Francesco Ponticiello [Ciccio e franco]
L’ANALISI DELLA SUPERCOPPA DI SERIE A2 E DI SERIE B

Torna, graditissimo e necessario - vista la sua competenza – coach Francesco Ponticiello, che ha seguito per Roseto.com le Final Four di Supercoppa e ce le racconta in modo dettagliato. Imperdibile.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Luned́, 26 Settembre 2022 - Ore 15:30

«Come stai Luca, pronto per la nuova stagione?».

Le app dei telefonini – WhatsApp, Telegram, Messenger – sono uno strano strumento: tengono in contatto le persone in modo assai più discreto di una telefonata. Per un motivo ignoto, riescono ad essere più diretti. E allora basta poco, un paio di tocchi delle dita sullo schermo dello smartphone, per fare in modo che due come Luca Maggitti ed il sottoscritto, che si conoscono da una vita, mettano giù un’idea intrigante.

«Molto bene, Ciccio, grazie. E se rispolverassimo la tua rubrica su Roseto.com, “Ciccio e franco”? Tipo un’edizione speciale per le Final Four di Supercoppa? Beninteso, sai che quando vuoi, sei sempre il benvenuto con le tue riflessioni».

Basta un attimo, solo un attimo, e in un tranquillo giovedì di inizio autunno, siamo all’Unieuro Arena di Forlì… no, non in senso fisico, bensì tramite lo streaming garantito dall’LNP Pass. Eccomi catapultato alle Final Four Old Wild West.

Dalle 14 in punto, occhi puntati sullo schermo del mio laptop, ma è il caso di fare ancora un passo indietro, anzi in avanti: alle finali di sabato pomeriggio. Cremona-San Severo e Roseto-Orzinuovi sono davvero gran finali. Per il basket di A2 e di serie B, spesso asfittico, che si gioca in pre-season.

Già, la pre-season… ma quale pre-season?

LA FINALE DI A2...
Il ritmo incessante e l’alternanza di temi tattici della finale di A2, Vanoli Cremona-Allianz Pazienza San Severo, farebbero piuttosto pensare ad una fase ben più avanzata di stagione. L’incredibile energia e lucidità delle due squadre, addirittura ad un anticipo di playoff. Non che il lavoro che da qui alla prossima primavera attende Demis Cavina e Damiano Pilot e gli staff che dirigono, siano da pura routine... Colpisce piuttosto la voglia “di giocare una finale” di ognuno dei protagonisti. E dire che in tanti, colpevolmente, avevano immaginato uno scenario da Davide contro Golia. È evidente che Cremona, per la forza e completezza del roster, per il lungo percorso in A1 di questi anni, sia con Cantù, Udine, Fortitudo Bologna e Torino, quasi “costretta” a vincere l’A2. Ma la grande energia, l’equilibrio e la perfetta complementarietà delle parti con cui è stata costruita, dimostra come il successo in semifinale con Udine di Ed Daniel e soci non possa essere archiviato alla voce “Basket di settembre”. I pugliesi dimostrano di esser riusciti, seppur nella variazione profonda di roster e guida tecnica, pur senza un catalizzatore come era l’anno scorso Ty Sabin, a dare continuità alla mirabile stagione 2021/2022. Il match mostra subito la grande pericolosità al tiro pesante di San Severo, l’aspetto che più di tutti l’ha condotta in finale. L’intesa immediata tra le due ali, Agustin Fabi e Ion Lupusor, maturata già dai tempi della comune esperienza a Reggio Calabria, il ritmo e l’ampiezza delle spaziature garantiti dall’impatto di Matteo Bogliardi, consentono a San Severo di partire a mille. Malgrado la stanchezza accumulata in semifinale, che, in cooperazione con l’attenta difesa sui “pick & roll” di Cremona, tiene Bogliardi a percentuali inferiori a quelle mostrate in tutta la Supercoppa, i pugliesi aprono il campo con il tiro pesante e conducono fino ad inizio secondo quarto.  Cremona dimostra però di disporre già di una dote importante, la pazienza di investire sulla continuità del proprio gioco, di saper attendere il pieno dispiegarsi dell’effetto del suo enorme potenziale tecnico. Un qualcosa che potrà essere prezioso nel corso della lunga stagione che l’attende. Ma è trasversale l’aspetto che mi fa piacere porre in risalto: l’impatto in una finale dei giovani distribuiti nei due rosters. Se già dalla vigilia c’era da attendersi l’impatto dei vari Bogliardi e Sabatino di San Severo, l’intrigante coppia di piccoli di San Severo, davvero complementari per caratteristiche tecniche, fisiche e caratteriali, oppure del trio Ebuoa [fino all’uscita per falli, autentico rebus tattico per la difesa dei pugliesi], Mobio, Piccoli, ex di giornata, di Cremona, colpisce l’impatto di altri nati dopo il 2000. L’apporto da una parte di Ly-Lee (peraltro in maggiore spolvero nel confronto di semifinale con Udine) ed Arnaldo, dall’altro di Gallo, seppure per pochi minuti, dimostrano quanto queste squadre, per differenti obiettivi stagionali, possano attingere agli appartenenti alla Z Generation nel roster. Il successo finale di Cremona, combattuto e meritato, è il risultato della superiore profondità di organico. Espressione sicuramente del guizzo finale dell’MVP della manifestazione Trevor Lacey, che vince nettamente il confronto con Wilson di San Severo, a fare la differenza è l’apporto come giocatori di sistema dei vari Caroti, Denegri e quello difensivo di Matteo Piccoli. Il tutto considerando l’enorme apporto, in entrambe le squadre, di due autentici “mister utilità” come Jalen Cannon ed Ed Daniels

