Serie B Nazionale – Pallacanestro Roseto – Playoff – Finali
LA BELLA SE NE SCAPPA A LIVORNO, MA IL ROSETO RITROVA LA SUA GENTE.

Libertas Livorno promossa in Serie A2, Roseto alla terza sconfitta in finale in quattro campionati. Libere riflessioni di fine stagione, le pagelle di Settepanella, le foto di Cusano.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Giovedě, 13 Giugno 2024 - Ore 12:00

ROSETO 74
LIBERTAS LIVORNO 81

Parziali: 18-15; 20-25 (38-40); 15-21 (53-61); 21-20 (74-81).

ROSETO: Durante 6, Maiga 3, Dervishi n.e., Visintin, Donadoni 14, Guaiana 10, Tamani 2, Mantzaris 13, Klyuchnyk 10, Santiangeli 14, Thioune, Petracca n.e.. Coach: Gramenzi.

LIBERTAS LIVORNO: Buca, Bargnesi 2, Fratto 11, Williams 11, Fantoni 10, Vicenzini n.e., Tozzi10, Ricci 4, Madeo n.e., Saccaggi 13, Allinei 20, Lucarelli n.e.. Coach. Andreazza.


Noi con il dolore ci laviamo i denti.
Noi con le lacrime ci dissetiamo.
Noi con la sofferenza ci nutriamo.
Avanti, Popolo Rosetano.


Era fine campionato 2016/2017, Roseto uscì ai quarti di finale playoff per andare in Serie A1, sconfitto dalla Virtus Bologna che poi sarebbe tornata nella massima serie, e io scrissi questo pensiero forte di una sconfitta assolutamente programmata, visto che arrivò al culmine di una stagione eccellente, con Emanuele Di Paolantonio coach esordiente e Roseto che ai playoff ribaltò il fattore campo negli ottavi vincendo 3-1 contro Legnano di coach Ferrari, per poi uscire 1-3 contro la Virtus di coach Ramagli che perse la sua unica gara in casa contro Roseto, visto che poi ne vinse 3 contro Roseto e infilò altri due 3-0 – in semifinale contro Ravenna e in finale contro Trieste – vincendo il campionato.

Dopo la sconfitta del Roseto alla bella contro la Libertas Livorno ho pensato a questa mia frase, oltre che all’incipit di “Disamistade”, canzone di Fabrizio De Andrè.

Che ci fanno queste anime
davanti alla chiesa
questa gente divisa
questa storia sospesa


“Disamistade” è una parola sarda e significa “faida” fra due famiglie rivali. Qui, invece, le anime sono i commoventi tifosi rosetani, la chiesa è il PalaMaggetti, la gente è divisa dalla vittoria del campionato e la storia d’amore fra la Pallacanestro Roseto e la promozione in Serie A2 resta sospesa, nonostante una semifinale e tre finali in quattro campionati di storia della società (se esistesse una promozione “alla carriera”, spetterebbe di diritto al sodalizio nato soltanto nel 2020!).

Insomma: amore e morte. Sconfitte, lacrime e rinascite. Poche gioie, molti dolori. Questo è il basket per il popolo rosetano.

Perché Roseto degli Abruzzi – che per me è il centro del mondo – è un puntino di 26mila anime che riesce a stare in alto nella pallacanestro grazie a persone eccezionali che spalmate nei decenni (di oltre un secolo) ci hanno messo soldi, cuore, testa... e a volte rimesso la vita. Quella vera.

Noi rosetani, parlando di basket, siamo abituati a godere poco nell’atto finale, ma a risorgere dopo le morti sportive (tre soltanto quelle dl 2006 al 2009).

Anche perché vincere è difficile. Assai. Ad esempio, in 103 anni di storia – con affiliazione FIP dal 1946 – quante volte si è vinta la terza serie sul campo venendo promossi in A2? Soltanto 3 volte: 1957, 1982, 1998. Capito quanto diamine è difficile?

Certo, sapere che negli ultimi 4 campionati sei arrivato per 3 volte in finale, “parandoci le mani” per altrettante volte, porterebbe a gesti inconsulti... soltanto però se si considera l’atto finale.

Ma il viaggio? Dove lo mettiamo il viaggio? (No, non in quel posto... non siate volgari!). Se contasse solo la meta, si giocherebbe solo una giornata di campionato.

Dove li mettiamo i 10 meravigliosi mesi di questa squadra, che ha fatto innamorare la città? Il viaggio di quest’anno è da custodire nel cuore, perché davvero eccezionale e perfettamente calato nella realtà cittadina, che per questo lo ha accettato restituendo un amore sconfinato.

