Jeff Sheppard divenne famoso per il lodo che da Roseto aprė alla liberalizzazione del tesseramento di extracomunitari. 24 anni dopo, rileggiamo i pareri di Vacirca, Boni, Schiavina, Mastellarini, Pomponi, Settepanella, Martinelli, Gebbia e Cassė.
Roseto degli Abruzzi (TE)
Martedė, 02 Luglio 2024 - Ore 12:30
Il Draft NBA 2024, svoltosi nei giorni 26 e 27 giugno 2024, al primo giro e tra le scelte sul podio ha visto protagonista un figlio d’arte che incrocia la trafficata strada rosetana del basket, vecchia 103 anni.
Infatti, dopo le prime due scelte entrambe francesi – Zaccharie Risacher, scelto dagli Atlanta Hawks e Alexandre Sarr, scelto dai Washington Wizards – la scelta numero 3 (e prima statunitense) è stata quella di Reed Sheppard, chiamato dagli Houston Rockets, vai Brooklyn Nets.
Reed è figlio di mamma Stacey e papà Jeff, entrambi atleti di Kentucky, college in cui ha giocato Reed nella scorsa stagione.
Classe 2004, alto 188, Reed Sheppard ha convinto gli addetti ai lavori fin da subito, visto che ha potuto dichiararsi per la NBA dopo un solo anno di college ed essere scelto con una chiamata altissima.
Papà Jeff Sheppard, classe 1974 per 191 cm, dopo la gloria con i Wildcats a Kentucky (due volte campione NCAA nel 1996 e 1998, anno in cui fu nominato “Most Outstanding Player” del torneo) e uno scorcio di NBA con gli Atlanta Hawks nel 1999, giocò in Italia a Treviso (1999/2000) vincendo la Coppa Italia, prima di venire a Roseto in Serie A1 (2000/2001) e poi firmare la stagione successiva per Roma, lasciando però a stagione in corso e ritirandosi nel pieno delle forze e della gioventù dalla carriera professionistica (in una intervista del 2012, dirà poi che si ritirò anche a causa degli attacchi dell’11 Settembre, accaduti mentre lui era in Europa e quindi lontano dalla sua famiglia).
Jeff – suo malgrado – nel suo passaggio rosetano fu protagonista del lodo che porta il suo nome. E cioè la causa che Michele Martinelli, all’epoca presidente del Roseto Basket, intentò nel Tribunale del lavoro di Giulianova, supportato dall’avvocato Tommaso Marchese, per tesserare Sheppard come terzo extracomunitario (in squadra c’erano già lo statunitense George Gilmore e il bahamense Ian Lockhart) nonostante le regole della FIP ne prevedessero soltanto due.
Finì “all’italiana” e cioè Martinelli vinse la causa, ma la FIP ordinò di schierare soltanto due extracomunitari in campo contemporaneamente... e furono dolori per coach Phil Melillo e per il suo vice Andrea Merletti, alle prese con la “conta equilibrista” ad ogni cambio.
Jeff Sheppard, quindi, nonostante fosse un forte esterno (a Roseto ne diede tonitruante prova in almeno un paio di occasioni), non riuscì a esprimere tutto il suo potenziale. E però fu l’equivalente nella pallacanestro del calciatore Bosman e cioè al suo cognome è legata la liberalizzazione e l’apertura a più di due stranieri che si ebbe dalla stagione 2001/2002 e che dura ancora oggi.
Mi ricordo Jeff, educatissimo e timido, venire ospita in trasmissione a TIMEOUT e poi, all’Hercules, inscenare una difesa sul “pick and roll” insieme a Tonino Caivano, lungo di Atri che quella sera era ospite con lui e che “interpretava” Rashard Griffith – mastodontico centro della Virtus Bologna vinci tutto di Messina – nella trasposizione sheppardiana.
Quando ci fu “Il caso Sheppard” era novembre 2000 e non c’erano ancora i social media. C’era però il Forum di Roseto.com (che invece oggi non c’è più) e io creai una “tavola rotonda”, mediante interviste, per sapere le opinioni di alcuni uomini di basket.
Perciò, quasi un quarto di secolo dopo, cogliendo l’occasione della firma del suo figliolo in NBA, ripropongo – qui di seguito – un mio articolo introduttivo e i contributi al Forum, che da 24 anni giacciono salvati su file di Word nel mio fantasmagorico archivio di Roseto.com.
Buona lettura a chi avrà voglia di leggere come stavano le cose, tuffandosi in un passato ormai remoto... e magari rileggersi!
ROSETO.com, 14 novembre 2000.
ARRIVA JEFF SHEPPARD! MARTINELLI CAMBIERA’ LE REGOLE?
Conferenza stampa col botto in casa Cordivari Roseto. Michele Martinelli ingaggia Jeff Sheppard, tesserandolo come terzo extracomunitario, andando contro i disposti federali. Un gesto che, comunque vada, apre un nuovo capitolo.
ROSETO – “Felice di stupirvi!”. Questa potrebbe essere lo slogan di Martinelli, ammesso che il Presidente della Cordivari Roseto abbia bisogno di uno slogan.
Da quando è in riva all’Adriatico ha infilato una serie di colpi, tutti a sensazione. Il cliché è il solito: annuncio “bomba” schermendosi e risposte pronte, da guitto consumato, che tengono a bada i “media” e fanno la felicità di un intero paese.
Un paese che, per intenderci, che non ha nemmeno fatto in tempo a godersi il secondo posto (Cordivari in Eurolega, se il Campionato finisse oggi), perché ha, fin da subito, avuto altro a cui pensare. La carne al fuoco la mette, naturalmente, lui: “Don Miguel” Martinelli.
Lunedì la Società biancoblù annuncia, con comunicato stampa, l’ingaggio di Pace Mannion. Oggi, Martedì, nel bel mezzo di una conferenza stampa iniziata con la presentazione ufficiale di Mannion, Martinelli scarica il più pesante dei quarti di bue (niente mucca pazza… per carità) sul tavolo della sede: la Cordivari Roseto ha firmato Jeff Sheppard e si appresta a spedire il tesseramento in Lega, unitamente a quello di Mannion.