...E LA FINALE DI B
Passando alla Serie B, anche nello scontro che vede opposto due delle grandi favorite della vigilia di una stagione, invero assai anomala, si mostrano in modo chiaro gli indirizzi che Marco Calvani e Danilo Quaglia stanno dando alle loro squadre. Detto in altri termini, considerando che si procede verso una sorta di maratona, che dividerà le squadre in due tronconi, da un lato verso una riedizione della B1, dall’altro in un non meglio definito Interregionale, è sorprendente che anche qui sembra d’essere in contesto da playoff. Gli abruzzesi impongo praticamente per tutto il confronto un tema difensivo ben definito: sebbene privi del loro leader indiscusso, Valerio Amoroso, il cambio automatico in tutte le situazioni di pick & roll caratterizza in modo evidente l’incontro. La naturalezza con cui i tutti i lunghi di Roseto, da Mastroianni, da sempre a suo agio nel difendere anche sui piccoli, a Seck (forse il miglior MVP Under, di Supercoppa di B) e Dincic, è un evidente fattore di caratterizzazione. Ma ciò che colpisce è che la struttura fisica dei vari Morici, Santiangeli, Di Emidio gli consenta di non andare in difficoltà contro i triangoli di passaggio ai vari Ponziani, Alessandrini e Planezio, con cui Marco Calvani prova a punire la scelta del cambio. E quando i conseguenti mis-match interni coinvolgono i più giovani del roster di Danilo Quaglia, i vari Zampogna, Fiusco e Ronca, puntuali arrivano dei raddoppi dal lato debole che riescono a riempire l’area e contemporaneamente a “sporcare” le linee di passaggio verso i tiratori, i vari Leonzio, Gasparin, Da Campo, che a dispetto della buonissima spaziatura sul lato debole, non riescono ad essere coinvolti con i giusti tempi. A disinnescare gli equilibri difensivi di Di Emidio e soci provvede allora Emanuele Trapani, poi eletto MVP della manifestazione per la serie B, più efficace del pari ruolo Procacci nell’attaccare dal palleggio i cambi di Roseto. Riesce a farlo sia direttamente, che dopo quello che tecnicamente viene definito come “boomerang”: l’attaccare l’uno contro uno in recupero del lungo che ha cambiato, solo dopo un primo appoggio ad una sponda e successiva sua ricezione. L’equilibrio con cui il match scorre, per tutto il secondo e terzo quarto, viene rotto ad inizio degli ultimi 10 minuti, quando la pericolosità al tiro pesante di Dincic e Mastroianni, assai indigesta per i lunghi lombardi, e il micidiale uno contro uno di Santiangeli, sembrano scavare il solco definitivo. Ed invece il 57-50 per Roseto, a pochi minuti dalla sirena, viene recuperato dagli esterni di Orzinuovi. Le felici iniziative di Leonzio e Gasparin e l’enorme energia difensiva portano ad un 62-68 ad una manciata di secondi dalla fine, parziale di 18 a 7, che sembra chiudere i conti. Ma è un’illusione, ci vogliono i due punti a fin di sirena di Planezio, per fare in modo che sul 68-68 che sembra preludere ad un overtime, la coppa prenda la definitiva strada di Orzinuovi.

