Roseto Basket Story
CHRISTIAN DI GIULIOMARIA E NEVEN SPAHIJA: IL CAPITANO E IL COACH DEL ROSETO PIÙ FORTE DI SEMPRE SI RITROVANO A VENEZIA.

A 18 anni dalla Serie A con il Roseto, il nuovo allenatore della Reyer che guidò la squadra del Lido delle Rose e l’ex atleta che ne fu il capitano si ritrovano. Parla il Principe, che ringrazia Spahija e Pancotto e saluta i rosetani, incoraggiando l

Roseto degli Abruzzi (TE)
Martedì, 14 Febbraio 2023 - Ore 10:00

Domenica 12 febbraio 2023, a Venezia, Neven Spahija ha preso in mano le redini della Reyer e fatto il suo esordio come allenatore, portando alla vittoria i lagunari contro Pesaro.

Prima della palla contesa, in occasione dei 150 anni del sodalizio cestistico veneziano, è stato premiato Christian Di Giuliomaria, che a Venezia ha giocato lasciando un ottimo ricordo.

Cosa c’entra Roseto? Non provocatemi: lo sapete che – nel basket – tutto nasce o passa per Roseto e poi si espande!

Anche stavolta, visto che Neven Spahija e Christian Di Giuliomaria sono stati, rispettivamente, coach e capitano del “Roseto più forte di sempre”, nella Serie A 2004/2005.

Così, 18 anni dopo quello splendido campionato, Christian e Neven si sono ritrovati a Venezia, prima della partita in cui il tecnico croato di Sebenico faceva il suo esordio.

“Il Principe” Di Giuliomaria racconta: «La Reyer mi aveva contattato con largo anticipo, onorandomi, per una premiazione da fare domenica scorsa. Dal contatto al giorno della premiazione, la società ha cambiato allenatore e così io mi sono ritrovato al palasport di Venezia, città in cui ho giocato e lasciato un pezzo di cuore, nel giorno in cui esordiva il mio ex allenatore a Roseto, altro posto in cui ho giocato e lasciato un pezzo di cuore: cosa potevo chiedere di più a livello emozionale?».

Un incontro che ha riportato Christian indietro di 18 anni, stimolandolo a riflettere: «Quando sei giovane e in carriera, tutto corre veloce e spesso non ti soffermi e pensare. Dopo quasi 20 anni, riflettendo mi ritengo davvero fortunato perché ho avuto la possibilità di far parte di gruppi competitivi e giocare in tanti posti, in cui ho dato tutto ciò che avevo e sono stato amato dal pubblico. Rivedere Neven Spahija mi ha poi ricordato un momento preciso della mia carriera, quando grazie a lui a Roseto e poi a coach cesare Pancotto a Udine, ho avuto la possibilità di riemergere dopo gli infortuni e di disputare buone stagioni, giocando anche in Nazionale (vinse l’Oro ai Giochi del Mediterraneo di Almeria 2005, n.d.r.)».

Di Giuliomaria è stato premiato poco prima dell’inizio dell’incontro, per poi seguire Venezia-Pesaro a bordo campo, trovando anche il tempo di fare due chiacchiere con Spahija, come racconta il capitolino: «Abbiamo parlato qualche minuto prima della partita, con grande cordialità, ma ho voluto limitare al minimo la mia invadenza, perché Neven stava per entrare in clima partita e io non volevo disturbarlo nel giorno del suo esordio in una nuova realtà. Poi mi sono seduto a pochi metri da lui godendomi la partita e l’ho rivisto tale e quale a 18 anni fa: un tecnico di grande capacità, che con le sue poche e giuste parole porta tranquillità e toglie esasperazione. Credo che i ragazzi di Venezia troveranno nuove energie per finire al meglio la stagione. Me lo auguro per i tifosi, che saluto con affetto e che meritano il meglio».

E, a proposito di stagione e tifosi, Christian Di Giuliomaria saluta con un pensiero dedicato al Lido delle Rose: «Voglio salutare i tifosi rosetani, la squadra e Danilo Quaglia che li allena. Vi seguo, so che stanno lottando per vincere il campionato e spero che tutto vada nel migliore dei modi».

[Tratto dal libro “il CUORE del ROSETO” di Luca Maggitti, 2014.]
Christian Di Giuliomaria
“Il Principe” del “Roseto più forte di sempre”.

Christian Di Giuliomaria, 2 metri e 10 proporzionatissimi (20 centimetri di meno e avrebbe fatto il modello) di romano classe 1979, arrivò a Roseto il 3 settembre 2004. Lo ingaggiò Michele Martinelli, per sostituire Donato Avenia ma, soprattutto, perché aveva intuito le possibilità di rilancio di un giocatore ancora troppo giovane per vivere di passato glorioso. “Il Principe”, così prese a chiamarlo il giornalista Giorgio Pomponi, veniva dalla LegaDue di Sassari, in cui aveva  giocato 25 gare, di cui 14 in quintetto, a 23,4 minuti con 9,2 punti e 5,3 rimbalzi di media. La Sardegna e la seconda lega per rilanciarsi dopo gli anni in Lombardia, diviso fra le giovanili e gli esordi a Cantù (1996-1999) e le stagioni a Varese (fino al 2003), tormentato da vari infortuni. Christian arrivò in sordina, accettando la sfida di Martinelli e il ruolo di cambio dei lunghi ai margini delle rotazioni, nella squadra che a gennaio 2005 avrebbe ingaggiato Mahmoud Abdul-Rauf. Squadra affollata e rifatta in corsa, quella. Un brutto anatroccolo che sarebbe poi diventato il cigno chiamato “Roseto più forte di sempre”. Il Principe seppe lavorare duro all’interno di quella squadra, scalando le gerarchie e conquistando la fiducia di coach Neven Spahija. All’inizio il reparto lunghi era intasato: Nordgaard, Beghin, Arigbabu, il giovane Cacciola, per non parlare di coach Spahija che amava giocare con Mutombo da ala grande tattica. Poi ci fu addirittura l’arrivo del centro Andre Brown (da novembre a febbraio), sostituito da Sesay. Come dire: un reparto davvero competitivo. Ma Christian non girò mai i gomiti dall’altra parte e resse bene il confronto, tanto da convincere Martinelli a fare mercato verso fine aprile, rimandando Beghin in Belgio per i playoff e dando fiducia a Arigbabu e Di Giuliomaria nel ruolo di centro, facendo reparto con l’ala grande Sesay. Così la stagione del Principe si concretizzò in 28 gare giocate su 29 a referto, a 6,5 punti, 3,5 rimbalzi, 6,7 di valutazione in 14,8 minuti. Il “Roseto più forte di sempre” di cui Christian divenne Capitano arrivò 7° in regular season e perse i Playoff Scudetto contro la Fortitudo Bologna che avrebbe poi vinto lo Scudetto, vendendo cara la pelle ed uscendo tra gli applausi per la grande forza dimostrata, giocando metà serie dei Playoff senza l’infortunato Abdul-Rauf e con Woodward stoicamente in campo nonostante uno stiramento. Una stagione coi fiocchi, che valse al Principe addirittura il ritorno in Nazionale, per la gioia dei tifosi della Curva Nord che lo omaggiarono con lo striscione “Ultras in campo”. Il Principe è tornato a Roseto anche per uno scorcio della stagione 2012/2013, nell’attuale Serie B, contribuendo al secondo posto che è valso il ripescaggio in A2 Silver.

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