Silenzio glaciale del sorpreso uditorio… qualcuno comincia a realizzare… in pochi secondi tutti (chi non sa chi è Sheppard si fa aiutare dal “compagno di banco”) hanno realizzato. La prima domanda, d’obbligo, è se Sheppard, nel frattempo, abbia sposato una italiana o se abbia qualche trisavolo proveniente dalla vecchia Europa. Niente di tutto questo. Roseto firma il terzo “americano” e non ha intenzione di tagliare né Gilmore né Lockhart.
Oibò… e allora? Semplice: Jeff Sheppard è il terzo extracomunitario della Cordivari Roseto.
Altro attimo di silenzio… altra consultazione della stampa, stavolta di carattere giuridico-sportivo. “Ma non si può” è il primo commento. “E perché no – ribatte il serafico Martinelli – forse il Signor Ercole Cordivari non può assumere quanti extracomunitari vuole nella sua azienda?”. Eccoci arrivati al punto.
Con il fiume Vomano vicino (che non è il Rubicone, ma di acqua ne porta), “Cesare” Martinelli manca l’appuntamento con la storia (ma si sa, lui non ci tiene) risparmiandosi una frase del tipo: “Il dado è tratto”. Comunque sia, dal 14 Novembre 2000, il basket non sarà più lo stesso.
Il pensiero di Michele Martinelli è presto detto: “Siccome i giocatori di pallacanestro hanno voluto lo status di professionisti, non possono certamente discriminare colleghi che vengono da altre parti del mondo, anche perché la recente “Sentenza Ipke Ekong Prince” (giocatore nigeriano che ha vinto il suo ricorso “anti-discriminazione” adendo le vie legali) fa chiarezza in tal senso”.
Risultato? La Cordivari tessera Jeff Sheppard. La Lega, che si vedrà arrivare un tesseramento “anomalo” e cioè contro le regole che dispongono, ad oggi, l’impiego di due soli extracomunitari, passerà il “patatone” alla commissione federale che si occupa di tesseramenti.
La FIP, da quanto si è avuto modo di sentire (pare che qualcuno abbia registrato a tempo di record gli umori del Presidente Maifredi) rifiuterà il tesseramento. A questo punto, seguendo l’esempio del nigeriano Ekong, lo statunitense Sheppard, evidentemente desideroso di passare alla storia sia come ottimo giocatore (è sulla buona strada) sia come “uomo sentenza” adirà le vie legali rivolgendosi alla giustizia ordinaria.
Al posto dell’Avvocato Cantamessa, legale che ha supportato Ekong noto anche per la sua preziosa consulenza a società più grandi della Reggiana (il Milan, ad esempio), ci sarà l’Avvocato Tommaso Marchese da Popoli, Presidente della locale squadra di pallacanestro, militante in C2.
Continuando nel tortuoso percorso del futuro immaginato, il Giudice che sarà chiamato a pronunciarsi sulla sentenza potrebbe dare ragione a Sheppard, emettendo un’ordinanza (la cui inosservanza dà adito a rilevanze penali) e, quindi, imponendo di fatto il tesseramento del giocatore. Che potrebbe così giocare, primo in Italia, come terzo extracomunitario.
Finirà davvero così? La questione è grossa ed interessante … vedremo di seguirla come merita.
Essendo ora di pranzo, chiudiamo scimmiottando lo slogan di un famosissimo aperitivo: “Martinelli? There’s a party!” (peccato che Jeff Sheppard non sia Sharon Stone).
Luca Maggitti
ROSETO.com, 14 novembre 2000.
“CASO SHEPPARD”: PROVIAMO A CAPIRCI QUALCOSA.
È l’argomento del giorno, se ne è parlato, con ospiti illustri, anche nella trasmissione televisiva “SOTTO CANESTRO”. Roseto, dopo l’apertura “Bosman B”, si conferma “Capitale delle rivoluzioni”.
ROSETO – Il sasso l’ha lanciato Michele Martinelli, Presidente della Cordivari Roseto, a ora di pranzo. Il “caso Sheppard” ha fatto, in breve, il giro delle redazioni di televisioni e giornali, sportivi e non.
In serata, non poteva non affrontare la questione “Sotto Canestro”, magazine televisivo settimanale in onda su Digital, emittente rosetana che gestisce in esclusiva i diritti di immagine locali della Cordivari Roseto.
A “Sotto Canestro” si sono ritrovati, insieme ai conduttori Giorgio Pomponi e Luca Maggitti, il Presidente del Roseto Michele Martinelli, l’Avvocato Tommaso Marchese, che assisterà Jeff Sheppard qualora l’atleta dovesse adire le vie legali e Charlie Foiera, ala rosetana che nella trasferta contro Trieste ha superato quota 1.000 punti.
Oltre agli ospiti in studio, hanno partecipato telefonicamente alla trasmissione anche il Procuratore Luciano Capicchioni, forse l’Agente più importante d’Italia (Kucoc, Moretti e Foiera, tanto per dirne tre, sono suoi assistiti) che è intervenuto dalla Grecia dove si trovava per lavoro e Peppè Cassì, Presidente della GIBA, il Sindacato dei giocatori di pallacanestro.
Il dibattito sulla liceità o meno dell’ingaggio di Jeff Sheppard è decollato subito.
Da una parte Martinelli e Marchese, convinti che la sentenza del giudice di Reggio Emilia, che ha dato ragione al giocatore nigeriano Ekong, sia applicabile e trovi ampio riscontro anche nel caso che interessa Sheppard, dall’altra Peppe Cassì, che pur ammettendo il bisogno di una regolamentazione del sistema, crede fermamente che la Federazione Italiana Pallacanestro non autorizzerà (almeno fino alla fine di questa stagione) il tesseramento di Sheppard e che la sentenza “Ekong” non sia così applicabile come invece pensano Martinelli e Marchese. Ovviamente, Cassì si è poi detto molto preoccupato delle ripercussioni che una liberalizzazione completa porterebbero sia per quanto riguarda i vivai sia, di conseguenza, per quanto attiene alla Nazionale.
Luciano Capicchioni, da parte sua, è intervenuto per dire che non pensa che gli ingaggi si abbasseranno a seguito di una probabile completa liberalizzazione e che varrà, come sempre, la qualità degli atleti. Ovviamente, qualora si passasse alla definitiva e completa liberalizzazione, gli agenti dovrebbero darsi una dimensione quanto più possibile internazionale, per poter stare sul mercato. Capicchioni, comunque, pensa che sia naturale andare verso la definitiva liberalizzazione.
