«Non ci importa contare i successi che abbiamo accumulato, ci interessa vincere una partita alla volta e continuare a migliorare in allenamento, consapevoli che abbiamo intrapreso un lungo viaggio».
Parole di Lukas Aukstikalnis, lituano classe 1995 di 195 cm e cannoniere della finora imbattuta Pallacanestro Roseto, che dall’inizio della stagione ufficiale ha vinto 15 gare consecutive, delle quali 2 in Supercoppa e 13 in Campionato.
Il “lituono”, soprannome dovuto alla tonitruante classe distillata nei tiri, che finora hanno deciso almeno la metà delle partite della compagine di coach Franco Gramenzi, è un atleta molto calmo, amante della moda ed estremamente professionale quanto ad abitudini ed alimentazione, come conferma lo staff del Roseto.
Inoltre, è prudente. Infatti, nonostante le 15 vittorie, chiosa: «È troppo presto per dire qualsiasi cosa, visto che la stagione è appena all’inizio. Dobbiamo farci trovare pronti e in perfetta forma quando le cose accadranno e quando tutto si deciderà e cioè in primavera, nei playoff di maggio e giugno. Il nostro obiettivo è laggiù. Adesso, quindi, è il tempo di continuare a migliorare e aggiustare i dettagli».
La sua tecnica di tiro, con un caricamento a catapulta praticamente immarcabile, si accompagna a una sorta di compasso con le gambe, che finora non ha attirato fischi punitivi da parte degli arbitri, visto che il giocatore non va a cercare gli arti inferiori degli avversari bensì si protegge, come spiega: «Quando salto e ho le gambe larghe, è per proteggermi dai difensori che mi stanno troppo addosso e spesso in modo non corretto. Quindi serve a tenerli un po’ più lontano e mostrare agli arbitri che magari non hanno fischiato fallo commesso su di me. Dopo la sospensione in aria e il tiro, quando torno a terra devo necessariamente avere un po’ di spazio per i miei piedi e cerco di evitare che il difensore invada il mio cilindro, con tutti i pericoli che questo comporta».
Pericoli reali, visto che il suo compagno di squadra Alessio Donadoni ha sofferto una distorsione alla caviglia, che lo ha tenuto lontano dal campo per 5 partite, ricadendo sul piede di un difensore franatogli addosso dopo una tripla.
Circa l’allenamento per mantenere la strabiliante precisione del suo tiro (17 punti di media in 26 minuti, tirando con il 51% da 3 punti), Aukstikalnis afferma: «Quando ricevo palla, anche in un momento decisivo, quello che più mi preme è restare calmo e credere in me stesso, pensando semplicemente che centrerò il bersaglio».
Il suo podio personale, dedicato alla città di Roseto, è semplice: «Tempo buono, mare bello in cui amo nuotare (anche fuori stagione) e persone amichevoli e gentili, così come lo sono tutti i compagni di squadra e lo staff».