Serie A – Banca Tercas Teramo
LINO PELLECCHIA ‘CHIAMA’. GLI RISPONDERANNO?

Due settimane fa, Lino Pellecchia chiese due settimane di tempo per saldare gli stipendi. Il punto ad oggi, dopo l’intervento telefonico del Presidente a Passione Basket.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Mercoledì, 08 Febbraio 2012 - Ore 23:55
Il Buran - vento gelido che viene dall’Est - ha congelato l’Italia. Fregandosene se i nostrani e novelli esperti di maltempo lo chiamano “Burian”.
La buriana è un’altra cosa. E può avere anche accezione non meteorologica.
 
A Teramo, ad esempio, c’è Buran nelle strade e buriana in Via De Albentiis, dove il buon Lino Pellecchia (che non vorrebbe farsi scorticare vivo per salvare il basket cittadino) sta provando a giocare “due campionati in uno”. E cioè: uno sul campo; due per quanto concerne i bonifici da fare, chiudendo alla bell\'e meglio – una toppa dopo l’altra – l’enorme buco di perdite pregresse gravanti sulle spalle del Teramo Basket.
 
Martedì 24 gennaio 2012, Lino Pellecchia ha preferito rendere pubblico il momento di difficoltà dagli schermi di Teleponte, ospite della trasmissione “Basket & Basket” di Rino Orsatti. Noi di ROSETO.com ne scrivemmo mercoledì 25 gennaio 2012.
 
Pellecchia parlò di sponsor in arrivo e crediti da riscuotere quantificandoli in circa 540.000 Euro. Disse poi dell’enorme zavorra dei debiti, ma in quel caso non ebbe voglia di ipotizzare cifre. Anche perché – sempre stando agli spifferi di buriana – pare che i debiti possano essere oltre una dozzina di volte i crediti… forse.
 
Insomma, l’imprenditore teramano – con gesto leale e schietto – ha reso pubblica la cosa e due mercoledì fa è andato al PalaScapriano a parlare con la squadra.
Il suo gesto è stato molto apprezzato, dicono gli spifferi del PalaScapriano, soprattutto se confrontato a passate prese di posizione di chi non solo non pagava, ma pure si arrabbiava.
 
A Teramo – onore a loro in quanto società, ma non va bene per la crescita di un intero luogo in cui fare basket di vertice – sono sempre stati bravi a lavare i panni sporchi in famiglia. Mitica la storia di quel centro statunitense che si ribaltò con la macchina prestatagli da un amico – tornando da un pub di Giulianova – e non volle pagare i danni (la cosa si seppe solo quando la questione prese la strada della giustizia ordinaria).
 
Ma lavare i panni sporchi in famiglia quando si è un “bene pubblico”, alla lunga (e se le cose vanno male) serve soltanto a creare un “ohhhh” generalizzato ed incredulo – anche da parte di tanti “addetti ai lavori” (e a volte “ai livori”) che ululano come tante vergini – da parte dell’opinione pubblica, quando poi è il momento di scoprire le ferite per medicarle. E la mano pietosa, come sappiamo, rese la ferita cancrenosa. Per tacer dei danni che provocano ipocrisia e corruzione (morale e materiale).
 
Per cui giova dire la verità e Lino Pellecchia ha deciso di dirla. Almeno quella che può dire.
Già, perché la verità nella pallacanestro – in tutta la pallacanestro, soprattutto quella di vertice – è una questione di livelli progressivi. Vedremo fin dove il Patron deciderà di arrivare.
 
Da quanto ne sappiamo, a Teramo stanno provando a fare i miracoli, giocando un torneo con un budget bassissimo (forse l’ultimo di tutta la Serie A?) e con le caviglie zavorrate da qualche milione di euro (sotto i 10, sopra i 5) di debito pregresso da gestire. Roba da trapezisti senza rete.
 
Quali novità, ad oggi?
 
Intorno alle ore 21, Lino Pellecchia – Presidente e Patron del Teramo Basket – è intervenuto telefonicamente alla trasmissione televisiva “Passione Basket”, condotta da Enrico Giancarli, in onda su Rete 8.
 
Il Presidente ha fatto alcune precisazioni molto importanti, soprattutto se lette in filigrana.
 
Innanzitutto, Pellecchia ha tenuto a precisare: “Noi non chiediamo soldi a nessuno, noi abbiamo crediti certi ed esigibili (circa 540.000 Euro, n.d.r.) che aspettiamo che la Banca Tercas ci renda liquidi e stiamo trattando anche un nuovo sponsor”.
 
Quindi, circa i problemi a sbloccare la somma, Pellecchia ha precisato: “Banca Tercas ha chiesto precisi impegni sul rientro del debito pregresso e ci ha convocati (a Pellecchia e agli altri due soci della passata gestione e cioè Antonetti e Biancacci, n.d.r.). Io ho fatto quel che dovevo fare e domani mi vedrò con il Presidente Lino Nisii. Spero che anche gli altri ex soci abbiano fatto quanto la banca chiedeva loro, così potremo disporre delle somme e pagare gli stipendi, altrimenti sono molto preoccupato circa il futuro della società, perché – se non pagati – alcuni giocatori, soprattutto gli americani, potrebbero decidere di non restare a Teramo”.
 