Certo, in tanto parlare, c’è bisogno di mettere le cose in fila, almeno per avere un quadro chiaro della situazione.
Innanzitutto bisogna distinguere le parti in causa.
Esiste il giocatore Jeff Sheppard, che ha interesse a giocare nel Campionato italiano, anche se le regole federali che reggono la Lega nella quale egli vorrebbe giocare non prevedono il tesseramento di più di 2 extracomunitari per ciascuna squadra.
Esiste la squadra Cordivari Roseto, che ritiene di avere il diritto di schierare quanti extracomunitari vuole, rinvigorita dall’ordinanza “Ekong” di Reggio Emilia.
Esiste la Lega Basket, che una volta preso atto della richiesta di tesseramento di Jeff Sheppard da parte della Cordivari Roseto, dovrà interessare la FIP - Federazione Italiana Pallacanestro (affiliata al CONI, massimo organismo sportivo italiano e alla FIBA, la Federazione mondiale del basket) per entrare nel merito del tesseramento di Jeff Sheppard. La FIP, con ogni probabilità, rifiuterà il tesseramento.
La Cordivari Roseto, essendoci di mezzo la clausola compromissoria, non potrà adire le vie legali, vie che adirà invece il giocatore Jeff Sheppard, per tutelare il suo diritto a non essere discriminato.
La Cordivari Roseto ritiene che l’ordinanza di Reggio Emilia sia applicabile. Essendoci un’ordinanza di mezzo (che, se non eseguita, rende perseguibile penalmente chi non la rispetta), la Federazione potrebbe essere “costretta dalla legge” ad accordare il tesseramento di Sheppard.
Chi non è d’accordo con questa linea sostiene, invece, che l’ordinanza di Reggio Emilia non sia applicabile. Perché? Perché il giocatore Ekong aveva già un contratto, firmato quando la Reggiana era in serie B e, pertanto, egli ha chiesto alla Legge di non essere discriminato dal momento in cui la sua squadra era retrocessa in C1 ed in quella categoria le norme federali non prevedevano l’ingaggio di extra-comunitari.
Jeff Sheppard, invece, viene contrattualizzato a stagione in corso e chiede di giocare in una Lega che non impedisce agli extra-comunitari di giocare, ma che regola unicamente il loro numero.
Sulla questione della discriminazione, se possibile, le cose sono ancora più ampie e a rischio di confusione.
Infatti, parlando di discriminazione in generale, se Sheppard ritiene di essere discriminato per la sua cittadinanza, è possibile, ad esempio e per assurdo, che una donna possa chiedere di giocare in una suqadra maschile, ritenendosi discriminata sessualmente?
Dalla canotta alle stellete il passo è breve: chi non ricorda i ricorsi presentati da donne che chiedevano a gran voce di essere ammesse a corpi tradizionalmente riservati a soli uomini?
Tutto questo mulinare di leggi, decreti, ordinanze, ricorsi, avviene con all’orizzonte una Lega Basket che ha un Presidente (Sergio D’Antoni) dimissionario e lanciato verso il centro della politica italiana e con lo sport italiano invischiato in una bella palude di problemi (basti pensare alla “querelle” che coinvolge il CONI, massima autorità in campo sportivo).
Chi invoca la legge ed il suo rispetto, farebbe bene a pensare che il concetto di legge e rispetto delle regole, ultimamente, nel basket è alquanto sfuggente.
Ad esempio, com’è possibile che 4 squadre partecipanti al Campionato Italiano (FIP e quindi FIBA) partecipino alla Eurolega (manifestazione ULEB, quindi fuori dall’ambito FIBA, che ha organizzato la “gemella” Suproleague)?
Pare che nella seconda Guerra Mondiale, gli alleati usassero una parola per descrivere le situazioni “tranquillamente” caotiche. L’acronimo, usato a sproposito qualche anno fa anche per lo slogan di una banca (il fine Beppe Severgnini bacchettò, addirittura dalla prima pagina del “Corriere della Sera”, la superficiale scelta dei pagatissimi creativi che avevano ideato la campagna di advertising) è “SNAFUZ”. Vuol dire: “Situation Normal… All Fucked Up” e dovrebbe significare, con beneficio di traduzione: “Come al solito… tutto a puttane”.
La saga continua…
Luca Maggitti
ROSETO.com, 27 novembre 2000.
FORUM SUL “CASO SHEPPARD”: LE OPINIONI DI GIANMARIA VACIRCA.
Cosa ne pensa il Chief Editor di www.telebasket.com.
Michele Martinelli avrebbe dovuto aspettare la fine del Campionato per aprire il “caso Sheppard”, rimanendo fedele a quanto la Lega aveva disposto a inizio campionato e cioè allo schieramento di soli due extracomunitari per squadra?
“Martinelli ha il diritto di fare quello che vuole. Ha ragione Maifredi quando dice che è meglio che il polverone sia stato sollevato subito.”
Quanto l’odierna situazione della Lega Basket aiuta le iniziative come quella di Michele Martinelli?
“Perchè, oggi abbiamo una Lega Basket?”
La liberalizzazione totale nella circolazione degli atleti è un fenomeno inevitabile?
“Credo di si.”
Se passa la liberalizzazione totale, quale sarebbe l’assetto ottimale degli odierni Campionati di A1, A2, e B d’Eccellenza?
“Un assetto ottimale non l'abbiamo trovato in regime ‘normale’, chissà cosa succederà tra qualche anno....”
Quali sono le iniziative che si dovrebbero prendere a tutela dei vivai e della Nazionale?
“Nessuna, perchè tocca alle società lavorare sui giovani. Ricordo che: Li Vecchi, Bulleri, Vanuzzo un paio di anni fa giocavano in serie B1. E che non è colpa di nessuno se una società di serie A2 va a prendere il comunitario e non il giocatore in serie B1. Pensate forse che uno come Di Monte, tanto per fare un nome, non faccia 15 anche in A2? E siamo proprio sicuri che la B1 di quest'anno sia inferiore alla serie A2? (Stranieri e GRANGER a parte).”
