Una regione stato che è un condensato di tutto ciò che può offrire la parte settentrionale del continente africano. Dalle oasi di montagna ai colori abbaglianti dei Chott, i siti archeologici e le prime propaggini desertiche, dalle città storiche e dinamiche alle sue coste. Ed è proprio su questi ultimi 2 dettagli che abbiamo focalizzato le nostre attenzioni.
Cape Bon è un dito proteso nel Mediterraneo, da dove nelle belle giornate è possibile vedere Pantelleria. Sicuramente è la parte più vicina all’Italia che, anche geograficamente, sembra mixare tanta vicinanza. L’itinerario lo percorrerà in senso orario permettendosi alcune curiose deviazioni.
Qualsiasi cosa vi aspettiate da questo piccolo promontorio, resettate l’angolino dei preconcetti e preparatevi a visitare un angolo di Tunisia che forse non le appartiene, per lo meno per come ce lo potremmo aspettare, ricco di campi coltivati, scogliere che si tuffano su un mare blu scuro ed un rispetto per l’ambiente che lasciano piacevolmente impressionati. Davvero un bell’andare per chiudere la giornata arrivando nella città più importante della zona e del capo.
Mi concederò più di una divagazione: le terme di Kerbous con le sue case bianche e la bella baia su cui si affaccia, l’impianto eolico di Sidi Daoud, nei pressi di Zaoulet El Magaiez, lo sperone roccioso di Cape Le Bon da dove è possibile dominare la pianura sottostante per decine di km e le rovine di Kerkouane, per arrivare ad Hammamet in serata.
Tutti conoscono Hamammet e le vicende che l’hanno portata a d ospitare probabilmente il più famoso esule italiano degli ultimi 15 anni. Ma la cittadina è anche bella con una piccola Medina circondata dal suo forte che domina il porticciolo.
La sera all’Hammam conoscerò Nabuil e Hastad. Lavorano entrambi in alcuni negozi della route touristique davanti ai grandi alberghi. Simpatici come la maggior parte dei tunisini, parlano italiano e mi dicono che il giorni dopo il mercato di Nabeul è sicuramente il più importante della zona. E sarà sosta, non programmata ma propizia ad immergersi in un caleidoscopio di colori, profumi, atmosfere tipicamente nord africane, con una temperatura che fa presto dimenticare l’inverno che ancora opprime gran parte dell’Italia.
Dopo una giornata di sosta è ormai ora di proseguire, ma sarà una giornata intensa ma scarsa di km. Inizia tutto con un celo plumbeo che non promette niente di buono ed una temperatura che fa sicuramente rimpiangere i 25 gradi del giorno precedente. Decido di controllare la pressione delle gomme e gonfiarle con il mio inseparabile compressore. Inserisco lo spinotto e… niente, il solito, fastidioso borbottio si è trasformato nel silenzio di qualcosa che non funziona. Controllo lo spinotto elettrico della moto e mi accorgo che i fili dei contatti sono spariti!
Con 2 dinari ed una cooperazione italo-tunisina risolverò il problema con Hammed, proprietario di un elettrauto nel centro di Hammamet. I suoi dipendenti sono indaffarati, lui non parla italiano, io non parlo francese ma la collaborazione è assoluta ed il risultato vincente.
Alla fine come quasi tutti i giorni sarà partenza. Le autostrade tunisine, molto migliorate ultimamente, sono anche diventate a pagamento, facendo sì che la maggior parte del traffico sia dirottato sulle strade statali.
L’idea è di spingersi a sud non prima di aver visitato Takrouna, un villaggio berbero arroccato su uno sperone roccioso che per secoli ne ha fatto una posizione difensiva naturale. Si arriva ad Enfida e bisogna trovare la direzione giusta. Arrivo alla rotonda in paese e prendo a sinistra, ma mi accorgo immediatamente di aver sbagliato. Il tempo di controllare la carta sulla borsa del serbatoio e la Renault 5 che mi precede è lì, ferma in mezzo alla strada cercando di superare un canale di una tubatura che taglia la strada in due: l’infido asfalto tunisino fa il resto e piombo addosso alla macchina rovinando a terra.