A precisa domanda del sottoscritto circa la posizione dei due ex soci, Pellecchia ha risposto: “Io sono stato convocato domani da Banca Tercas da solo. Non so cosa hanno già fatto con la banca o cosa faranno gli ex soci. Io so quello che ho fatto io e cioè aderito alle richieste della banca. Spero che anche loro abbiano fatto lo stesso, perché è importante per il futuro del Teramo Basket”.
 
Insomma, la situazione è abbastanza chiara, anche se letta in filigrana.
 
Lino Pellecchia tiene a sottolineare che il “suo” Teramo Basket (il Teramo “2.0”) è in salute, non deve chiedere aiuto a nessuno e può restare sul palcoscenico del basket che conta.
 
Poi “chiama” – o, se preferite, lancia messaggi – ai due suoi ex soci del Teramo “1.0”, dicendo che lui è “a posto” con la banca e che adesso sta a loro. Il messaggio, neanche tanto in codice, suona più o meno come: io mi sono cappiato, adesso tocca a voi.
 
Insomma, riassumendo: se tutti e tre i soci del Teramo Basket “1.0” dovessero dare a Banca Tercas (che questa estate ha salvato il basket a Teramo, insieme a Lino Pellecchia) le garanzie che l’istituto di credito chiede, il “miliardozzo” di passate lire che è in ballo potrebbe essere sbloccato e i pagamenti ai dipendenti effettuato.
 
Dice: ma perché Banca Tercas, se ha questi soldi da sbloccare, non li sblocca? Beh, evidentemente perché il Teramo Basket “1.0” deve rientrare di una considerevole somma e la banca non vuole o non può più aspettare.
 
Insomma, Lino Pellecchia “chiama”, lancia messaggi, tiene a far sapere all’opinione pubblica che lui ha fatto e fatto molto che adesso sono altri – che, paradossalmente, non ci sono più – a dover fare. Questo, almeno, sembra essere il messaggio. Fuori dai salamelecchi.
 
Pellecchia si dice preoccupato se le cose non si bloccheranno entro – diciamo – i prossimi due giorni.
 
Potrebbe cioè darsi che gli americani inizieranno a non allenarsi, pur stando bene. E’ una forma di sciopero che a Roseto conosciamo bene, con gli stranieri seduti in panchina con le scarpe indossate, ma slacciate.
 
Saltare un allenamento è comunque il meno. Il problema vero è che, se non arrivano i soldi, alcuni giocatori – quelli in grado di avere mercato – potrebbero schiodare e lasciare la squadra, alla ricerca di un lavoro retribuito.
 
Anche perché non dimentichiamo – nessuno lo dimentichi, soprattutto gli addetti ai lavori (e ai livori) – che quando nel basket professionistico si parla di “stipendi pagati”, in questi tempi di “crisona” si parla di pagamento di quanto dovuto a termini di contratto depositato in Lega. E anche il Buran – nonostante venga dalla Russia – sa che il depositato in Lega è di norma il 30% del dovuto, mentre un altro 70% (ma ci sono anche gestioni 40-60) è “immagine”: una forma edulcorata per non usare il colore del lutto.
 
Quindi, ammesso che i soldi arrivino, è giusto che l’opinione pubblica sappia che nel basket professionistico (con rarissime eccezioni) il concetto di riscossione di stipendio è un concetto elastico.
A quale lavoratore farebbe piacere riscuotere il 30% di quanto gli spetta, sentendosi poi dire che è stato “pagato”?
Così, giusto per saperle le cose…
 
Ma chiudiamo la divagazione nei problemi generali del basket e torniamo a Teramo.
 
Il nodo – a livello economico – pare quindi stia nella posizione del Teramo Basket “1.0” in seno alla Banca Tercas; istituto di credito che però è pure lo sponsor principale del Teramo Basket “2.0”.  La banca del Presidente Nisii pare voglia garanzie sulla copertura del debito pregresso da parte dei tre soci del Teramo “1.0” e cioè: Carlo Antonetti, Antonio Biancacci e lo stesso Lino Pellecchia.
 
Cosa succederà?
La banca farà un ulteriore sforzo per non compromettere il proprio buon nome quanto a sponsor? Potrebbe essere, ma ricordiamoci dei vincoli bancari e del periodo di crisi incombente sull’intero sistema paese.
I soci – tutti e tre i soci – daranno garanzie sul debito passato, sempre ammesso e non concesso che sia questa al richiesta della banca?
 
C’è un fine settimana per provare a sbrogliare la matassa. Un week-end nel quale il Teramo salterà la sua seconda partita, in trasferta ad Avellino, causa Buran.
 
Restiamo in attesa di sviluppi e – possibilmente – tempi migliori. Sia a livello di Buran sia a livello di buriana.
 
 
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Mercoledì 25 Gennaio 2012
Serie A – Banca Tercas Teramo
LINO PELLECCHIA: “MOMENTANEA CRISI DI CASSA”.
Il Numero Uno del Teramo Basket fa il punto sulla situazione economico-finanziaria del sodalizio cestistico abruzzese, che a livello di costi gioca “2 campionati in 1”.
 


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