Quale futuro per i giocatori italiani?
“Lavorare di piu' e meglio. Quelli buoni giocano: Boni ne fa 25 di media, la cosa vi dice niente?”
Riflessione finale libera.
“Molta curiosità per vedere come finisce il caso Sheppard. Può essere la volta buona perchè tutte le organizzazioni della nostra pallacanestro si siedano ad un tavolo per discutere in positivo.”
Luca Maggitti
ROSETO.com, 27 novembre 2000.
FORUM SUL “CASO SHEPPARD”: LE OPINIONI DI MARIO BONI.
Cosa ne pensa l’atleta della Cordivari Roseto, Capocannoniere del Campionato di A1.
Michele Martinelli avrebbe dovuto aspettare la fine del Campionato per aprire il “caso Sheppard”, rimanendo fedele a quanto la Lega aveva disposto a inizio campionato e cioè allo schieramento di soli due extracomunitari per squadra?
“Si, sicuramente.”
Quanto l’odierna situazione della Lega Basket aiuta le iniziative come quella di Michele Martinelli?
“La Lega è molto debole e favorisce iniziative intempestive. Io adesso, in qualità di uomo, farò ricorso per giocare nel campionato femminile. Mi sento discriminato.”
La liberalizzazione totale nella circolazione degli atleti è un fenomeno inevitabile?
“Forse è inevitabile, però bisogna fare qualcosa per il movimento italiano.”
Se passa la liberalizzazione totale, quale sarebbe l’assetto ottimale degli odierni Campionati di A1, A2, e B d’Eccellenza?
“La A1 professionistica e, per il resto, ritorno al semi-professionismo.”
Quali sono le iniziative che si dovrebbero prendere a tutela dei vivai e della Nazionale?
“La tutela dei vivai è la tutela degli italiani.”
Quale futuro per i giocatori italiani?
“Il futuro lo vedo puzzolente.”
Riflessione finale libera.
“E’ necessario il riconoscimento della specificità dello sport nell'attività lavorativa.”
Luca Maggitti
ROSETO.com, 27 novembre 2000.
LE OPINIONI DI ENRICO SCHIAVINA.
Cosa ne pensa il giornalista di Superbasket che sta seguendo da vicino la vicenda.
Michele Martinelli avrebbe dovuto aspettare la fine del Campionato per aprire il “caso Sheppard”, rimanendo fedele a quanto la Lega aveva disposto a inizio campionato e cioè allo schieramento di soli due extracomunitari per squadra?
“Da un punto di vista del puro diritto sportivo, non mi sembra sia molto importante la scelta di tempo. Se si crede giusto che si possano tesserare tre extracomunitari, non ha importanza se il campionato è già iniziato oppure no. Il punto è un altro: è giusto o non è giusto? Non credo nemmeno in eventuali ritorsioni da parte degli organismi di controllo del basket nei confronti di Roseto per una sua eventuale vittoria in tribunale.”
Quanto l’odierna situazione della Lega Basket aiuta le iniziative come quella di Michele Martinelli?
“Non aiuta affatto. E nemmeno contrasta più di tanto, direi. Oggi la Lega è talmente debole e disgregata da non avere le idee chiare su nulla. Nemmeno sul caso Sheppard.”
La liberalizzazione totale nella circolazione degli atleti è un fenomeno inevitabile?
“Assolutamente si.”
Se passa la liberalizzazione totale, quale sarebbe l’assetto ottimale degli odierni Campionati di A1, A2, e B d’Eccellenza?
“Il punto focale è: dove mettiamo la barriera tra professionismo e dilettantismo (anche se, lo sappiamo tutti, è un dilettantismo di facciata)? L'anno prossimo ci saranno ben due campionati professionistici, uno da 20 e l'altro da 14 squadre, per un totale di 34. Io penso che le realtà veramente professionistiche in Italia siano invece molto meno. Avrei visto bene una serie A a 16-18 squadre (meglio 16) professionistiche, e una grande B dilettantistica (quindi costi contenuti, niente comunitari né extra, più spazio agli italiani) magari con due gironi da 16, in modo da coprire tutto il territorio in modo capillare. Mi piacerebbe che la piramide scendesso in modo omogeno, cioé raddoppiasse il numero di squadre a ogni categoria: cioé 16 in A, 32 in B, 64 in C e così via. Poi magari possiamo trovare dei nomi diversi, che abbiano più appeal per gli sponsor, ma la sostanza non cambia.”
Quali sono le iniziative che si dovrebbero prendere a tutela dei vivai e della Nazionale?
“C'è un solo passo possibile. L'unico paletto inseribile per far giocare gli intaliani, visto che non si può limitare il numero massimo di extracomunitari, è pensare a un minimo di giocatori italiani da inserire obbligatoriamente in rosa, anzi, nei dieci a referto. Se ad esempio le squadre di A avranno l'obbligo di mettere nei dieci almeno 5 o 6 italiani (poi possono prendere tutti gli extra che vogliono, pagarli anche una fortuna, ma devono mandarli in tribuna...), ecco che automaticamente ci ritroveremmo i nostri in campo. Le società sarebbero nuovamente obbligate a lavorare sui giovani, perché oggi un nono o decimo giocatore lo trovi sul mercato dei comunitari scadenti, domani sarà più conveniente metterci un ragazzo costruito in casa. E di conseguenza, sarà meglio ricominciare a costruirli, questi giocatori italiani. Se poi, come può accadere, a fare il settimo-ottavo-decimo saranno spesso i vecchioni italiani, quelli che adesso preferiscono la B1 perché si guadagna di più, otterremmo comunque l'effetto di creare spazi per i giovani nelle categorie minori, che non saranno più il cimitero degli elefanti di oggi.”
Quale futuro per i giocatori italiani?
“Questo di cui parlavo prima. Che non significa protezionismo, ma solo opportunità. Poi, come in tutti i mestieri, il posto di lavoro lo si ottiene solo con la qualità professionale, ed è sul piano della qualità che i nostri devono raccogliere la sfida che verrà, sempre più massicciamente dall'esterno (ci pensate alla marea di giocatori di buon livello che può offrire, a prezzi contenuti, il mondo delle leghe minori americane, dalla CBA in giù?).”