La tigre è a terra, ferita e per giunta mi sono slogato una caviglia nel tentativo di reggerla!
Il capannello di curiosi immediatamente riunitosi pare sia più propenso a dare torto all’autista dell’auto. Obiettivamente mi sono distratto solo per un momento!
Il ragazzo, si chiama Smarù, gentilissimo, mi mostra la macchina e le luci posteriori destre completamente distrutte, più qualche graffio alla carrozzeria. Non è un gran danno, ma cortesemente mi fa notare che il tamponatore sono io. Obiettivamente! Ci penso un attimo e, lo so, probabilmente in Triumph diventeranno idrofobi, ma decido per rilasciare la denuncia: stazione di polizia, ufficio dell’assicurazione per la compilazione del CID, abbracci, saluti ed in una mezz’oretta sono nuovamente a cavallo con una freccia nel bauletto e dimenticando completamente il motivo della visita a Enfida: la fortezza di Takrouna.
Comunque la procedura è la medesima che in Italia, quindi niente nervosismi, per i tempi rimango in attesa delle reazioni, spero non troppo furiose, della filiale inglese in Italia.
Non ho un gran morale e la caviglia mi fa discretamente male, il tempo mi ricorda il grigiore di Milano nei tempi migliori e decido di continuare a seguire la costa cercando improbabili spunti fotografici.
Ad un lavaggio intensificherò maggiormente le collaborazioni meccaniche fra Tunisia ed Italia riagganciando la freccia che fra l’altro decide anche di funzionare. Attraverso un’urbanizzazione a macchia di leopardo che avvolge tutta l’area di Sousse e nel tardo pomeriggio arrivo a Mahdia: il piccolo promontorio con le sue case che in diversi punti sono a strapiombo sul mare oltre ad essere rimasto inalterato nel tempo è assai suggestivo. Per secoli capitale del regno dei Fatimidi, fu una delle fortezze più formidabili ed inespugnabili del Mediterraneo.
Ancora oggi la linea divisoria tra la città vecchia e la nuova è costituita dalla porta chiamata “Skifa el Kahla” (il passaggio buio), ricostruzione cinquecentesca dell’originale che gli spagnoli fecero saltare nel 1500. Unico ingresso della città, profonda 10 metri, poteva essere continuamente sigillata da una grata di ferro del peso di 8 tonnellate.
“Così buio, da incutere spavento agli stranieri, sembrando più un covo di assassini che l’ingresso di una città”, scrissero i cronisti del tempo.
Da qui siamo a circa 40 chilometri da El Jem ed il suo straordinario anfiteatro, sicuramente il più spettacolare monumento costruito dai romani in Africa. Visita d’obbligo e prima di raggiungere la destinazione finale dell’isola di Djerba con le sue spiagge e l’acqua cristallina, dopo Gabes, la deviazione alle case sotterranee di Mattata, da un improvvisa impennata alla qualità ed alla panoramicità del percorso.
La strada fino a Medenine è assolutamente spettacolare ed una gioia da guidare, a parte conoscere alcuni dei set cinematografici dove sono state girate alcune scene del film Guerre stellari. Il paesaggio cambia radicalmente e la strada segue questa geografia tormentata. Davvero bello!
L’arrivo è ormai prossimo. L’isola di Djerba è famosa sin dal tempo dei romani che edificarono il terrapieno che ancora oggi la mette in comunicazione con la terraferma. Vanta, a detta di molti alcune delle spiagge più belle del Mediterraneo.
Ciò ha reso sì il proliferare di “zone touristique” un po’ ovunque, complessi alberghieri che ne hanno intaccato la vecchia immagine di paradiso balneare. Ma la legge del turismo di massa detta le sue regole ed i numeri sono davvero impressionanti con un’affluenza di qualche milione di turisti. Fuori stagione è comunque un bel posto dove trascorrere qualche giorno facendo bagni in un mare azzurro, concedendosi camminate sulle sue spiagge bianche e svagando la mente, soprattutto quando da noi l’estate è ancora lontana.
