L’intervista al Bomba, fatta dai Forumisti di ROSETO.com.
Roseto degli Abruzzi (TE)
Martedì, 20 Febbraio 2007 - Ore 22:00
CIOE’
Sei stato contattato per tornare a Roseto in questa stagione?
“No, ufficialmente non sono stato contattato da nessun componente dello staff tecnico-dirigenziale della società.”
ROSETANO DAL \'90
Caro Bomba le sarebbe piaciuto tornare a giocare a Roseto in B2?
“Caro amico, a Roseto tornerei sempre e comunque a prescindere dalla categoria.”
ROSETANO DAL \'90
So che nella partita tra Trieste e Porto Torres lei ha fatto 24 punti. Quando pensa di ritirarsi dal basket?
“Semplicemente non ci penso, è per questo che gioco ancora, mi diverto e credo di far divertire.”
ROSETANO DAL \'90
Cosa ne pensa lei di Martinelli, ora che si trova in crisi con la \"sua\" Bologna?
“Mi considero un uomo di basket a 360 gradi, mentre credo che Martinelli sia un uomo d’affari prestato a questo sport ed è per questo che non credo che si possa parlare di “sua” Bologna o “sua” Roseto o altre squadre, semplicemente lui opera e fa scelte dettate da interessi contingenti e finalizzati ad un risultato sia sportivo che economico. Un personaggio imprevedibile, né meglio né peggio di tanti altri che ci sono in questo ambiente. Di una cosa bisogna però dargli atto, ha contribuito notevolmente a riportare Roseto sui palcoscenici del basket che conta e ha saputo far parlare di sé nel bene o nel male. Non si può pensare a un Martinelli come un presidente ‘romantico’ e ‘idealista’ alla Giovanni Giunco tanto per farti un esempio a noi tutti caro, però bisogna ammettere che Miguelon è uno che ha lasciato il segno!”
EL CIUMINTEROS
Qual è la partita che ti è rimasta più a cuore con la canotta del Roseto?
“Direi che porto con me il ricordo di un po’ tutte le partite giocate con la maglia del Roseto, ma quella più citata dell’anno di serie B è la partita giocata contro Ferrara: un mio canestro da metà campo è rimasto nella storia di quella mitica stagione. In serie A il rientro proprio contro la mia Livorno e la vittoria contro la Scavolini, tanto voluta dalla città e dalla squadra e le due vittorie andata e ritorno contro Teramo, dove io e Donato Avenia siamo stati protagonisti.”
EL CIUMINTEROS
E\' vero che lo spogliatoio nell\'anno della B1 era spaccato e se si quali erano le fronde?
“La squadra in sé non era spaccata. Si erano solo, come spesso accade, venuti a creare vari gruppi, dovuti più ad un discorso di affinità, vuoi per età, esperienze ed interessi fuori dal campo. Ti conferma ciò che dico il risultato ottenuto ed il fatto che a distanza di anni ancora oggi quando ci incontriamo ci intratteniamo volentieri insieme. Un discorso a parte era il rapporto mio con Trullo, vista la sua scarsa esperienza di allora nel gestire giocatori di livello. Non nascondo, visto il mio impiego e le perplessità rispetto alle sue capacità tecniche, che non avevo fiducia in lui. Per questo, spesso ho agito con scelte autonome e giocate estemporanee, al di fuori delle sue direttive, portando però così a casa il risultato grazie anche alla collaborazione dei miei compagni, che mi hanno sempre supportato in campo permettendomi di fare ciò. Le mie considerazioni riguardano però solo l’allenatore e non l’uomo, del quale nulla conosco e che a sua volta nulla sa di me.”
RUNNER
Bonaccorsi torna in serie A. Roseto-Livorno. Il coach ti chiama, il pubblico esplode ed eccoti seduto sul cubo dei cambi. Cosa ti è passato per la testa mentre eri seduto?
“Mi è passato nella mente un po’ di tutto: una grande emozione, adrenalina allo stato puro e poi un solo pensiero: ‘Adesso entro e dimostro che qui non ci sono per caso, voglio vincere!’. Martinelli che mi incoraggiava in piedi vicino al cubo del cambio, gli amici e mia moglie sugli spalti emozionati forse più di me, la mia Roseto, la mia Livorno, il mio riesordio con coach Dalmonte (il mio primo allenatore a Brescia, lontano da Livorno), il cerchio che si chiude.”