Riflessione finale libera.
“Cambia il modo, deve cambiare anche il basket. Chi prima lo capisce, meglio si troverà domani...”
Luca Maggitti
ROSETO.com, 27 novembre 2000.
FORUM SUL “CASO SHEPPARD”: LE OPINIONI DI GABRIELE MASTELLARINI.
Cosa ne pensa il giornalista del Messaggero e conduttore della trasmissione “Basket e dintorni”.
Michele Martinelli avrebbe dovuto aspettare la fine del Campionato per aprire il “caso Sheppard”, rimanendo fedele a quanto la Lega aveva disposto a inizio campionato e cioè allo schieramento di soli due extracomunitari per squadra?
“La mossa di Martinelli va letta sotto una duplice chiave. Innanzitutto il presidente ha voluto (e credo sia anche giusto visti gli sforzi fatti) mettersi in evidenza in un panorama cestistico in cui dominano giganti come Seragnoli, Snaidero, ecc. In secondo luogo, prendendo i panni dell'imprenditore che tanto gli sono cari, ha deciso di voler ingaggiare uno dei migliori americani sul mercato perchè sa che con Sheppard la squadra sarebbe davvero competitiva. Quindi nessuna mancanza di rispetto nei confronti della Lega, ma solo voglia di vincere e di allestire una squadra competitiva anche in chiave Korac.”
Quanto l’odierna situazione della Lega Basket aiuta le iniziative come quella di Michele Martinelli?
“La posizione della Lega va chiarita, anche se Martinelli "gettando un sasso nello stagno" (proprio come dice lui) ha davvero surriscaldato alcune poltrone che, qualche mese fa, non pensavano affatto ad una simile situazione.”
La liberalizzazione totale nella circolazione degli atleti è un fenomeno inevitabile?
“Penso che la liberalizzazione dei lavoratori in ogni settore sia fondamentale. Non è coerente riempirsi la bocca di Europa o di globalizzazione e poi storcere il naso quando si parla di sport.”
Se passa la liberalizzazione totale, quale sarebbe l’assetto ottimale degli odierni Campionati di A1, A2, e B d’Eccellenza?
“Nei campionati professionistici giocherà chi sarà in grado e questo è solo uno stimolo per i nostri atleti che (vedi la Nazionale) sono apprezzati in tutto il mondo.”
Quali sono le iniziative che si dovrebbero prendere a tutela dei vivai e della Nazionale?
“I vivai si ritaglieranno sicuramente un loro spazio e la Nazionale non corre rischi. Nel calcio ci sono squadre composte da stranieri per 9/11, ma la nazionale italiana, seppur contestata, è sempre in corsa per il podio (vedi i recenti Europei sfumati al golden-gol o i Mondiali del contestatissimo Sacchi persi ai calci di rigore).”
Quale futuro per i giocatori italiani?
“Capisco l'allarmismo del sindacato Giba, è giusto nel gioco delle parti. Diventare vittime è però sbagliato, visto che molti dei nostri giocatori più forti (penso al rosetano Boni, ma potrei citarne tantissimi) emigrano o sono emigrati all'estero per strappare contratti importanti.”
Luca Maggitti
ROSETO.com, 27 novembre 2000.
FORUM SUL “CASO SHEPPARD”: LE OPINIONI DI GIORGIO POMPONI.
Cosa ne pensa il giornalista del Centro e Superbasket, conduttore della trasmissione “Sotto Canestro”.
Michele Martinelli avrebbe dovuto aspettare la fine del Campionato per aprire il “caso Sheppard”, rimanendo fedele a quanto la Lega aveva disposto a inizio campionato e cioè allo schieramento di soli due extracomunitari per squadra?
“E per quale motivo? Sono del parere che bisogna sempre cercare di prendere le occasioni al volo, soprattutto se rispondono al nome di Jeff e al cognome di Sheppard. E poi bisognava che qualcuno complicasse la vita a tutti questi signori che occupano le stanze dei bottoni, ma non sono capaci di premerne nemmeno uno.”
Quanto l’odierna situazione della Lega Basket aiuta le iniziative come quella di Michele Martinelli?
“La Lega? Conosco quella di Bossi e non mi risulta si occupi di basket. Poi conosco quella di D'Antoni, o di Domenicali, o di Del Turco: tutti politici o ex politici. Siete sicuri che sia quella la Lega basket?”
La liberalizzazione totale nella circolazione degli atleti è un fenomeno inevitabile?
“Assolutamente si. Si può cercare di prevenire (che è meglio di curare), ma il basket dovrebbe prendere esempio dal calcio, che non fa altro che copiare le idee migliorandole. Io dico va bene all'apertura totale ma con una piccola limitazione, relativa al numero di extracomunitari da inserire nei 10 (non più di tre, per esempio). Tuttavia teniamo conto che anche quella sarebbe una discriminazione: siamo sicuri, infatti, che sia più straniero Sheppard di un Turner, o di un Middleton? Io no!”
Se passa la liberalizzazione totale, quale sarebbe l’assetto ottimale degli odierni Campionati di A1, A2, e B d’Eccellenza?
“Campionato professionistico a 16 squadre; B semiprofessionistica (ma in fondo non lo è già?) divisa in due gironi da 18 squadre; C dilettantistica con l'obbligo di almeno 5 giocatori junior o, in alternativa, creare un campionato dei Centri Universitari Sportivi.”
Quali sono le iniziative che si dovrebbero prendere a tutela dei vivai e della Nazionale?
“Migliorare la preparazione di coloro che sono deputati all'insegnamento del basket a cominciare dai fondamentali. Una volta che un giocatore è stato istruito ad essere tale, poi, dovrà dimostrare quanto vale, e un buon giocatore non ha paura della concorrenza, anzi...”
Quale futuro per i giocatori italiani?
“Il futuro che sapranno meritarsi, anche a costo di andare a prestare la propria professioni fuori dall'Italia (lo hanno fatto Esposito, Rusconi, Boni, Moretti, Coldebellla... bastano?).”
Riflessione finale libera.
“E' la vecchia riflessione di un anziano agente di commercio: "E' dura? Certo! Ma se non fosse dura arriverebbero tutti, e allora si che sarebbe dura!”
