Anniversario Triste
STAZIONE DI BOLOGNA: AFFINCHE’ NON SIA UNO STANCO RITUALE…

Un pensiero dell’amico bolognese Enrico Schiavina.

Bologna
Giovedì, 02 Agosto 2007 - Ore 15:00
Stanco rituale.

Questa espressione l\'ho sentita in tv o l\'ho letta su qualche giornale, poi l\'ho sentita ripetere un paio di volte stamattina, alla stazione, nei discorsi ufficiali durante la commemorazione del 2 agosto.

Stanco rituale.

E\' il 27esimo anniversario della strage della stazione, compare all\'improvviso Prodi fuori programma e parla anche lui, dopo Cofferati e Damiano (contestato da un gruppetto di giovani dell\'estrema sinistra, ma forse anche questo fa parte del rituale...), ma l\'unico discorso che mi emoziona è come al solito quello del presidente dell\'associazione dei familiari della vittime, Bolognesi.

Nel piazzale meno gente del solito, ogni anno un po\' meno.

La sensazione è proprio questa: stanco rituale.

Siamo qui, alla stazione, perché dobbiamo esserci. Da bolognesi.

Il 2 agosto è il nostro 11 settembre, e anche di più.

Nessuno di noi dimenticherà mai dov\'era, cosa faceva quel giorno degli 85 morti ammazzati, 27 anni fa.

Ma lo sappiamo bene: è uno stanco rituale, che cerchiamo di tener vivo, tra una commissione e l\'altra, nella fretta della quotidianità.

Un rituale inutile, pensano probabilmente il camionista rumeno bloccato nel traffico, il fruttivendolo pakistano, i turisti tedeschi di passaggio, i molti, troppi ragazzini che del 1980 non sanno niente.

Non è colpa loro, la colpa è di chi non ha saputo raccontare. E\' la fatica della memoria, un dovere nei confronti di chi viene dopo di noi.

Dovere anche mio.

Grazie dell\'ospitalità, Luca.

Difendiamo la nostra memoria, è l\'unica cosa che nessuno potrà mai toglierci.


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