Mancanze
ADDIO, LINO POLIZIANI.

Un pensiero per l’ex titolare del Lido Marisella di Roseto degli Abruzzi, scomparso oggi.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 07 Settembre 2024 - Ore 23:45

Oggi è morto Lino Poliziani, che per decenni è stato il titolare del conosciuto Lido Marisella di Roseto degli Abruzzi.

Conoscevo Lino perché è stato il mio primo datore di lavoro quando, nell’estate del 1985 – a 15 anni (ne avrei compiuti 16 il 12 ottobre) – fui assunto dalla sua “Ditta Poliziani Lino”, in qualità di barista e cameriere del Lido Marisella.

Lo avevo conosciuto ancor prima, intorno ai 14 anni, andandomi a guadagnare qualche diecimila lire insaponando e asciugando macchine nel lavaggio di cui era titolare, vicinissimo al Caffè Liliana.

Quando avevo bisogno di qualche soldo, infatti, mi sbrigavo a finire i miei compiti di studente delle ragionerie, poi quelli di supporto al caffè di Mamma Liliana e andavo dal buon Lino, che mi pagava al termine di sgobbate, per lo più il sabato, a base di pelle di daino su carrozzerie di macchine.

Lino vendette il lavaggio (che se non erro fu acquistato da Angelo Quaglia, il padre di coach Danilo, dal quale pure andai da studente per guadagnare un po’ di soldi) e comprò il Lido Marisella, dicendomi che se avessi voluto, sarebbe stato contento di farmi lavorare con lui al mare.

Così chiesi ai miei genitori il permesso, perché volevo comprarmi la bicicletta e poi il “radione”. I miei mi liberarono dalle incombenze familiari del nostro bar, per autorizzarmi ad andare da Lino, che aveva perso il suo uomo di fiducia che reggeva le sorti del Lido Marisella negli Anni 80: Alfonso Montese (che diventerà poi, per un periodo, vicesindaco Di Enio Pavone intorno al 2011), il quale era partito per il servizio militare dove era ufficiale di complemento.

Lino era un lavoratore instancabile. Letteralmente. Uno che dormiva dentro il Lido Marisella, quando serviva, e che lo gestiva con il suo rustico senso per gli affari che lo portò ad aprire (insieme al Lido Mirella, credo furono fra i primi in assoluto a Roseto) la ristorazione del pranzo al mare, ingaggiando dal vicino Lido La Sirenetta la mitica “Elena, la regina del mare”, che arrivò insieme al marito Peppe.

I turni erano davvero duri.

Cominciavo alle 11 del mattino, apparecchiando e servendo il pranzo ai tavoli. Poi via di straccio e rigoverno del lido, quindi dietro al bancone fino alle ore 19, quando tornavo in Via Seneca 7 dove la mia famiglia mi aveva preparato la cena. Quindi doccia e cambio divisa: da corta a lunga da cameriere serale, per tornare al Marisella e, dalle ore 21, servire ai tavoli le consumazioni (non c’era la cena, nel 1985, bensì i drink) fino all’una di notte... o all’ora che si faceva. Si poteva arrivare anche alle 3, nelle notti più complicate.

Lino era il coordinatore di questa vera e propria “macchina da guerra”, che mieteva clienti e soldi, con la sorella a dargli supporto, la compagna Gisa e la cameriera mia collega Fiorella la sera, mentre di giorno ero con Elena che cucinava, sfornava pizze e friggeva frittelle.

In spiaggia, invece, c’era Giorgio “Papò” Collevecchio e trovai mio cugino (più grande di me) Donato Maggitti.

Quanto lavoro! Quanto lavoro e per quante ore al giorno! Almeno 12, quando andava bene (per i camerieri), tanto per capirci.

E però fui contento, perché nella mia estate da 15enne guadagnai 500.000 lire a giugno (in prova), 750.000 lire a luglio e il mitico milione di lire ad agosto. E quando, nel 2016, l’INPS mi rilasciò un primo documento, per avvertirmi che ormai avevo i contributi minimi per la pensione, ebbi un moto di commozione nel vedere quei primi contributi versatimi proprio da Lino Poliziani, che – carta canta – mi assunse dal 1° luglio 1985 al 31 agosto 1985, per un reddito dichiarato lordo di 1.513.000 lire.

Fu una incredibile soddisfazione e ringraziai di cuore Lino, potendomi comprare la bicicletta. L’anno successivo tornai da lui per lavorare e comprare il “radione”, pur non finendo la stagione per uno screzio che avemmo, relativo alla mia retribuzione. Qualche anno dopo, capitando al Marisella da cliente per un pranzo, ne ridemmo insieme, chiudendo la questione seppur con troppi anni di ritardo.