Luca Maggitti
ROSETO.com, 28 novembre 2000.
FORUM SUL “CASO SHEPPARD”: LE OPINIONI DI LORENZO SETTEPANELLA.
Cosa ne pensa il corrispondente da Roseto di www.telebasket.com.
Michele Martinelli avrebbe dovuto aspettare la fine del Campionato per aprire il “caso Sheppard”, rimanendo fedele a quanto la Lega aveva disposto a inizio campionato e cioè allo schieramento di soli due extracomunitari per squadra?
Quanto l’odierna situazione della Lega Basket aiuta le iniziative come quella di Michele Martinelli?
“Premettendo che tesserare un giocatore come Sheppard potrebbe far fare un salto di qualità impressionante alla Melillo Band, credo che sarebbe stato più giusto aspettare. La debolezza della Lega ha probabilmente incoraggiato questa iniziativa, ma il semplice fatto di cambiare le regole in corsa credo sia la cosa meno indicata. E questa mia tesi è la stessa che mi spinge ad affermare che è sbagliato, allo stesso modo, poter disporre di una finestra continuamente aperta sul mercato, con il
rischio di falsare i valori del campionato (non andrebbero forse risarcite le squadre che non hanno incontrato Milano nei primi tre turni?). Ma indipendentemente da questo, il problema è capire se è giusto o meno non porre alcun limite al tesseramento di giocatori extracomunitari. Personalmente sono contrario, per una serie di motivi che vado ad esporre. Questo esperimento è stato già condotto, fin dai primi anni '90, nel campionato spagnolo, con il risultato di un indebolimento drastico della squadra nazionale e con un incremento del livello tecnico del campionato assolutamente da provare. Ancor più eloquente è l'esempio del campionato greco, ove un fenomeno simile, la spasmodica tendenza alla naturalizzazione di atleti slavi (e quindi non riciclabili con la maglia della nazionale greca, vedi ad esempio Tarlac, Tomic, Stojakovic, prima ancora Prelevic) ha fiaccato le risorse della squadra nazionale, quasi mai più capace di un acuto dai tempi d'oro di Galis e Yannakis. Sono contrario, inoltre, anche per un altra ragione. In casodi apertura totale, infatti, non arriverebbero soltanto giocatori fortissimi come Sheppard, ma anche soggetti di valor medio decisamente discutibile, ed assisteremmo, a parità di cifre spese, ad un fenomeno (di livello qualitativo però onestamente leggermente superiore), simile a quello che caratterizzò le prime ondate di comunitari nel campionato italiano all'indomani della prima sentenza Bosman, ovvero tanti atleti sopravvalutati e,diciamolo, decisamente scarsi, che non avevano altro che un nome affascinante (sto ancora ridendo di gusto dopo aver visto giocare Mulvey, De Carvalho, Tor, Suhr, Naar, Toledo, Fernandes, Trouvillon, e tanti altri che ho fortunatamente rimosso, mentre di giocatori comunitari in grado di fare la differenza sul serio ho in mente i soli Rigaudeau e Tomidy). Il che si tradurrebbe, magari, in un ulteriore passo in avanti delle squadre più ricche (come vedreste, ad esempio una Kinder con altri due americani forti vicino a Griffith?), ed in nessun cambiamento da parte delle squadre meno dotate economicamente, per il semplice fatto che i giocatori forti, comunitari o no, costano molto. Per non parlare, poi, della tremenda ed ulteriore sberla che i vivai prenderebbero. I giocatori diciottenni di oggi sono probabilmente tra i peggiori della storia del nostro campionato, e questo perché non c'è più intenzione, a parte qualche sporadico caso come Livorno, di lavorare sui vivai. Il paragone con i diciottenni di dieci stagioni fa (i vari Myers, Abbio, Fucka, De Pol, Ruggeri, ecc.) non è purtroppo nemmeno proponibile e non lo sarà fino a quando si continueranno a tesserare improbabili atleti comunitari e anche quegli italiani quarantenni (o giù di lì) all'ammazza caffè, solo in grado di rovinare il bel ricordo che si aveva di loro circa dieci stagioni fa. Ma questa non è affatto una critica ai giocatori longevi (Boni, Riva, Dell'Agnello, sono ancora dei campioni), ma a chi toglie lo spazio a giocatori giovani mettendo in organico ex grandi campioni. Ad esempio, la presenza di Mannion, a Roseto, farà sedere quasi sempre Amoroso, quella di Morandotti a Trapani toglie spazio ad un giovane interessante come Carpineti, che non ha la possibilità di giocare nemmeno in cadetteria. A chi sostiene poi che l'apertura totale potrebbe portare ad una crescita totale del movimento cestistico, rendendolo magari simile al mondo professionistico americano, rispondo che purtroppo c'è ancora una distanza incolmabile con il pianeta Stati Uniti, pianeta in cui, a differenza dal nostro, c'è la cultura del playground e del livellamento verso l'alto dei valori tecnici (i draft servirebbero proprio a dare giocatori migliori alle compagini più deboli), e in cui tutte le compagini professionistiche partono da una stessa base economica. Prelibatissima ciliegina sulla torta del basket U.S.A.: il salary cap.”
La liberalizzazione totale nella circolazione degli atleti è un fenomeno inevitabile?
“Purtroppo credo di sì, ma ripeto, non credo sia giusto. Anche perchè a mio avviso non è corretto
considerare un lavoratore dello sport come un qualsiasi altro lavoratore. Non è affatto detto che le leggi del mondo dello sport debbano essere fagocitate dalle leggi dello stato. Ci sono troppe differenze, soprattutto dal punto di vista dei trattamenti economici, tra un lavoratore del mondo sportivo ed un lavoratore normale.”
Se passa la liberalizzazione totale, quale sarebbe l’assetto ottimale degli odierni Campionati di A1, A2, e B d’Eccellenza?
“Sono d'accordo con Enrico Schiavina, anche io vedrei benissimo una "A" professionistica con 16 squadre (in grado di garantire, appunto, un livello professionistico anche e soprattutto nella struttura
societaria), ed una "B" con due gironi da 16 assolutamente priva di stranieri, in cui ci sia anche
la possibilità di limitare il numero di "over 30".”
