CATANIA 70
PESCARA 60
Parziali 14-19; 16-11 (30-30); 20-15 (50-45); 20-15 (70-60).
CATANIA: Guerri 12 (tr.4), Ferlito 8 (tr.1), Gambino 11 (tr.1), Bellomia, Grima 14 (tr.2), Terranella, Gambuzza 2, La Manna 7, Accolla 4, Villarruel 12 (tr.1). Coach A. Bianca, assistente D. Parisi.
PESCARA: Marino 3, Caso 7, Mauri 5, Servadio 20 (tr.2), Domanin, Procaccini 14 (tr.1), Giampietro, Sciarretta, Moscatello, Scoglia 11. Coach Maurizio Schiazza, assistente Marco Franceschini.
«E ora scrivete questo nome con 3 “A” maiuscole: l’AdriAticA è in serie A3. Il progetto Basket Rosa Pescara ha raggiunto l’ambito traguardo nonostante la sconfitta in gara 2 dello spareggio promozione contro il Catania, fuori casa. Il 70-60 non è bastata a Villaruel e compagne per ribaltare il 60-43 subito all’andata. Per le pescaresi un sogno che si avvera. Ora ci sarà da programmare una stagione stimolante, ma soprattutto durissima, non solo sul piano tecnico e atletico, ma anche sotto quello economico e gestionale».
Dopo nemmeno 20 minuti dal fischio finale, è un superprofessionale Marco Taglieri di Sportag.it che nel suo articolo sulla partita riesce a sintetizzare il successo delle Tigri Rosa. Un successo che riporta il basket pescarese ad un livello certamente più consono.
Gli fa eco Luciano Rapa su Forzapescara.tv: «Felicità Pescara, l'Adriatica è in A3!!! Mai sconfitta ha avuto un sapore tanto dolce: l'Adriatica Basket Pescara, pur uscendo sconfitta dal parquet della Rainbow Catania per 70-60, riesce nell'impresa di salire di categoria. E' A3 per il Progetto Basket Rosa pescarese che in due stagioni, oltre ai brillanti risultati a livello di settore giovanile, ha costruito un vero e proprio capolavoro».
Complimenti anche da Catania che, nonostante un'ottima prova in questa gara 2, oltre alla comprensibile delusione, sono venuti gli applausi per una serie A3 davvero strameritata: «Altrettanti complimenti alle abruzzesi, brave a costruire praticamente in gara 1 una fetta di promozione, senza dimenticare la sostanziale correttezza e sportività di uno spareggio promozione che, a prescindere dal risultato, ha regalato emozioni per ottanta minuti».
La partita.
Parte forte Pescara che domina sotto le plance ed impone il suo gioco in attacco ed è efficace in difesa. Alla prima sirena è 15-19 per le Tigri Rosa di coach Schiazza che tengono sotto gli artigli le etnee. Ma, come abbiamo già detto nel commento di gara 1, la Rainbow non è arrivata in finale casualmente. E' squadra forte, eccome, e, pian piano, costruisce una rimonta davvero straordinaria.
Il secondo quarto si apre con un 6 a 0 per le locali, per il sorpasso Rainbow sul 20 a 19. Le siciliane difendono meglio e ribaltano con efficacia. Pescara risponde con ordine e una discreta precisione in attacco. Si procede così in sostanziale equilibrio per il 30 pari dell’intervallo che lascia immutato il vantaggio di 17 lunghezze per le Adriatiche.
Il terzo quarto vede l'intensificarsi degli sforzi del Catania che, con un parziale di tempino di 20-15, porta il punteggio sul 45-40 e comincia a credere di più nelle possibilità di rimonta. Pescara non riesce a spegnere il fuoco etneo, nemmeno quando si porta sul 53-50 a 6 minuti dalla fine, grazie ad un ingenuo ma evidente fallo difensivo delle catanesi che spedisce Serena Scoglia in lunetta per un 3 su 3 che vale oro. Infatti le esterne etnee prendono a connoneggiare da tre e, diversamente da quanto accaduto in gara 1, Villaruel, Gambino, Ferlito e, soprattutto Guerri, non ne sbagliano una.
Per la prima volta in tutto il campionato, sul punteggio che, a poco meno di 2 minuti dal termine è sul 66-53, il timore prende a salire ed è palpabile tra le pescaresi, soprattutto quando si registra un insolito 0 su 4 di Servadio dalla lunetta, una sequela di errori su tiri apparentemente facili che, invece, non vanno più a segno, nemmeno da sotto o con entrate non difficili che le pescaresi, purtroppo, non riescono a concretizzare.
Ma nemmeno Basket Rosa Pescara è arrivata in finale casualmente e, proprio quando il vantaggio complessivo tra le due partite si riduce ad un poco rassicurante +4, le Adriatiche riprendono il controllo della gara, nonostante il veemente serrate finale delle bravissime avversarie che, tuttavia, sia per bravura delle abruzzesi, sia per la mancanza di forze fresche proprio nella cruciale fase di pressione finale, non riescono ad andare oltre.
Tocca a Camilla Servadio levare alto il suo "ruggito", allorquando dapprima piazza un triplone da distanza siderale e poi si guadagna un fallo grazie ad una delle sue inarrestabili penetrazioni, con un 1 su 2 nei susseguenti liberi comunque prezioso. Le rispondono le altre Tigri del branco che fanno quadrato, anzi pentagono, ossia Caso, Scoglia, Mauri, Procaccini e Domanin, tanto per citare le attrici delle battute finali, senza nulla togliere a Marino, Sciarretta e Moscatello, meno utilizzate ma comunque protagoniste. Catania va ancora a segno, ma il Pescara riesce a contenere fino al termine le sfuriate delle siciliane per un -10 finale che vale ugualmente la promozione.