QUOTAZIONI IN BORSA(2)...
(Impressioni, in prospettiva stagionale, sulle squadre di A2).
CREMONA. Difficile immaginare per la Vanoli un ruolo che non sia da protagonista. Oltre all’indubbio potenziale del roster, il team di Demis Cavina ha mostrato già a Forlì un’identità precisa e soprattutto piena consapevolezza di cosa fare per indirizzare un confronto nella giusta direzione.
SAN SEVERO. C’era chi pensava che la strabiliante stagione 2021/2022 fosse il frutto di un insieme fortuito di fattori, prima di tutti l’incredibile apporto di Ty Sabin. Il rendimento della Supercoppa mostra altro. con un nuovo allenatore, un roster rinnovato ed un basket differente, San Severo può ancora stupire.
UDINE. Il roster di Matteo Boniciolli, dopo due finali consecutive, ci proverà ancora. E sembra avere tutti i numeri per farcela. Quanto mostrato a Forlì non è l’effervescenza di chi si prepari ad una partenza lampo, piuttosto il passo programmato di chi voglia rifinire, mese dopo mese, il suo sistema. E vincere.
CANTÙ. I brianzoli erano già la scorsa stagione il club più accreditato per la vittoria finale. Quest’anno vantano ancor più credito. Un roster stellare per la categoria, il nome di Dario Hunt che spicca su tutti, e poi la presenza di Meo Sacchetti, in A2. Anche qui, l’investimento è per la primavera, niente partenze sprint.

...E LE QUOTAZIONI CADETTE
(Compito ancor più difficile da espletare…)
ORZINUOVI. Ritornata in serie B dopo una stagione, che nelle intenzioni societarie doveva essere un upgrade nel contesto dell’A2 e che invece si è conclusa con un’amara retrocessione, la compagine lombarda sembra avere tutte le carte in regola per la promozione. L’investimento è in un basket di sistema.
ROSETO. Esattamente come Udine, Amoroso & Co sono reduci da due finali consecutive e non nascondono le ambizioni di promozione. Lo strumento è la creazione di un roster davvero profondo, alternative infinite in ognuno dei ruoli. Con Orzinuovi e Nuova Sebastiani Rieti in cima ai pronostici di tutti.
SANT’ANTIMO. Era arrivata alle finali di Forlì dopo tre consecutive vittorie esterne, un numero assai vicino al totale di vittorie esterne di tutta la stagione scorsa. Tutto frutto di una gestione razionale e non emotiva della programmazione estiva. A ragione, un’autorevole pretendente alla prossima B1.
LEGNANO. Come Roseto, si era presentata alle finali di Supercoppa priva del suo leader tecnico: Tommy Marino. Ma ha impegnato Orzinuovi fino all’ultimo possesso, con un’identità che è andata ben oltre la stessa qualità dei singoli. Certo è che un asse play/pivot, Marino + Sacchettini, ha pochi competitors in B.

ROSETO.com
Francesco Ponticiello [Ciccio e franco]
TUTTI GLI ARTICOLI
https://www.roseto.com/news.php?id_categoria=43&tipo=basket







Stampato il 12-03-2024 19:09:31 su www.roseto.com