Quali sono le iniziative che si dovrebbero prendere a tutela dei vivai e della Nazionale?
“Anche qui abbraccio in pieno l'idea di Enrico. Bisogna fissare un numero minimo di atleti italiani da registrare a referto in ogni gara, in modo che anche in presenza di tanti extracomunitari, il numero di italiani disponibile per la gara non vada intaccato. E questo costringerebbe a lavorare sui vivai, per avere la garanzia di buttare dentro un giovane competitivo.”
Quale futuro per i giocatori italiani?
“I giocatori italiani dovranno affrontare una concorrenza spietata, ma soprattutto a livello
medio-alto, perchè continuo a credere che molti nostri giocatori di medio livello siano meglio di tanti sconosciuti dal nome suggestivo. Alle società la sensibilità di capirlo. Inoltre, dovranno avere più dimestichezza con viaggi e trasferimenti all'estero, per provare, una volta per tutte, che un giocatore italiano può dire la sua anche in altri campionati (Boni, Attruia, Gentile, Chiacig, Coldebella,
Pieri, Moretti, lo hanno già dimostrato). La GIBA ha, a mio avviso, tutte le ragioni di protestare contro
l'apertura totale, ma per certi versi potrebbe anche sfruttare un'ipotetica sentenza favorevole alla libera circolazione come mezzo per dimostrare la qualità professionale dei suoi assistiti.”
Luca Maggitti
ROSETO.com, 28 novembre 2000.
FORUM SUL “CASO SHEPPARD”: INTERVIENE MICHELE MARTINELLI.
Il Presidente della Cordivari Roseto interviene con una lettera al forum che lui stesso ha “provocato”. E, tanto per non smentirsi, ne ha per tutti.
Poteva mancare al dibattito il parere di Martinelli?
Chi se lo augurava rimarrà deluso.
Pero' l'età mi consente (e forse anche l'attitudine) di rompere un po' le regole, evitando di rispondere ai "magnifici sette" ed invece di svolgere alcune riflessioni ancora parziali in quanto non ho ancora il quadro completo delle opinioni espresse e quindi non posso essere, per quanto concerne il mio pensiero, esaustivo.
Intanto e prima di tutto mi piace rassicurare il nostro allenatore che, secondo alcune dichiarazioni riportate dal Messaggero, starebbe aspettando le reazioni dei "poteri forti". Tranquillo Phil, i poteri forti non ci sono, altrimenti dovremmo tornare tutti a casa, e, se i poteri forti sono i consigli od i parei di alcuni "Grandi Papaveri" questi non servono a granché, altrimenti tu non avresti piu' allenato.
Quel che conta è lavorare seriamente e lealmente cercando di perseguire i propri obiettivi. Se per questo bisogna alzare un po' il tono poco male; non eri stato tu ad alzare la voce a Varese quando pareva che vi allenaste in pochi? Come vedi cerchiamo di aggiungere posti a tavola, malgrado tu allora non ti fossi chiesto se sfidavi "poteri forti".
I forti non sono quelli che tramano nell'ombra ma quelli che "fortemente" difendono le proprie ragioni.
Leggo anche nella provvida rassegna stampa della Lega, dunque la Lega esiste!, di una dichiarazione dell'amico Minucci che stigmatizza l'utilizzo di scappatoie che renderebbero meno credibile il movimento.
Intanto non mi pare possibile equiparare ad una "scappatoia" il tentativo di tutelare un diritto sancito dalla Legge (se così è). Forse, credo, sono piu' una "scappatoia" le naturalizzazioni ottenute a tempo di record, quasi alla 007.
Tra le altre dichiarazioni mi ha colpito quella del c.t. della nazionale italiana che chiede tutela per i giocatori di nazionalità italiana, comprendendo ovviamente fra questi Myers, Damiao, Fucka, e la purezza della razza chi la stabilisce?
In quei casi la Legge Italiana mi pare (lasciando perdere delle considerazioni assolutamente ovvie sulla improponibilità di distinguere tra uomini per qualsiasi motivo e non dico di più) ed alla stessa Legge Italiana si e' rivolto il Sig. Jeff Sheppard cittadino del mondo come chiunque di noi. Meritevole di vedersi riconoscere il diritto di lavorare in Italia almeno quanto l'italianissimo Boscia Tanjevic.
Credo che il problema vero sia quello di far crescere il livello dei giocatori italiani che, a mio parere, sbaglierebbero se volessero far divenire il campionato professionistico italiano una sorta di riserva indiana, gli investimenti vanno laddove c'è spettacolo e nell'era di Internet e del melting pot e' difficile ragionare in termini di segregazione.
Mi proporrei, invece che di avere cinque giocatori italiani a referto, di riuscire a portare cinque giocatori italiani nel vero campionato professionistico mondiale: l'NBA.
E, a proposito di NBA, vorrei ricordare al buon Mario Boni, che sentendosi discriminato minaccia simpaticamente di trasferirsi armi e bagagli nella Lega femminile, che in tale impresa e' gia' stato preceduto, al contrario, da tal Nancy Liebermann, bella e brava ragazza che, anni fa, ottenne un contratto NBA, cosa che a lui ancora non e' riuscita, ma c'e' tempo. Vorrei solo ricordare che in quella circostanza, se il precedente puo' essere utile, non fu attivata nessuna battaglia legale.
Che poi il regolamento si adegui alla Legge, se così dovrà essere, a giochi in corso, non può che dispiacerci, non perchè vengono cambiati i regolamenti, ma perchè solo più tardi è stata ripettata la Legge.
Se il futuro è puzzolente, caro Mario, basta non ficcarcisi dentro oppure, una volta dentro, lavarsi piu' spesso.
Che poi lo status professionistico vada rivisto e' indiscutibile, specialmente nella parte che ritiene un giocatore un lavoratore dipendente.
Mi pare, perlomeno alla luce delle Leggi che conosco, assai difficile limitare per regolamento il numero degli extracomunitari in campo, tant’è che quanto prima nel calcio questa norma verra' abolita viste anche le concordi richieste, anzi diffide, tanto per non fare nomi, di Milan, Lazio e Roma. Malgrado questo però nessuno impedisce all'Atalanta di essere seconda in campionato.
