Così non va. E’ lampante.
La terza giornata della LegaA ha aperto il “Giro di Lombardia” della New Basket Brindisi: Cremona, la capolista Milano e Varese, che ha sconfitto Siena (è una notizia, e che notizia). Il match inaugurale del trittico di fuoco stoppa le belle parole piovute sulla formazione biancazzurra all’indomani della vittoria contro la Virtus Bologna. La New Basket s’inchina alla Vanoli evidenziando due problemi che appaiono come costanti da cancellare il primo possibile.
Le palle perse.
Regalare 22 attacchi agli avversari, undici dei quali consegnando - nel senso più puro della parola - il pallone nelle mani dei lombardi è peccato capitale per qualsiasi formazione. Cremona ha trasformato in 22 punti i regali pre-natalizi concessi dagli uomini di Perdichizzi: su uno scarto finale di 7 punti, è superfluo commentare oltre il peso assunto da questa voce statistica nella sconfitta. Il numero di possessi concessi è una costante delle prime tre giornate (20 di media), camuffato solo contro le “V nere” dal dominio a rimbalzo (contro Cremona non è stato così netto). Perché accade questo? Semplice mancanza di completi automatismi? Di certo è un’aggravante, meno plausibile sia solo questa la chiave.
Radulovic-Bavcic.
A Roma, la coppia mise insieme cifre catastrofiche (3 punti, 5 rimbalzi, 1 stoppata subita, 4 perse, 4 recuperi, 3 di valutazione), cosa che si è puntualmente ripetuta nell’ultima uscita casalinga: 3 punti, 1/6 al tiro, 8 rimbalzi, 3 palle perse, 1 recupero, 1 di valutazione. Cifre ben al di sotto della sufficienza, soprattutto se al rendimento offensivo si aggiunge il dato riguardante i diretti avversari dei due slavi. Al PalaLottomatica Dasic è risultato tra i migliori in campo, in casa una mano decisiva al successo cremonese è giunta da Marko Milic, autore di 20 punti col 58% dal campo, conditi da 5 rimbalzi e altrettanti recuperi. Oltre a non colpire in attacco, i due balbettano e non poco anche in difesa. Contro Bologna lo spessore della loro prova era stato di tutt’altro tenore, e il risultato di quella sfida parla chiaro. Non sono di certo i soli colpevoli dell’altalena adriatica, ma in un ruolo tatticamente chiave come quello di ala forte, Brindisi ha ora come ora un gap soprattutto fisico non indifferente. Domenica a Milano l’Armani non avrà Pecherov e Bucchi deve ancora rimettere in sesto Petravicius. Quindi Maciulis, oltre ad agire da tre, sarà costretto agli straordinari nel ruolo di ala forte: una buona prova dei due significherebbe punzecchiare uno dei pochi nervi scoperti della capolista. Vedremo.
L’unica nota positiva della seconda partita interna di Brindisi è rappresentato dall’esordio di Roberson: mano caldissima, buon ritmo difensivo (cerca sistematicamente l’anticipo, mi piacerebbe togliere il sistematicamente ma è d’obbligo) e possibilità di divenire il vero trascinatore, visto che Diawara è ancora lontano dall’essere il leader del gruppo: disabituato a minutaggi altissimi, a grosse responsabilità e a variare il suo gioco, il francese ha arrancato parecchio contro Drozdov, non potendo sfruttare appieno il suo potenziale fisico perché ben limitato dall’ucraino. Il faccia a faccia con Hawkins e Maciulis è l’occasione per il riscatto: Brindisi, ora come ora, ne ha assolutamente bisogno.
Al Forum, Giuliano Maresca, uno dei tanti giocatori comuni a Brindisi e Roseto, taglierà il traguardo delle 100 presenze in A. Cosa si dice in questi casi? Auguri, congratulazioni? Non lo so, speriamo solo festeggi nel miglior modo possibile. Dopo anni di sofferenza per i problemi al ginocchio, se lo merita.