Sud America: quattro mesi e mezzo, più di 30.000 chilometri, almeno 10 passi oltre i 4.000 metri, un mese e mezzo trascorso oltre i 3.500 metri. Incontri, cordialità, delusioni, sofferenze, miseria. Questo, in due righe, il sunto di una delle esperienze più affascinanti che un moto turista possa sognare. E questo è lo sconclusionato diario, il risultato sgrammaticato del mio vagabondaggio.
PAESI ATTRAVERSATI
Brasile, Argentina, Bolivia, Perù, Cile, Argentina, Uruguay, Brasile.
PRIMA PARTE
126 giorni, una moto a disposizione, la curiosità sufficiente per dare forma ad un progetto avviatosi quasi per scherzo agli inizi di aprile, grazie all’interessamento della rivista e di BMW Italia, per prendere forma col passare dei mesi e diventare realtà agli inizi di novembre. 126 giorni!
Cosa resta dopo tanto peregrinare? La cordialità della gente, l’estrema miseria, a volte anche pericolosa per le sue tristi condizioni, le Ande con i suoi fantastici spettacoli naturali.
Potrei essere estremamente sintetico, o parlare e scriverne per ore.
E’ comunque, sicuramente, la miseria del Brasile a calamitare le mie attenzioni nelle prime 2 settimane di quest’ennesima spedizione sud americana, a parte i soliti immancabili inghippi burocratici.
Dopo i primi giorni ed il primo trasferimento su asfalto destinazione Rio, ho scritto a caldo: “la faccia della miseria in Brasile cammina senza scarpe, con sguardi ostili, tristi”.
Dura da accettare, ancora più dura da comprendere ed ancora più assurdo vedere come la situazione sia ormai un virus che non lascia speranze, propagatosi in tutto il Sud America.
E sarà proprio così, a parte la parentesi cilena che continua a mantenere non senza difficoltà e i primi contrasti sociali, la sua classe media.
Per avere un’idea. Brasile: 170 milioni di abitanti, con una media salariale per famiglia, dico per famiglia, di 1 euro al giorno. Rio e la capitale San Paolo sono strangolate da baraccopoli che si propagano al suo interno come un morbo, tanto da formare uno stranissimo connubio di miseria e benessere spesso a stretto contatto fra di loro.
Ma la situazione non è di molto migliore anche negli altri paesi.
Persino l’Argentina, secondo paese visitato, terra di straordinarie ricchezze minerali, naturali e con una scarsissima popolazione, non è scampata a questo vortice di crisi che sta lentamente diffondendosi in America Latina. L’Argentina, apre un capitolo a cui tengo molto e che mi tocca direttamente. Visitata a cavallo del 2000, l’avevo definita la Norvegia del Sud America. Bellezze naturali tra le più impressionanti del pianeta (Iguazù, il ghiacciaio Perito Moreno, le Ande con L’Aconcagua, la Patagonia, solo per citarne qualcuna!), ricchezze minerali, una terra di straordinaria fertilità, dove nulla è vietato, dall’allevamento alle coltivazioni intensive, una giusta dose di petrolio ed una scarsissima popolazione, da indurre a ritenere di avere scoperto una specie di paradiso in terra, per poi meravigliarsi di come una terra così potesse avere problemi sociali e rimanere increduli ed allibiti dopo 3 anni di fronte ad un vero e proprio disastro economico.
Una terra cosi stramaledettamente piena di ricchezze, ma purtroppo continuamente tradita da una serie impressionante di ladroni che si sono succeduti al governo con una frequenza ed un’assiduità talmente impressionante da stupire perfino il Sud America.
Già perché qui la parola “chorros”, ladrone, assume un significato davvero straordinario.
Corallito, strano nome, ma che qui sanno bene cosa significhi: il dicembre 2001, improvvisamente, dal giorno alla notte, il peso perde più del 50% del suo valore. L’economia argentina sotto il peso dei debiti contratti, subisce un durissimo colpo. Tutte le banche interrompono l’emissione di denaro e bloccano tutti i titoli in portafoglio.
E’ il tracollo!!
I risultati sono visibilissimi: molte attività costrette alla chiusura, disoccupazione, un’inflazione superiore al 25%, anche se non si possono avere dati certi, grazie anche all’emissione di strane obbligazioni, assurdamente emesse dallo stato e dalle varie province, che sostituiscono la moneta corrente, ma che di fatto non hanno nessun valore, a volte anche da una regione all’altra. Lo stato, se così può essere definito, le usa per pagare gli impiegati statali e far fronte ad una parte dei suoi impegni. Le emissioni filateliche hanno più valore!
Solito modo per risolvere, complicandole ancora di più, le cose. Un vero disastro, che mi lascia il cuore gonfio di tristezza e di preoccupazioni per un futuro che io personalmente vedo assai grigio, no peggio.
