati al traguardo per primi!
Se non avessi smesso di fumare da tanto tempo, direi: “È stata una fumata di sigaretta!”.
Grazie a tutti, ovviamente di cuore.
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Roma Amor [Riflessioni dalla Capitale, di Mario Martorelli.]
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