Ho molti ricordi di Lino Poliziani mio “padrone”, come si usava dire allora. Intanto – come già detto – una capacità sovrumana di sforzo lavorativo, figlia dei lavori duri che aveva sempre fatto. Poi ricordo la fiducia. La grande fiducia che ebbe nei miei confronti, lasciandomi gli assegni firmati per quando venivano a scaricare gelati e bevande e io compilavo l’assegno, a 15 e 16 anni. Infine, nonostante la sua fiducia, i modi asciutti al confine con il ruvido: niente smancerie... e lavorare. Col senno di poi, un atteggiamento che approvo e che mi è servito.

Quando gli chiesi come mai si fidava di un ragazzino, al punto da lasciargli gli assegni in bianco firmati, mi rispose che la serietà della mia famiglia garantiva per me. Ne fui orgoglioso.

Il secondo anno, per quanto incompleto, ricordo che venne a lavorare insieme a me anche Marco Rapone.

Il Lido Marisella è stato quello del juke-box in cui spingere la moneta per sentire “Don’t you (forget about me)” dei Simple Minds quando volevamo gasarci per lavorare meglio, ma pure “Voglio andare via” di Ron, quando a fine serata non ne potevamo più e non vedevamo l’ora di sputtanarci 10.000 lire per la cena notturna, mangiando l’affogato alla frutta del “Bar 33” (oggi c’è una pizzeria, di fronte al Lido Azzurra). Ovviamente, non si poteva fare sempre... perché sennò tutto il guadagnato finiva in frutta e gelato!

E poi mi ricordo.

Mi ricordo Pasquale Zitelli venire e chiedere una bottiglia di “Glen Grant”, perché pagare il whisky al bicchiere costava troppo. E Lino acconsentire, anche se a malincuore, perché il fisico di Pasquale era un invito a scendere a più miti consigli.

Ricordo il dottor Raffaele Battista, col suo panama, chiedermi il “Ballantine’s” più elegante che io abbia mai versato.

Ricordo “Elena la Regina de Mare” lamentarsi del fatto che in cucina doveva fare tutto lei, al motto di: “Lù mazzòne è sìmbre lù mì!”.

Ricordo le grandi risate dei villeggianti, che all’epoca rimanevano settimane e mesi a Roseto.

Ricordo la clientela locale, soprattutto dell’interno, farmi spanciare dalle risate con calembour fra dialetto e anglismi (“Camerì, lù mànghe ciamànghe”, “Camerì, la vòddke sa vuddekàte” e altre perle simili).

Ricordo la famiglia dell’avvocato Tansella, con la splendida moglie e le bambine (Ilaria ha sposato il mio parente Manuel Matricciani).

Ricordo Giuliano Pica ed Enrico Mariani furoreggiare. Giuliano è diventato il mio acconciatore imprescindibile ed Enrico uno dei grandi compagni di serate, quando ha gestito l’Hercules con Alfonso Borghese.

Ricordo la sensazione di quando mi sono ripassato far le mani i primi soldi. E quando, a Ferragosto 1985, ci siamo chiusi dentro, Lino e io, per sistemare i soldi dentro capienti sacchi all’alba del 16 agosto.

Lino mi diede fiducia e offrì il mio primo lavoro esterno pagato. Non potrò mai dimenticarlo.

So che l’ho ricambiato come meglio potevo, lavorando a tal punto che quando, nel secondo anno, lasciai dopo l’incomprensione, mi mandò zio Giovanni Maggitti – da poco tornato dal Venezuela, dove era stato un trentennio emigrante – a fare da ambasciatore per trattare un armistizio con ritorno, perché – mi diede atto – lavorato molto e bene.

Ma ero giovane e sentivo di avere ragione, così non tornai. Pazienza. Come dicevo, le cose sono poi state chiarite, ma è giusto ricordarle per come sono andate. Ricordarmi la testardaggine, che mi tenne lontano qualche anno da quel Lido.

Oggi, nel giorno della scomparsa di Lino, nell’anno in cui conto i miei primi 40 anni di lavoro dal quel 1985, rivolgo le condoglianze alla sua famiglia e a tutti quelli che gli hanno voluto bene, ringraziandolo ancora una volta per l’opportunità che mi diede.

Lino ci ha lasciato dopo aver creato un vero e proprio impero, frutto di almeno mezzo secolo di grandissimi sacrifici e di vita dedicata al lavoro, perché davvero non mi ricordo né suoi hobby né distrazioni. Lo ricordo sempre e solo sul pezzo.

Riposi in pace.







Stampato il 01-15-2025 17:07:35 su www.roseto.com