Lino Pellecchia s’è stufato. E vuole mollare tutto.
Logorato da un Campionato di Serie A che lo ha visto praticamente solo sul ponte di comando, progressivamente abbandonato dagli iniziali compagni di viaggio (dal Presidente Pellanera ai soci della famiglia Capasso), è sbottato dopo aver saputo, ieri, che la Banca Tercas non rinnoverà l’accordo di sponsorizzazione per la stagione sportiva 2012/2013. E se la Banca Tercas non è lo sponsor principale della squadra, pagando 1,2 milioni di euro, si mette davvero malissimo.
E allora il placido Lino Pellecchia - che aveva iniziato a lanciare messaggi d’allarme a fine gennaio 2011, con un atteggiamento morbido improntato alla schiettezza ma anche all’ottimismo (si parlava di momentanea crisi di liquidità) - cambia decisamente marcia, arrembando col suo perentorio: “Per me è finita qui”, stufo delle chiacchiere e delle promesse di tutti i suoi interlocutori.
Pellecchia non condivide l’analisi del Sindaco di Teramo, Brucchi, che dopo il colloquio con il Commissario Straordinario di Banca Tercas, Riccardo Sora, telefonicamente gli ha descritto come positivo l’incontro. Perché positivo sarebbe stato se la banca avesse tirato fuori i soldi necessari per oggi – o al massimo lunedì 21 maggio 2012, con sanzione – per saldare una parte di contributi. Invece niente.
La Banca Tercas – sempre mediante il Commissario – parla di un contributo, per il prossimo campionato, da definire in seguito a un piano pluriennale presentato a cura del sodalizio sportivo. Pellecchia liquida la cosa come inattuabile, perché impossibilitato a programmare, se nessuno lo aiuterà.
Così come priva di concretezza appare la cordata di imprenditori, interessata al Teramo Basket ma solo dopo che qualcuno ha saldato i 600.000 euro circa necessari alla chiusura della stagione.
Insomma, un uomo profondamente deluso, incazzato e solo. Come sempre accade – dappertutto – quando un sodalizio sportivo professionistico inizia ad agonizzare.
La città di Teramo ha partorito la piacevole novità del Comitato Teramani per il Basket, che ha avuto il merito di mettere tutti gli attori intorno a un tavolo: squadra, tifosi, istituzioni. Ma, al solito, se non ci sono i soldi parliamo di niente.
Lino Pellecchia oggi è stufo di una stagione che ho la fiaccato, oltre a costargli – sono sue dichiarazioni – 1 milione di euro personali. Certo non glielo ha ordinato il medico di continuare l’avventura del Teramo Basket la scorsa estate, quando tutto sembrava prossimo alla fine e c’era da pagare la “wild card” di 600.000 euro. Certo avrà avuto le sue buone ragioni (che magari fanno rima con personali fidejussioni), ma oggi, evidentemente, non ne può più.
Anche perché “il giocattolo” non gli è costato soltanto il milione di euro di questa stagione, bensì quello e gli altri della quota dei debiti della passata gestione, che si è personalmente accollato, in quota parte insieme agli altri soci Antonetti e Biancacci.
A Lino Pellecchia si potranno rimproverare scarsa vigilanza negli anni in cui il debito pregresso è lievitato a dismisura, eccessivo ottimismo quando ha preso la decisione, nell’estate 2011, di salvare il Teramo Basket, ma di certo non lo si può accusare di non aver pompato soldi dentro un bene che è della città intera.
E Pellecchia, più volte, non ha mancato di sottolineare – anche se sottovoce – che il fatto che molti parlassero, pochi facessero, uno solo pagasse, lo ha non poco infastidito. E qui appare chiaro il suo essere nuovo dell’ambiente sportivo. Un ambiente in cui, purtroppo, tutti parlano, pochi fanno, uno (di solito) paga. Con l’aggravante che la fila di parlatori è spesso lunghissima, pronta a crocifiggere quelli che fino a ieri si osannavano (lo sport è passione e la passione non ha razionalità).
Insomma: Lino Pellecchia sembra aver esaurito entusiasmo e volontà. E prima di esaurire anche i soldi, ha dichiarato che vuole mollare tutto e andarsene in ferie.
Per questo, anche il viaggio di cui ieri si mormorava, diretto a Siena per un colloquio con Ferdinando Minucci, Presidente della squadra di basket del Monte Paschi Siena, è stato rinviato. O forse annullato.
Perché, più che a Siena - a parlare di come tirare fuori soldi per regalare un altro anno un giocattolo a una città - un uomo spolpato, deluso e incazzato è più portato a pensare a una bella spiaggia, magari caraibica, magari in bella compagnia. E poi chi vuole Dio se lo preghi e chi vuole il basket se lo paghi.
Quando la delusione arriva a questo punto – Roseto, nel 2006, purtroppo insegna – le persone che ci hanno messo impegno (e soldi) fino al giorno prima, d’un tratto tendono a voler buttare tutto (acqua sporca e bambino), perché ferite, deluse e gravate da pesi insostenibili.
L’augurio è che a Teramo questo non accada, anche se la situazione è molto delicata e pericolosa per il futuro del basket di vertice in città.
ROSETO.com > Archivio
Martedì 15 Maggio 2012
BANCA TERCAS: FUMATA GRIGIA TENDENTE AL NERO. PELLECCHIA A SIENA DA MINUCCI?
Infruttuoso il colloquio fra il Sindaco Brucchi e il Commissario Sora. Il punto sulla crisi del Teramo Basket, che rischia di sparire dalla cartina del basket di Serie A.