Vincenzo Di Bonaventura è un istrione.
Nel teatro dove un altro cadrà, lui si surclasserà.
Roseto degli Abruzzi, Venezia, San Benedetto del Tronto le sue città.
Il mare imprescindibile dirimpettaio di una vita piena di amore per il teatro e per la pallacanestro.
E di allergia per le banalità e i luoghi comuni.
Ho conosciuto Vincenzo nei primi anni Novanta, quando – tornato da Venezia e stabilitosi a San Benedetto – fu chiamato da “Roseto Unita”, associazione culturale di cui ero giovane volontario, a recitare al “Pagus” di Montepagano il “Don Chisciotte”, interpretando sia l’aulico cavaliere dalla triste figura sia il suo scudiero Sancho Panza, che parlava in dialetto rosetano.
Contemporaneamente.
Quello spettacolo fu – per me venticinquenne – un’epifania: capii che esistevano attori capaci di ribaltare il consueto e di tenerti sulla corda, facendoti torcere il polsino della camicia per tutto il tempo che volevano.
Perciò oggi ho voluto – dopo qualche anno – intervistarlo di nuovo in modalità video. Una conversazione a tutto campo: dagli inizi agli autori e alle opere amate, passando per i maestri Carmelo Bene e Dario Fo e parlando anche della malattia che qualche mese fa lo ha toccato e dalla quale è uscito con più forza di prima.
In attesa di sapere se riusciremo – dopo il libro del 2021 – a fare un altro libro insieme, intanto leggetevi una sua nota biografica, qui di seguito, e poi cliccate il link in calce per seguire la video intervista su Facebook.
VINCENZO DI BONAVENTURA
Vincenzo Di Bonaventura nasce a Roseto degli Abruzzi, nel 1950.
Si trasferisce a Venezia nel 1974, iniziando la sua formazione artistica.
Dal 1983 inizia a recitare con la compagnia Teatromodo di Venezia, il Teatro Universitario Ca’ Foscari, il Teatro Stabile del Veneto e il Teatro Nìovo di Venezia. Tornato a San Benedetto del Tronto, nel 1993 fonda Teatrodue – all’interno del quale è autore e interprete di numerosi allestimenti sulla poesia e il teatro, in collaborazione con Patrizia Sciarroni – e il Teatrlaboratorium 27 Aikot, insieme all’Accademia d’Arte Comica e Drammatica per attore solista.
In mezzo secolo di teatro, ha portato in scena Euripide, Sofocle, Eschilo, Shakespeare, Dante, Cervantes, Goethe, Majakovskij, Pirandello, D’Annunzio, Pasolini, Dario Fo e tanti altri.
Grande appassionato di basket, nel 2021, in occasione del primo secolo di pallacanestro rosetana, ha scritto il libro “CENT’ANNI DI ROSETITUDINE (Il segreto del LEM) Cronistoria monologante in epicità canestraria”, pubblicato da Luca Maggitti per ROSETO.com.