Buongiorno a tutti, specialmente agli assidui frequentatori di ROSETO.com.
Oggi qui ad Istanbul è il primo giorno di Bairan (spero che si scriva così… Tolga per favore, amico mio turco, aiutami!) che vuol dire festeggiamenti. Dopo il Ramadan, che mi sembra duri un mese, la conclusione viene onorata con 4 giorni di vacanza e di festeggiamenti! I volontari, che anche qui ad Istanbul sono impagabili come a Izmir, mi hanno spiegato che i festeggiamenti iniziano andando a fare visita ai propri defunti e continuano veramente per i 4 giorni successivi, con mangiate apocalittiche e feste con tanto di balli e canti.
Grazie alla spiegazione di Murat il volontario, ho capito in tarda mattinata il perché oggi a fare jogging c\'era una marea di persone, di tutte le età, che non avevo mai visto prima. E già, perché dopo 10 giorni di frequentazioni mattutine hai imparato a riconoscere le facce di chi come te ha lo stesso piacere masochistico di svegliarsi alle 7 del mattino per infilarsi le scarpette, un pantaloncino, una maglietta, prendere l\'ipod e correre sul lungomare. E la cosa che più mi fa sorridere è che, dopo un po’ di tempo, quando incroci le stesse persone sai anche che in base al punto in cui le incroci, perchè loro sono più metodiche di te, sei in ritardo o in anticipo. Incredibile cosa possa passare per la testa!
Dopo colazione, io e Guerrino abbiamo deciso di farci un giro per la città. Dato che il Gran Bazar era chiuso e ci rimarrà fino a lunedì, siamo saliti su un taxi e ci siamo fatti portare fino alla stazione del tram, da dove abbiamo proseguito fino al nostro amico Alì per fare 2 chiacchiere. Alì ha un negozio di abbigliamento, di “autentici falsi” come li chiama lui, che precisa che i suoi sono davvero autentici, mentre quelli che si trovano al Bazar sono solo falsi e basta.
Alì è davvero un gran venditore ed ha un fiuto per gli affari incredibile, tanto è vero che oggi lui era aperto ed il 90% dei suoi concorrenti era chiuso. A domanda sul perchè lui fosse aperto e gli altri no, con mia chiosa: “Alì ma tu non sei religioso?”, la risposta pronta è stata: “Baba (amico), certo che lo sono. Io però sono andato a pregare stamattina alle 5. Cosa ci sto a fare adesso a casa...". Logicamente, appena ci ha visto ci ha abbracciato e invitato ad accomodarci nel suo nuovo negozio, ci ha offerto da bere succo di melograno per Guerrino e di arancia per me e ci ha pregato di aspettarlo, avvertendoci: "Ho da lavorare 5 minuti".
In quei 5 minuti, lui ed il suo dipendente si sono lavorati una coppia di giovani americani, 2 signore quasi ottantenni, un giornalista spagnolo e un\'altra coppia di spagnoli. Gli hanno fatto comprare una marea di roba, facendo riempire loro il guardaroba per le prossime 2 stagioni a prezzi quasi pieni. Grande Alì: è stato un vero piacere "vederlo all\'opera".
Vedere il Gran Bazar chiuso, senza il solito grande trambusto (anche se la parola giusta sarebbe un\'altra) è stata una bella esperienza, diversa dalle altre volte. Mi ha fatto apprezzare anche la grandiosità della costruzione, con la sua cupola centrale e le altissime torri.
Alle 14 eravamo in hotel per il pranzo. Guerrino aveva la partita Argentina-Lituania, quindi la siesta pre-gara è d\'obbligo in queste situazioni. Anche se il punteggio è stato molto largo a favore della Lituania (ha toccato anche i 30 punti di vantaggio), quando gioca l\'Argentina c\'è sempre da stare con gli occhi aperti. E Guerrino e i suoi 2 compagni sono stati veramente bravi a controllare ogni piccolo particolare, senza lasciare che fossero i giocatori a decidere il metro della gara. Per lunghi tratti, le maggiori responsabilità sono capitate nella zona di Guerrino e lui è stato bravo a prendersele con il giusto timing e responsabilità.
Domani entrambi non siamo designati, quindi ci godremo la gita organizzata per il gruppo degli arbitri in nave nel canale del Bosforo.
Oggi i saluti non possono che essere per Vittorio, che domani festeggia il compleanno. Conoscendolo, chissà in quale luogo sperduto del mondo spegnerà le candeline, visto che il suo lavoro lo porta a viaggiare spessissimo. Vittorio, il mio primo compagno di coppia. Quanti ricordi dal 1979, anno del nostro corso arbitri e delle prime partite. Alcuni bruttini – come dimenticare la partita con rissa a Porto Sant’Elpidio? – altri indimenticabili, come le trasferte a Foggia o ad Ancona con le serate passate con i suoi amici. E poi c’è la prima trasferta a Sulmona, in treno, quando per paura di non arrivare in tempo prendemmo un treno così presto, che arrivati a destinazione ci riposammo come due homeless sulle panchine di Porta Napoli. Poi, quando le nostre strade si sono divise perchè Vittorio ha intrapreso la carriera di giocatore di football, mitici sono gli aperitivi al Caffè Sirena o dopo la partita del “terzo compare”, Alfredo, a terminare la serata da Luciano, sperimentando l\'happy hour non convenzionale. E poi le estati passando 24 ore filate a casa sua, i 15 di agosto.
Quanti ricordi, Vittorio! Essere arrivato fin qui, al Mondiale in Turchia, partendo da quel "marciapiede" - termine rubato ad un\'altra persona speciale della mia vita, Ninì Ardito - è l\'emozione più grande che provo ogni qualvolta il mio libro dei ricordi si apre e, come per incanto, inizia a ricordarmi episodi nascosti in un angolo del mio cuore, perché è lì che sono gelosamente custoditi e lo saranno per sempre.
Caro Vittorio, se leggi il diario, sappi che qui siamo controllati. Nel nostro albergo girano diversi giornalisti spagnoli ed argentini. Quindi… "nada de nada". Ma stasera, per festeggiare il tuo compleanno, ho fatto uno strappo alla regola. Che tu ci creda o no, mi sono fatto portare una birretta e l\'ho nascosta sotto il tavolo. Alla tua salute, Compà. Ai tuoi anni, che poi sono anche, quasi i miei e, come diciamo sempre… “alla faccia di chi ci vò male".
Un saluto a tutti. A domani.
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