È così: prendere o lasciare. Se tifi Roseto, lo sai. Se ti piace questo posto, con la sconfitta ci fai i conti prima. E perdere non è un problema – come dimostra il PalaMaggetti ieri sera – perché sei ormai così abituato ad avere più dolori che gioie che oltre ad aver imparato a vincere (quelle poche volte) hai pure imparato a perdere. E permetti alla Libertas Livorno di festeggiare, sportivamente, ricevendo applausi e complimenti dalla tifoseria labronica, che gli stessi complimenti li ha fatti quando Livorno ha perso in casa gara 3. E che per questo – non essendo tifoseria paracula – ha tutto il mio rispetto.

Torniamo nel Lido delle Rose, per chiederci, sempre ripensando a “Disamistade”: quando finirà la faida fra la Pallacanestro Roseto e la Serie A2? Non lo so.

Poteva finire ieri sera, ma non è accaduto, perché la Pallacanestro Roseto ha perso gara 5 della finale playoff contro la Libertas Livorno.

Finisce così, fra le mura amiche del PalaMaggetti e nel modo sportivamente più amaro una stagione che però è stata meravigliosa sotto tutti gli altri punti di vista. Meravigliosa per un progetto ripartito in sordina e che aveva come obiettivo quello di fare i playoff aprendo un nuovo ciclo biennale – legato al contratto con il nuovo allenatore, Franco Gramenzi – andata talmente in crescendo da arrivare a un passo da una promozione non programmata.

Meravigliosa per la storica risposta del pubblico che – domenica dopo domenica – si è innamorato della sua squadra tornando a gremire le tribune del PalaMaggetti a seguito delle vittorie della squadra, al punto da far registrare tre volte il tutto esaurito (in gara 1, gara 2 e gara 5) nel giro di 10 giorni nell’impianto che dal 2003 conta 4.500 posti (record assoluto, in 103 anni di storia della pallacanestro cittadina).

Dunque, anche se la promozione è mancata, complimenti al Consorzio Le Quote e alla Pallacanestro Roseto per quanto hanno fatto e, soprattutto, complimenti a una squadra che – pur non avendo un organico fra i primissimi – ha saputo crescere e migliorare al punto da conquistare la finale, facendo nuovamente innamorare la città in modo pazzesco dopo diversi anni.

Da queste basi, adesso, bisognerà ripartire per non disperdere l’enorme lavoro fatto in questi primi 4 anni di vita del sodalizio cestistico rosetano.

Sulla partita, una volta scritto il tabellino in apertura di articolo, non voglio dire troppe cose – mi scuseranno i lettori – per non tormentare ancor di più il mio essere rosetano.

Giusto qualche frammento.
Il 7-0 iniziale, illusorio come la promessa di un marinaio con una amante in ogni porto.
Gregorio Allinei – classe 2004 – e le sue 5 triple su 5 tentativi nel primo tempo: il mio incubo estivo di giugno e luglio 2024.
Francesco Fratto e le sue due triple immaginifiche nel terzo quarto: il mio incubo estivo di agosto 2024.
Andrea Saccaggi e le sue due triple nell’ultimo quarto: il mio incubo di settembre 2024.
(Speriamo di poter tornare a dormire serenamente, passata l’estate).

Onori dunque a coach Marco Andreazza e alla sua Libertas Livorno, retta dal GM Dino Seghetti.

E siccome per me la Pallacanestro Roseto 2023/2024 ha disputato una stagione il cui voto è 9 su 10 (10, ovviamente, se avesse vinto il campionato), non voglio “mescolare” bile e cuore in questo articolo. In separato pezzo, mi occuperò di tessere le lodi di una squadra che ha incarnato perfettamente la rosetanità (che si sostanzia con l’adagio “con le mani e con i piedi”, che rende meglio detto in dialetto... e cioè fare cose che sulla carta non sarebbero possibili, grazie a grandissima forza di volontà) al punto da riuscire a ottenere 3 tutto esaurito in 10 giorni (lo ripeto perché credo sia davvero importante sottolinearlo).

Insomma: sconfitta sul campo, ma davvero vittoria tonitruante sugli spalti e in città per l’amore rifiorito nel Roseto.

Luca Maggitti Di Tecco


PAGELLE
ROSETO-LIBERTAS LIVORNO 74-81
Le pagelle del professor Lorenzo Settepanella.


GIORDANO DURANTE 6-
Intenso e partecipe, ma un tantino rinunciatario in attacco e, in qualche occasione, sciupone ed impreciso (6 punti con 2/3 dal campo, 4 rimbalzi, 1 recupero, 3 perse, 4 assist e 2 falli subiti in poco meno di 35').

