Nel 1998 eravamo disperati perché non vincevamo più il massimo titolo europeo per club da dieci anni.

Il 23 aprile la Virtus Bologna pose fine al decennio maledetto, conquistando l‘Eurolega  a Barcellona, contro l’Aek Atene con un punteggio che faceva orrore: 58-44.

 

Persa la finale dell’anno successivo a Monaco contro lo Zalgiris e persa la finale di Saporta del 2000 contro i vendicativi greci, Bologna vinse l’Eurolega del 2001 (e perse in casa la finale del 2002).

 

Tirando le somme, sono dieci anni che un club italiano non torna sul trono europeo.

 

Ci sono state bastonate tremende come quella subita dalla Fortitudo a Tel Aviv ne 2004, dopo che una stagione prima Treviso si era immolata in casa del Barcellona. Poi, zero assoluto.

 

Dieci anni dopo l’ultima vittoria italiana, Siena ci riprova, partendo da un primo appuntamento con la bestia nera Panathinaikos. Non ho pronostici, ho speranze, principalmente per una finale Real-Siena con due allenatori italiani.

 

Vincesse Siena sarebbe un trionfo tricolore e stoppo subito l’opposizione di chi dice che la Montepaschi non è squadra italiana se non in maniera minoritaria, perché nemmeno la Virtus del 1998 lo era, avendo solo Abbio, Frosini e Binelli (in ordine di incidenza) come giocatori di peso e Crippa e Morandotti di prezioso riporto. Già, erano comunque cinque su dieci, ma il vero peso della decadenza generale è che il completamento della squadra era fatto da Danilovic, Savic, Rigaudeau, Sconochini e Nesterovic.

 

Leggete i roster di tutte le squadre di Serie A di quest’anno, tifiamo tutti Siena e speriamo che riporti la coppa in Italia, ma anche fosse lasciamo stare i paragoni con il passato. In fondo l’Italia di calcio che ha vinto i Mondiali del 2006 era infinitamente più “trista” di quella del 1982.