RUNNER
Perché un buon giocatore di serie A , con tanti minuti giocati e buone medie, accetta di venire a giocare in B con il Roseto? Rifaresti quella scelta?
“Perché il giocatore in questione aveva firmato un triennale ed aveva promesso di portare quella squadra in Serie A. Promessa mantenuta la mia, contratto non rispettato dall’altra parte. Per me quell’anno di B doveva solo essere un passaggio, una sfida da accettare e portare a termine. Comunque nessun rimpianto per come sono andate le cose: rifarei la stessa scelta alla luce di quello che ho ricevuto in termini umani, di amici trovati, di ricordi, di emozioni date ed avute (ho conosciuto quella che poi è diventata mia moglie) ed anche se poi la mia carriera ha preso un\'altra piega rispetto ai progetti iniziali, mi sono ugualmente tolto un sacco di soddisfazioni.”
RUNNER
Tra i tanti giocatori che hanno indossato la maglia del Roseto negli ultimi 10 anni, solo tre giocatori sono riusciti a far letteralmente impazzire i tifosi: Rauf, Boni e … indovina il terzo? Hai pensato a Pomenti? Scherzo, Andrea è un amico. Piccoli indizi: talento naturale, genio e sregolatezza, canestri impossili, assist geniali ... si sentirà in debito con la sua carriera?
“Effettivamente anche io avevo pensato ad Andrea … un amico anche per me. Ti ringrazio per le belle parole, in ogni caso nessun debito da pagare e forse qualche credito, perché quelle genialità e sregolatezza di cui tu parli spesso mi hanno penalizzato. Ma doveva andare così, io sono quello e non voglio cambiare, non scendo mai a compromessi nemmeno con me stesso. Preferisco però pensare che non devo nulla a nessuno: i miei sbagli sono solo miei, ma anche i miei traguardi - allo stesso modo - li considero frutto delle mie fatiche e del mio talento.”
MARCO SCIARRA, BRIGANTE
Ciao Claudio. Quand\'eri a Teramo in B1, non potrò mai dimenticare una partita impattata con una tua tripla da centrocampo (così mi riferirono ma, conoscendoti, non ho dubbi!) a fil di sirena che ci portò ai supplementari. Ero ormai fuori dal Palazzetto, avendo sconsideratamente pensato di averla già persa, sentii il boato del pubblico e mi toccò rifare le scale di corsa per godermi l\'overtime, poi vinto a mani basse. Ti ricordi che partita era? Da quel giorno non abbandono più prima della conclusione, anche se siamo sotto di 10 a 30 secondi dalla fine. Mai sottovalutare la potenza del Bomba!
“Si ricordo bene quella partita, era contro Ferrara (contro Ferrara, Bomba segna sempre da centrocampo, n.d.r.) allenata da Trullo. Il basket è uno sport emozionante e bellissimo e può regalare sorprese fino all’ultimo secondo, mai sottovalutare la magia della palla a spicchi. Quindi, amico, sono felice di averti lasciato questo piccolo insegnamento.”
PAPARAZZE
Ciao Bomba, volevo chiederti se Roseto ti ha lasciato buoni ricordi (oltre alla promozione). In più spero di rivederti a Roseto al più presto se non come giocatore anche come villeggiante o turista. A proposito, se Roseto ti facesse una proposta da allenatore o qualcos’altro accetteresti? Comunque sei e rimarrai sempre il CICLONE DELL\'ADRIATICO. By un amico dolce…
“Roseto mi ha lasciato infiniti ricordi, quasi tutti belli e - ti dirò la verità - a volte la malinconia fa sì che anche quelli brutti non lo sembrino poi più così tanto. Appena trovo il tempo e l’occasione torno nel Lido delle Rose, quindi non avrei nessuna difficoltà ad accettare proposte che provengono da lì. Anche se ancora sento di poter dare un contributo in campo, mi piacerebbe un domani più che l’allenatore fare il general manager: ormai conoscenze ed esperienza le ho fatte in quasi 25 anni di basket vissuto sulla mia pelle.”
RUNNER
Pregio e difetto?
“Sono un sincero, anche le cose peggiori le dico in faccia. Mi reputo un amico fidato ed una persona piena di vita. Il difetto è la mia pignoleria, che ha volte mi porta ad essere pesante e ripetitivo. Questa caratteristica, unita alla mia eccessiva schiettezza, fa di me un tipo poco diplomatico e non incline al compromesso.”
RUNNER
Il tuo canestro più importante?
