Il territorio abruzzese, ancorché ferito dal tragico sisma dello scorso 6 aprile, non mancherà di stupire il viaggiatore per la repentina varietà dei suoi paesaggi. In una calda giornata primaverile, una manciata di chilometri consente di passare dall'aria salmastra, respirata pennellando morbide traiettorie sulla statale litoranea, agli asfalti da sogno di autentiche "prove speciali", disegnate fra le nevi tardive residuate ad un lungo inverno. Insomma, arriva la bella stagione e perché non trascorrerla in sella alle nostre moto ed in questa splendida regione?
ITINERARIO
S. Vito Chietino, S. Giovanni in Venere, Vasto, Furci, Torrebruna, Castiglione Messer Marino, Atessa, Villa S. Maria, Pizzoferrato, Stazione di Palena, Campo di Giove, Pacentro. Sulmona, Pratola Peligna, Vittorito, Popoli, Capestrano, Rocca Calascio, Castel del Monte, Fonte Vetica, Osservatorio del Gran Sasso, Assergi, Mascioni, Campotosto, Terami, Civitella del Tronto.
A Pratola Peligna, Massimo mi permetterà di conoscere ed incontrare il sindaco del centro peligno ed in serata sarò a cena a Vittorito con Cesare Marrama, consigliere comunale, delegato all’emergenza in questo piccolo paese, che come molti della valle Peligna, ha subito danni ma non è rientrato momentaneamente nella lista per gli aiuti per la ricostruzione. Invitato anche il responsabile di zona della protezione civile e parleremo anche con la vulcanica Barbara, proprietaria del b&b che mi ospita per la notte. La sua struttura, ubicata nella parte storica del paese ha subito danni, delle 6 stanze, 3 sono inagibili. Vulcanica come dicevo, una portentosa e solare capacità di progettare e rendere effettive idee per la sua attività ed il paese, già pensa di ampliare ed aumentare il numero delle camere. Un ottimismo contagioso, visiteremo anche le parti danneggiate del suo b&b.
La mattina dopo proseguo la lunga cavalcata abruzzese, costeggiando la riserva naturale Sorgenti del Pescara e la vicina cittadina di Popoli per poi salire lungo i tornanti della omonima cronoscalata automobilistica fino a Navelli, affacciata sull'omonima piana e rinomata per lo zafferano e Capestrano, patria del celebre Guerriero, magnifica statua funebre risalente al VI sec. a.C., ora ospite del Museo Archeologico di Chieti. L’accesso alla piazza giungendo dalla vecchia statale, la nostra, è transennata ma è possibile giungere in piazza con una breve deviazione. L'ascesa ai contrafforti meridionali del Gran Sasso d'Italia continua: il massiccio detiene il primato della vetta più alta degli Appennini, il Corno Grande, che supera di poco i 2900 metri.
Il "nostro" versante ci accoglie dapprima con Calascio e la sua poderosa Rocca, già set cinematografico di una celebre pellicola di ambientazione medioevale. Mi concedo una divagazione fuoristradistica per giungere fino alla parrocchiale di S. Nicola, da lì è un gioco da ragazzi arrivare sino alla Rocca, la più alta della regione e tra le più suggestive. La vista da quassù, nonostante siamo a soli 1464 metri d’altezza, è davvero spettacolare, in bilico su questa rupe con il Gran Sasso che sembra vicinissimo e la valle in basso.
La sterrata non è in buone condizioni, ma seguendo la strada asfaltata si arriva al parcheggio, da cui è possibile salire con una camminata leggermente più lunga, che permette di visitare il borgo antico. Nella parte bassa ed abitata del paese, anche qui, la strada che conduce a S. Stefano di Sessanio è transennata e poco più in basso mi fermo alla cooperativa casearia Gran Sasso. Mi accoglie la signora Giovanna, al lavoro con la figlia. Mentre trasporta in frigo delle ricotte mi spiega che loro hanno sospeso il lavoro solo il 6 aprile. Le pecore e le capre hanno bisogno di continue attenzioni e non c’è tempo di stare a piangersi addosso, ma rimboccarsi le maniche e darsi da fare.
Al contrario di Barbara e dei suoi contagiosi sorrisi, la signora Giovanna, non ride molto, ma nei suoi occhi e nelle sue parole si leggono una determinazione assoluta a voler continuare senza tentennamenti. Il lavoro non manca, anche se le vendite sono scese notevolmente. La cooperativa è formata da 5 soci residenti tutti nella zona, lei è di Castelvecchio Calvisio. Proseguo per Castel del Monte, vero e proprio portone di accesso alla straordinaria piana di Campo Imperatore.
Qui, qualche giorno fa il sindaco ha di fatto imposto diplomaticamente ai suoi concittadini di fare rientro nelle proprie case. La piazza è gremita, il bar è affollato, ma salendo verso la piana la vista che si ha dall’alto del paese vede la torre campanaria della parrocchiale di S. Mauro Evangelista ampiamente rimaneggiata.