Riflessione finale libera: non so come questa vicenda finirà, questo lo stabilirà solo il giudice. Credo sia una battaglia di diritto e di libertà contro l'ipocrisia e la prevaricazione, ma se così non la penserà il giudice accetterò il verdetto serenamente.
Come spero facciano tutti senza creare clima da ultimi giorni di Pompei, anche perchè, in questo caso, sapendolo, basterà non esserci per salvarsi.
I campionati semiprofessionistici (anche se non capisco bene cosa vuol dire semiprofessionismo) aspettano.
Michele Martinelli
ROSETO.com, 28 novembre 2000.
FORUM SUL “CASO SHEPPARD”: LE OPINIONI DI GAETANO GEBBIA.
Cosa ne pensa il Coach della Viola Reggio Calabria.
Michele Martinelli avrebbe dovuto aspettare la fine del Campionato per aprire il “caso Sheppard”, rimanendo fedele a quanto la Lega aveva disposto a inizio campionato e cioè allo schieramento di soli due extracomunitari per squadra?
“Penso proprio che sarebbe stato meglio, anche se gli va riconosciuto il coraggio di una decisione difficile.”
Quanto l’odierna situazione della Lega Basket aiuta le iniziative come quella di Michele Martinelli?
“Penso che tutto il movimento stia attraversando un momento difficile, non solo la Lega
Basket.”
La liberalizzazione totale nella circolazione degli atleti è un fenomeno inevitabile?
“Penso proprio di si, ci arriveremo presto, ma saremo preparati?”
Se passa la liberalizzazione totale, quale sarebbe l’assetto ottimale degli odierni Campionati di A1, A2, e B d’Eccellenza?
“Ci si preoccupa tanto, forse troppo, dei campionati maggiori senza capire che invece la riforma dovrebbe essere rivolta ai campionati minori (B2 e forse B1) con limiti d'età (22/24 anni) e 2 o 3 over; lo ripeto da anni .... forse un giorno!”
Quali sono le iniziative che si dovrebbero prendere a tutela dei vivai e della Nazionale?
“Quella di cui al punto precedente per consentire ai giovani di giocare campionati veri piuttosto che marcire in panchina; e poi trovare un'alternativa al vincolo che non c'è più (verifichiamo come va il progetto Troncarelli).”
Quale futuro per i giocatori italiani?
“Sono fiducioso, a poco a poco troveranno sempre più spazio.”
Luca Maggitti
ROSETO.com, 30 novembre 2000.
FORUM SUL “CASO SHEPPARD”: LE OPINIONI DI GIUSEPPE CASSI’.
Cosa ne pensa l’ex fromboliere “Peppe” Cassì, oggi Avvocato e Presidente della GIBA.
Michele Martinelli avrebbe dovuto aspettare la fine del Campionato per aprire il “caso Sheppard”, rimanendo fedele a quanto la Lega aveva disposto a inizio campionato e cioè allo schieramento di soli due extracomunitari per squadra?
“Non so se Martinelli ha fatto bene, e non mi interessa. E' però un bene che la questione sia stata sollevata adesso: a) se perde - come credo - si sgombrerà il campo dagli equivoci sorti dopo l'ordinanza del giudice di Reggio Emilia sul caso Ekong; b) se vince, si riproporrà in modo drammatico il problema della salvaguardia dello sport nazionale, e forse anche i politici (sportivi e non) ora indifferenti, si interesseranno della cosa.”
Quanto l’odierna situazione della Lega Basket aiuta le iniziative come quella di Michele Martinelli?
“Credo che Martinelli avrebbe agito comunque, anche in presenza di una Lega unita.”
La liberalizzazione totale nella circolazione degli atleti è un fenomeno inevitabile?
“La liberalizzazione totale non è fenomeno inevitabile; credo che a breve si cercherà di modificare le norme in modo da tutelare gli sport nazionali (non solo quello italiano), garantendo le peculiarità locali. Lo sport, anche quello professionistico, è fenomeno culturale e sociale prima che economico, e la ricerca di soluzioni che contemperino le norme di libera circolazione con l'esigenza di protezione e valorizzazione delle specificità sportive dei singoli stati (molto sentita nella coscienza comune, e come tale giuridicamente meritevole di tutela) andrà avanti. Se ne parlerà già al vertice di Nizza dei leaders dell'UE.”
Se passa la liberalizzazione totale, quale sarebbe l’assetto ottimale degli odierni Campionati di A1, A2, e B d’Eccellenza?
“Se passa la liberalizzazione totale, vedo un'unica soluzione: una serie A unica a 10/12 squadre e la fuoriuscita di tutte le altre squadre dal settore professionistico, e dai rigori della legge 91.”
Quali sono le iniziative che si dovrebbero prendere a tutela dei vivai e della Nazionale?
“Abbiamo proposto di portare a 12 il numero dei giocatori a referto, con un minimo di 7 di scuola italiana (quaLcosa del genere esiste già in Grecia): i 7 devono avere disputato in Italia i campionati giovanili (ad esempio, Fucka si, Middleton no). Altri interventi possono riguardare le serie minori, non limitando gli over 30, come adesso, ma caso mai imponendo un certo numero di under 22.”
Quale futuro per i giocatori italiani?
“Se sarà possibile ingaggiare giocatori da tutto il mondo senza limitazioni, apparirà evidente che un giovane USA che ha avuto al suo servizio in ambito scolastico strutture, istruttori, organizzazione, avrà la meglio sul giovane italiano che nell'ora scolastica di educazione fisica a volte non indossa neanche la tuta; i club non avranno alcun interesse ai vivai, eccetera eccetera.”
Riflessione finale libera.
“Ho preannunziato al presidente Maifredi che proporrò ricorso al giudice per superare la discriminazione in atto ai danni dei giocatori italiani: se un club professionistico vuole ingaggiare un giovane giocatore comunitario, può farlo in qualsiasi momento dell'anno, pagando solo l'ingaggio; se lo stesso club vuole ingaggiare un giovane giocatore italiano tesserato per un club non professionistico, deve aspettare determinati periodi dell'anno (settembre, gennaio) e deve versare, oltre all'ingaggio, un "premio addestramento" al club di provenienza; ovvio che la scelta ricadrà sullo straniero. Se non è discriminazione questa..!”
Luca Maggitti
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