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Il Mondo in Moto [Giovanni Lamonica]
PUNTATE PRECEDENTI
001 Venerdì 9 Dicembre 2011
GIOVANNI LAMONICA: L’UOMO CHE GIRA IL MONDO IN MOTO.
002 Mercoledì 14 Dicembre 2011
LA STRADA NEL DESERTO. Africa, Libia, 2006.
003 Mercoledì 21 Dicembre 2011
A MARAMURES, NELLA TERRA DEGLI ANTICHI DACI. Europa, Romania, 2005.
004 Mercoledì 28 Dicembre 2011
SOGNI SUDAMERICANI. America, Bolivia, 2003.
005 Mercoledì 4 Gennaio 2012
LE MACCHINE DA PESCA. Europa, Italia, Abruzzo, 2008.
006 Mercoledì 11 Gennaio 2012
IL LAGO D’ARAL CHE NON C’E’ PIU’ E IL CAPITANO IMPAZZITO. Asia, Uzbekistan, 2006.
007 Mercoledì 18 Gennaio 2012
PATAGONIA EXPRESS. America, Cile, 2000.
008 Mercoledì 25 Gennaio 2012
MURMANSKAYA, INSEGUENDO IL SOLE DI MEZZANOTTE. Europa, Russia, 2001.
009 Mercoledì 1 Febbraio 2012
PRIMAVERA IN TRINACRIA. Europa, Italia, Sicilia, 2009.
010 Mercoledì 8 Febbraio 2012
IL RICHIAMO DEL GRANDE NORD. America, USA, Alaska, 2000.
011 Mercoledì 15 Febbraio 2012
TUNISI: LA CITTA’ CAPITALE. Africa, Tunisia, 2006.
012 Mercoledì 22 Febbraio 2012
LA VIA DORATA DI SAMARCANDA. Asia, Turkmenistan e Uzbekistan, 2006.
013 Mercoledì 29 Febbraio 2012
DAL CASTELLO AGLI EREMI. Europa, Italia, Toscana, 2009.
014 Mercoledì 7 Marzo 2012
CONQUISTADOR Y CONQUISTADO. America, Messico, 2009.
015 Mercoledì 14 Marzo 2012
I BALCANI. Europa, Bulgaria, 2005.
016 Mercoledì 21 Marzo 2012
PATAGONIA EXPRESS 2010. America, Cile e Argentina, 2010.
017 Mercoledì 28 Marzo 2012
IN ALTA TUSCIA, NELLA TERRA DEGLI ETRUSCHI. Europa, Italia, Alta Tuscia, 2010
018 Mercoledì 4 Aprile 2012
KALLISTE: LA BELLA CORSICA. Europa, Francia, Corsica, 2009
019 Mercoledì 11 Aprile 2012
CENTRO AMERICA: LA TERRA ‘MEGA’. America, Centro America, 2004.
020 Mercoledì 18 Aprile 2012
LUCE ETERNA. Europa, Scandinavia e Repubbliche Baltiche, 2001.
021 Mercoledì 25 Aprile 2012
ABRUZZO, SEMPRE E COMUNQUE. Europa, Italia, Abruzzo, 2009.
022 Mercoledì 2 Maggio 2012
ISLANDA: AI CONFINI DEL MONDO. Europa, Islanda, 2008.
023 Mercoledì 9 Maggio 2012
SUDAMERICANA. America, Sud America, 2003.
024 Mercoledì 16 Maggio 2012
TRIPOLITANIA. Africa, Libia, 2006.
025 Mercoledì 23 Maggio 2012
50 ANNI: DIMOSTRARLI TUTTI E FREGARSENE! Europa, Istanbul, 2012.
026 Mercoledì 30 Maggio 2012
BLOCCATO IN UZBEKISTAN. Asia, Uzbekistan, 2011.
027 Mercoledì 6 Giugno 2012
IN MOLISE PER LA CARRESE. Europa, Italia, Abruzzo, 2005.