Skerdi Cumani, Emanuela Di Marco e Domenico Faragalli festeggiano la Supercoppa vinta a Livorno.
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Intervista al preparatore fisico della Pallacanestro Roseto, che parla della preparazione della squadra.
Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 23 Novembre 2024 - Ore 12:00
Per non sprecare i muscoli e per allenarli, ci vuole cervello.
Nella Pallacanestro Roseto, ancora imbattuta dopo 14 partite di stagione agonistica (2 di Supercoppa e 12 di campionato), il responsabile della preparazione fisica è il professor Domenico Faragalli.
Al quale è d’obbligo chiedere se si tratta di una partenza sprint voluta e prolungata, oppure è semplicemente la parte iniziale della stagione, pianificata con lo staff tecnico. Faragalli riflette: «Non parlerei di una partenza sprint, bensì di un inizio solido e concreto che è il risultato di un lavoro molto meticoloso, coordinato e condiviso tra tutto lo staff tecnico, fisico, psicologico e terapico. Il frutto di un impegno costante da parte di tutti. E quando dico tutti, intendo anche lo staff dirigenziale e societario. Siamo consapevoli che la stagione è lunga e continueremo a lavorare duramente, a testa molto bassa, per mantenere e migliorare le nostre prestazioni, avendo come obiettivo la condizione ottimale di ogni giocatore in ogni momento della stagione».
Una Serie B che somiglia all’Eurolega quanto a calendario, con 8 turni infrasettimanali, influisce sulla pianificazione della preparazione? Il professor Faragalli chiosa: «Numerosi e ravvicinati turni infrasettimanali richiedono una pianificazione attenta e molto flessibile della preparazione fisica e tecnica. Abbiamo adottato un approccio dinamico e ben bilanciato, ribaltando la visione progettuale. Infatti, ci siamo concentrati molto sul recupero e, ovviamente, abbiamo centellinato la gestione dei carichi di lavoro, per prevenire infortuni e mantenere il livello di prestazione individuale ottimale. Utilizziamo sessioni di recupero attive e monitoriamo costantemente i parametri fisici dei giocatori, per adattare il programma alle esigenze specifiche di ciascun atleta».
La gestione specifica e personale dell’atleta è importante, come osserva il preparatore: «Ogni giocatore ha esigenze e caratteristiche uniche: riconoscerle ci permette di ottimizzare le prestazioni individuali e, di conseguenza, quelle di squadra. Perseguiamo costantemente un approccio personalizzato».
Andando oltre la pura preparazione fisica, un’ultima riflessione si impone sulla “felicità” della squadra, anche nell’affrontare gli sforzi. Domenico Faragalli conclude: «Non la si può quantificare, ma certamente questo gruppo ad oggi ha raggiunto un’armonia, un rispetto e una fiducia reciproca elevata. Le vittorie amplificano questa meravigliosa energia che speriamo di poter conservare il più a lungo possibile, anche perché ci aiuta a superare più rapidamente la stanchezza e i momenti difficili. Insomma: la felicità è un mezzo per raggiungere il nostro obiettivo».
Luca Maggitti Di Tecco
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