“Ad oggi, senza ombra di dubbio, ti dico che – metaforicamente - il canestro più importante della mia vita è mia figlia che nascerà a fine giugno.”
RUNNER
Il giocatore più forte che hai incontrato?
“Nella mia lunga carriera ho avuto occasione di incontrare tanti grandi campioni, giocatori fuori dal comune, però nel mio ricordo il più forte di tutti rimane Rafael Addison.”
RUNNER
Le condizioni ideali per esprimerti al massimo?
“Una delle condizioni per dare il meglio di me è di non sentirmi limitato da schemi e giochi troppo prestabiliti. Io sono un giocatore imprevedibile ed estemporaneo, uno che tira e segna con un senso del canestro naturale, non costruito; con una lettura del gioco immediata ed adattabile al momento. Necessito quindi anche negli altri di trovare la stessa velocità mentale e uguale elasticità; poi per me la carica che mi da il pubblico è fondamentale, quindi un palazzetto pieno e caloroso mi fa trovare stimoli ed energia per dare il massimo.”
RUNNER
La più grande delusione e soddisfazione sportiva?
“Considero due episodi nella mia carriera come momenti particolarmente deludenti. Il primo quando da giovane playmaker fui ceduto da Livorno a Brescia, anziché a Milano o Bologna che mi volevano, solo in virtù di necessità economiche della società. Vista la considerevole somma incassata per la mia cessione, la società si poté risollevare, però a mia insaputa ed a discapito della mia carriera. La seconda quando, dopo la promozione con Roseto, vidi smantellare la squadra e non portare a termine il mio triennale. Vissi questa cosa come una grande ingiustizia nei miei confronti e dei miei compagni. Grazie a Dio, in compenso, tante sono state le soddisfazioni sportive a livello personale e di squadra. Penso che il fatto di scendere ancora, a distanza di 24 anni, in campo ogni domenica sia quella che le racchiude tutte.”
RUNNER
Il compagno di squadra indimenticabile?
“Per varie ragioni, anche extra basket, un giocatore che non scorderò mai è il mitico Darryl Dawkins.”
RUNNER
La partita indimenticabile?
“Bologna contro Caserta, con nostra vittoria fuori casa (ero il play titolare della squadra campana) allo scadere, con una mia bomba in faccia al grande Danilovic e 31 punti segnati. Ti assicuro che espugnare il piazzale Azzarita così è indimenticabile.”
RUNNER
Il dolce da Mazzocchetti?
“I dolci da Mazzocchetti mi piacciono un po’ tutti, in particolare quelli a base di cioccolato. Ricordo con piacere quando io e Rizzo, di ritorno dalle trasferte, passavamo nel laboratorio della pasticceria ancora chiusa - vista l’ora - per una colazione speciale a base di paste con la crema di cioccolata calda appena fatta. La grande ospitalità della famiglia Mazzocchetti fece sì che questa divenisse una consuetudine a noi molto gradita. E’ gente come la famiglia Mazzocchetti che rende la permanenza a Roseto una cosa speciale: persone gentili ed ospitali, come a Roseto ce ne sono tante. E ti assicuro che non è così dappertutto.”
ET
Cos\'è successo a Brindisi prima e a Veroli poi?
“ Non ti offendere se sarò particolarmente breve, ma tanto è già stato detto in proposito e quindi mi limiterò a dire che a Brindisi il comportamento aggressivo ed irriguardoso di un dirigente nei confronti miei e di mia moglie ha portato ad una separazione forzata, dovuta all’ingratitudine mostratami da taluni membri della società ed una presa di posizione di questi esattamente opposta a quella che era obbligo morale adottare visto che io ero la parte lesa e non il contrario. Ciò non muta però in me l’affetto per i tifosi brindisini e per tutto quello che abbiamo costruito insieme. Il mio trasferimento da Veroli a Trieste è maturato in seguito a questioni di ordine tecnico: il modo in cui venivo impiegato non corrispondeva a quello più adatto alle mie caratteristiche e gli accordi intercorsi durante l’estate mi avevano fatto intendere che avrei avuto spazi e minuti distribuiti diversamente. Non potendo o non volendo l’allenatore modificare tale situazione, non rimaneva che prendere strade diverse, tutto però nella massima civiltà e tranquillità, soprattutto da parte mia perché consapevole di avere fatto il mio dovere fino in fondo e avere contribuito ai traguardi fino ad allora raggiunti dalla squadra, mettendomi a disposizione anche se in condizioni di gioco a me non sempre favorevoli.”