VINCENZO GUAIANA 6
Ci dà dentro in difesa e gestisce più responsabilità del solito, ma la tendenza a produrre tiri al di fuori dai giochi mal si concilia con le caratteristiche sue e del sistema a cui appartiene (10 punti con 3/10 dal campo, 4 rimbalzi, 2 recuperi, 3 assist e 5 falli subiti in 33').

ALESSIO DONADONI 7-
Sorprendentemente in quintetto da numero quattro, fornisce un impatto di grande consistenza sia in difesa, ove tiene botta di puro fisico contro Tozzi, sia in attacco, realizzando dalla media e dalla lunga, sebbene riceva assai poca collaborazione dai terminali designati (14 punti con 5/10 dal campo, 4 rimbalzi, 1 recupero, 3 assist, 5 falli fatti e 4 subiti in 27' intensi).

MARCO SANTIANGELI 5
Inizia sparacchiando malamente e commettendo tre falli quasi consecutivi che fanno imbestialire Gramenzi e che, inevitabilmente, ne condizionano l'impiego. Nella ripresa segna qualche canestro ravvicinato e dalla linea, ma a risultato ormai deciso. Cifre bugiarde (14 punti con 5/10 dal campo, 3 rimbalzi, 1 persa, 4 falli fatti e altrettanti subiti in 31'). Deludente.

MATTIA VISINTIN 5,5
Giusto il tempo di cambiarsi la canotta e Gramenzi lo butta nella mischia con compiti puramente difensivi. Non eccelle ma nemmeno sfigura, sebbene non abbia ancora a mente i nomi dei suoi nuovi compagni. Sarebbe stato, ovviamente, assai più utile con più tempo a disposizione per inserirsi (0/1 dal campo, 1 rimbalzo, 3 falli in 12').

DIMITRI KLYUCHNYK 5,5
Qualche buon canestro ravvicinato ma nulla più in una gara in cui subisce la durezza ed il mestiere di Fantoni e si incarta da sé in iniziative offensive macchinose, poco adatte alla propria fisicità e poco funzionali alla manovra collettiva (10 punti con 4/6 dal campo, 4 rimbalzi, 5 perse, 1 assist, 4 falli e 5 falli subiti in quasi 28').

VANGELIS MANTZARIS 6
Cerca di dare fondo a tutte le proprie energie residue, giocando una gara più che dignitosa ma non proprio del suo livello (15 punti con 4/12 dal campo, cui aggiunge 5 rimbalzi, 4 assist e 6 falli subiti in 35' abbondanti).

OUSMANE MAIGA 6-
Poco da ricordare al di là di un miracolante triplone di tabella nel corso di un tardivo ed illusorio recupero finale. Non ha il passo e la postura per marcare Allinei (3 punti con 1/1 dal campo, 1 rimbalzo, 1 fallo in poco meno di 8').

GEORGES TAMANI 5
Energia ed atletismo ma, come già detto in altre occasioni, non ancora pronto per dire la sua in un contesto di così elevata qualità. E il canestro già fatto che, al 9', si divora da sotto, non ne è che la più evidente dimostrazione (2 punti con 1/2 dal campo, 1 rimbalzo ed 1 fallo in 8').

COACH FRANCO GRAMENZI 6
Sapeva benissimo che le ripercussioni di una sconfitta in Gara 4 avrebbero potuto essere pesanti, nonostante il fattore campo a favore, ma con il ritorno della pressione sulle proprie spalle e contro un avversario sempre più lungo, più esperto e con più risorse disponibili. Prova ancora una volta a fare qualche cambiamento, utilizzando Donadoni in quintetto da secondo lungo e riportando Santiangeli fuori dallo starting five, ma al di là delle fiammate estemporanee dell'uomo col codino e del mestiere di Mantzaris, non ottiene, e da troppi settori, quanto sarebbe stato necessario. Difesa sul perimetro in primis, incapace di arginare le scorribande di Williams e, soprattutto, la pericolosità perimetrale di Saccaggi e di uno stellare Allinei. Lo tradiscono anche i suoi principali terminali, deludenti malgrado cifre discrete (Klyunchnyk), o addirittura mai in partita (Santiangeli), con il risultato di produrre ripetutamente giocate al di fuori di quello straordinario sistema che ha portato ad un soffio dalla promozione in serie A un organico da quarta-quinta posizione. Ripartirà da qui, a patto, però, di costruirgli una squadra a sua immagine e somiglianza.

Lorenzo Settepanella


IMMAGINI
ROSETO-LIBERTAS LIVORNO 74-81
Le foto di Mimmo Cusano per Cusano Photo.

https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10226408156610915&type=3

 



Stampato il 10-22-2024 19:41:29 su www.roseto.com