Nonostante le numerose visite, lo spettacolo offerto dall’altopiano di Campo Imperatore è costante fonte di meraviglia. Raggiungibile in inverno solo tramite la Funivia del Gran Sasso, si estende per circa 27 chilometri a circa 1500/1600 metri di altitudine, superando i 2100 al suo confine ovest ove sono situati l'Osservatorio astronomico e l'omonimo albergo, noto per aver ospitato nel 1943 la prigionia di Benito Mussolini. Una piccola scheggia di Tibet conficcata nell’Appennino.
Pascolo vastissimo, circondato dalle vette del massiccio, da esso si diramano innumerevoli sentieri e mulattiere, per la gioia di escursionisti e trekkers di ogni abilità. Irrinunciabile per ogni motociclista la sosta presso i punti ristoro nei pressi del bivio che conduce alla pineta di Fonte Vètica, dove si può gustare dell'ottima carne circondati da uno scenario da sogno. E qui mi attendono come al solito Rodolfo e la sua famiglia, macellai di Castel del Monte che gestiscono il ristoro Mucciante. Attendono un gruppo di 30 motociclisti e mi chiedono se ne so qualcosa. Rodolfo mi conferma che l’iniziativa del sindaco è stata giustissima, bisogna vincere i timori di dormire nelle proprie case: “Ormai avevamo ripreso il normale ritmo sociale in paese ma rimaneva da superare il blocco psicologico del trascorrere la notte nel nostro letto. Ce l’abbiamo fatta!”
Il lavoro – e, credetemi, loro lavorano molto - è calato di più del 50% “ma che possiamo fare?” continua Rodolfo “Noi siamo pronti ormai, dobbiamo solo attendere che la gente ritorni.” Determinazione, ancora, sempre.
Il tempo è tiranno, lascio gli altopiani lunari di Campo Imperatore, non prima di avere assaggiato 10 arrosticini ed una fetta di pecorino locale e mi tuffo nella solita e non troppo prudente picchiata verso Assergi, punto più vicino di tutto il percorso alla zona maggiormente colpita dal sisma dello scorso 6 aprile: sono a pochissimi km da L’Aquila e le sue frazioni che in alcuni casi sono state completamente distrutte, ma proseguo in direzione nordovest lungo la ss17/bis fino a raggiungere in una trentina di chilometri il Lago di Campotosto, già Riserva naturale dello Stato per il suo ricco patrimonio faunistico.
Un ultimo sguardo ai vicini Gran Sasso e Monti della Laga e volgo le spalle agli indimenticabili rilievi montuosi abruzzesi per dirigermi prima lungo la SS 80 del passo delle Capannelle, altra splendida punta di diamante del panorama viario regionale e poi verso la 81 per l'ultima tappa dell’itinerario. Attraverso Montorio al Vomano, Teramo e raggiungo Civitella del Tronto. Borgo di grande importanza strategica per il controllo della Val Vibrata è noto per la sua fortezza spagnola, sicuramente la struttura più importante ed imponente di tutto il percorso, splendidamente conservata ed una delle più imponenti opere di ingegneria militare in Italia. Impossibile non notarla, la strada valica un profondo burrone e scende proprio sotto i suoi possenti bastioni. Prime notizie certe su una fortificazione nella zona si hanno nel 1225, quando gli ascolani espugnarono un castello, facente sicuramente parte dei sistemi difensivi del confine appenninico della Val Vibrata. Qui, per chi può, assolutamente da considerare la sosta nell’hotel albergo Zunica, all’interno del borgo antico.
Io invece sono al termine e devo proseguire verso Roseto degli Abruzzi, dove arriverò percorrendo strade secondarie e poco frequentate, punto di arrivo sul mare, comoda per la vicinanza del casello autostradale e di una discreta ricettività turistica.
LANDSAILS Around The World
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Il Mondo in Moto [Giovanni Lamonica]
PUNTATE PRECEDENTI
Venerdì 9 Dicembre 2011
GIOVANNI LAMONICA: L’UOMO CHE GIRA IL MONDO IN MOTO.
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Mercoledì 21 Dicembre 2011
A MARAMURES, NELLA TERRA DEGLI ANTICHI DACI. Europa, Romania, 2005.
Mercoledì 28 Dicembre 2011
SOGNI SUDAMERICANI. America, Bolivia, 2003.
Mercoledì 4 Gennaio 2012
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Mercoledì 11 Gennaio 2012
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Mercoledì 18 Gennaio 2012
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Mercoledì 15 Febbraio 2012
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Mercoledì 22 Febbraio 2012
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Mercoledì 29 Febbraio 2012
DAL CASTELLO AGLI EREMI. Europa, Italia, Toscana, 2009.
Mercoledì 7 Marzo 2012
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Mercoledì 14 Marzo 2012
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Mercoledì 21 Marzo 2012
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Mercoledì 28 Marzo 2012
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Mercoledì 4 Aprile 2012
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Mercoledì 11 Aprile 2012
CENTRO AMERICA: LA TERRA ‘MEGA’. America, Centro America, 2004.
Mercoledì 18 Aprile 2012
LUCE ETERNA. Europa, Scandinavia e Repubbliche Baltiche, 2001.