Le elezioni non hanno risolto le cose credo, con la vittoria scontata della sola corrente presentatasi alle elezioni, il peronismo, E la gente? Passivamente, dopo aver perso molto, in alcuni casi moltissimo, sono in attesa del miracolo.
Soli in pochi casi, ho visto rabbia e consapevolezza della gravità della situazione. Molti chiedono il pugno di ferro, ed in un solo caso, a Baires, un ragazzo di circa 25 anni, mi dice che l’unica speranza sta in un movimento di massa che sposti definitivamente gli equilibri, ma in un paese che sta vedendo letteralmente scomparire la classe media, con il relativo sprofondamento del livello culturale medio, è davvero un problema di non poco conto!
Il viaggio prosegue nella lenta marcia di avvicinamento alle Ande.
Noia, lunghi trasferimenti percorrendo la Pampa brasiliana e argentina, a parte la spettacolare cataratta di Iguazu, che nonostante offra dal lato brasiliano una striminzita passerella di appena un chilometro, riesce ancora una volta ad entusiasmarmi a distanza di 3 anni.
Il ponticello, di misteriosa costruzione, va a finire direttamente nella Garganta del Diablo, la parte più suggestiva ed impressionante.
Un’esperienza allucinante, maestosa e bagnata. Assolutamente da non perdere!
Iguazu, in lingua guaranì, significa “grande acqua”, nome quanto mai appropriato, visto che più di 200 cascate si riuniscono su un fronte di 2,5 chilometri, in mezzo ad un’esuberante vegetazione tropicale. Per il resto sarà pampa, lunga, diritta, piatta.
Dopo Cordoba, in teoria dovrebbe iniziare la parte più interessante e suggestiva del viaggio che mi porterà in Perù, transitando dal Nord del Cile e dalla Bolivia.
La cosa appare subito chiara anche semplicemente osservando la moto, sulla quale oltre ai già ingombrantissimi bagagli, sono adagiate sul retro, con una classe da berlina di media categoria, 2 gomme di scorta, dato che una volta passato il confine sarà praticamente impossibile trovare coperture di questa misura.
Una moto di grandi dimensioni o un’utilitaria dagli spazi contenuti?
E’ un dubbio che assale anche i numerosi interlocutori che mi capita di incontrare per strada.
LANDSAILS Around The World
Il blog di Giovanni Lamonica.
Il diario completo del viaggio e tutte le foto.
Il Mondo in Moto [Giovanni Lamonica]
PUNTATE PRECEDENTI
001 Venerdì 9 Dicembre 2011
GIOVANNI LAMONICA: L’UOMO CHE GIRA IL MONDO IN MOTO.
002 Mercoledì 14 Dicembre 2011
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003 Mercoledì 21 Dicembre 2011
A MARAMURES, NELLA TERRA DEGLI ANTICHI DACI. Europa, Romania, 2005.
004 Mercoledì 28 Dicembre 2011
SOGNI SUDAMERICANI. America, Bolivia, 2003.
005 Mercoledì 4 Gennaio 2012
LE MACCHINE DA PESCA. Europa, Italia, Abruzzo, 2008.
006 Mercoledì 11 Gennaio 2012
IL LAGO D’ARAL CHE NON C’E’ PIU’ E IL CAPITANO IMPAZZITO. Asia, Uzbekistan, 2006.
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009 Mercoledì 1 Febbraio 2012
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010 Mercoledì 8 Febbraio 2012
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011 Mercoledì 15 Febbraio 2012
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012 Mercoledì 22 Febbraio 2012
LA VIA DORATA DI SAMARCANDA. Asia, Turkmenistan e Uzbekistan, 2006.
013 Mercoledì 29 Febbraio 2012
DAL CASTELLO AGLI EREMI. Europa, Italia, Toscana, 2009.
014 Mercoledì 7 Marzo 2012
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015 Mercoledì 14 Marzo 2012
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016 Mercoledì 21 Marzo 2012
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017 Mercoledì 28 Marzo 2012
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018 Mercoledì 4 Aprile 2012
KALLISTE: LA BELLA CORSICA. Europa, Francia, Corsica, 2009
019 Mercoledì 11 Aprile 2012
CENTRO AMERICA: LA TERRA ‘MEGA’. America, Centro America, 2004.
020 Mercoledì 18 Aprile 2012
LUCE ETERNA. Europa, Scandinavia e Repubbliche Baltiche, 2001.
021 Mercoledì 25 Aprile 2012
ABRUZZO, SEMPRE E COMUNQUE. Europa, Italia, Abruzzo, 2009.
022 Mercoledì 2 Maggio 2012
ISLANDA: AI CONFINI DEL MONDO. Europa, Islanda, 2008.