ONZAPATONZA
Ciao Bomba, quest\'estate, in un\'intervista al termine di una gara del mitico torneo dei Giardini Margherita a Bologna, mi hai detto che il tuo punto di riferimento è il tuo amico Marione Boni, e finché gioca lui ce la puoi fare anche tu... Così mi è sembrato un naturale destino che il tuo esordio con la maglia di Trieste sia coincisa con la sfida con Casalpusterlengo. Cosa gli hai detto dopo che, proprio in quell\'occasione, \"OverMario\" ha realizzato il suo top stagionale di punti (30, con 8/17 dal campo e 12/12 ai liberi più 6 rimbalzi, 6 falli subiti e 31 di valutazione)?
“Mah, cosa vuoi che ci siamo detti io e Marione … ogni volta che ci incontriamo è una festa! SuperMario è una persona simpaticissima, ci siamo scambiati opinioni sul campionato sui giocatori, sugli allenatori e altro. Difficilmente parliamo delle proprie singole prestazioni comunque, dopo un inizio stentato, adesso che ha trovato i ritmi della B1 e con lui la sua Casalpusterlengo, credo al momento sia proprio questa la squadra più forte e completa di entrambi i gironi.”
SAVONAROLA
Nella tua lunghissima parte di carriera lasciata ormai alle spalle ti è capitato anche di giocare in questo quintetto (correggimi se sbaglio): Bonaccorsi, Forti, Boni, Swinson, Battistella (Montecatini 1995/1996, A2). Domande: tu e Boni andavate d\'accordo in campo (risposta sincera)? Tu e Boni cosa pensavate di Frates come coach?
“Esatto, quello era il quintetto di Montecatini di quell’anno (talvolta poteva anche partire il buon Cesarone Amabili come numero 5, al posto di Battistella). Era l’anno in cui, bei tempi, la serie A2 si doveva giocare per regolamento con un solo straniero. Non so perché ma molti, tu compreso probabilmente, tuttora trovano strano che io e Mario potessimo avere un buon feeling, visto che mi chiedi di essere sincero … ebbene, anche alla luce della risposta precedente, ti confermo che con Mario c’è sempre stato un buonissimo rapporto di stima e rispetto reciproco in campo e anche fuori, dove ricordo con simpatia anche uno scorcio di vacanza trascorsa insieme in quel di Formentera. Senza dubbio, comunque, sia io che Mario fummo protagonisti di un ottimo campionato. Per quanto riguarda cosa pensasse di coach Frates Marione, trovo giusto che dovrebbe essere lui a dirlo perciò, se mai capiterà, dovrai girare la domanda al diretto interessato. Per quanto mi riguarda, credo che come tanti allenatori giovani di oggi e di allora, Frates aveva ottime qualità tecniche e grande preparazione tattica ma, come spesso ahimè accade, anche alcune difficoltà a relazionarsi con la psicologia della squadra e quindi dei singoli giocatori.”
SAVONAROLA
Il tuo allenatore preferito? Non il tuo maestro di basket (hai sempre detto Cianfrini), dico quello con cui non hai litigato, con cui ti sei sentito in sintonia, per il quale hai messo il petto senza aprire guerre.
“Premetto che il petto in campo l’ho sempre messo, a prescindere da chi sedesse in panchina, in quanto nella mia filosofia di sportivo in campo si scende solo per vincere contro l’avversario e giocare per onorare la maglia che indossi, nel rispetto dei propri tifosi per il proprio orgoglio e per chi crede in te. Detto questo, ti assicuro che sono molto più gli allenatori con cui mi sono sentito in sintonia che non il contrario e con i quali ho mantenuto buoni rapporti nel tempo, questo grazie anche al fatto che eventuali incomprensioni (peraltro normali durante una collaborazione di mesi) non sono stati vissuti né da me né da loro come fatti personali, ma come semplici confronti di lavoro. In questo senso molti fraintendimenti sono dovuti ad un certo tipo di stampa e al pettegolezzo (da bar dello sport ) che hanno alimentato nel tempo il falso mito di un Bonaccorsi perennemente in lotta contro l’allenatore; con questo non voglio dire che fra i tanti incontrati nella mia lunga carriera non ve ne siano alcuni dei quali non condivido né le capacità tecniche né quelle umane, come del resto ad ogni essere umano in qualsiasi ambito lavorativo può accadere.”
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