Ciao a tutti.
Per prima cosa, ringrazio Luca che mi permette di scrivere su questo sito. Sono certo che lui non immagina che emozione grande possa essere per me! Grazie di cuore.
Se potessi tornare indietro a 343 giorni fa, direi che ero sicuro di quello che dicevo, anche se molti, compreso il protagonista, mi prendevano per scemo: Luigi Lamonica, arbitro delle Olimpiadi di Pechino 2008, farà anche le Olimpiadi di Londra 2012.
Impossibile, mi dicevano. E invece io ho sempre sostenuto che “Impossible is Nothing”.
Da quando ho iniziato ad arbitrare, nell’ormai “lontano” 1998, Luigi Lamonica ha rappresentato (e rappresenta tuttora) per me il prototipo ideale di arbitro.
E’ facile dirlo adesso, nel 2012, quando oramai ha alle spalle, 15 (o più, perdonami se non riesco a tenere i conti!) Finali scudetto, Finali degli Europei, Finali di Eurolega, la Finale dei Mondiali di Turchia 2010, e ora, la seconda Olimpiade… ma io rivendico il fatto di averlo detto tanti anni fa, senza sapere chi fosse quell’omino giovane, con ancora i capelli neri, che arbitrava una delle Finali Scudetto che sarebbero rimaste nella storia della pallacanestro per sempre. Non avrei potuto scegliere modello migliore.
Seguire Luigi è, per me, motivo di grande orgoglio ed emozione, per cui non potevo mancare a Londra.
Quando Luigi mi confermò la sua partecipazione alla sua seconda Olimpiade, mi sono emozionato. La pallacanestro è per me una droga. Ma non nel termine banale e di circostanza: lo è veramente.
Amo la pallacanestro, amo arbitrare perché mi consente di fare nuove scoperte, umane e sportive. Ho visitato città italiane che nemmeno sapevo che esistessero, mangiato cose che nemmeno sapevo si cucinassero in quel modo e conosciuto persone, arbitri, giocatori, allenatori, dirigenti, ufficiali di campo, commissari che mi hanno sempre trasmesso qualcosa di nuovo, esperienze positive e negative (perché, per crescere, servono anche quelle!).
Ma non tutti siamo arbitri di Serie A, né tantomeno arbitri internazionali e così, in Luigi, io vivo le sue esperienze attraverso i suoi occhi, i suoi racconti e mi sembra di viverle anche io con lui.
Il nostro mondo, essendo sportivo, è fatto di vittorie e sconfitte. Un tale diceva che “andando avanti non è importante come colpisci, l'importante è come sai resistere ai colpi, come incassi e, quando finisci al tappeto, se hai la forza di rialzarti”. Io, quando sono andato al tappeto, grazie a Luigi mi sono sempre rialzato. Ma non grazie a qualcosa che Luigi fa specificatamente per me, semplicemente arbitrando ed essendo quello che è.
Caro Luigi, non so se te l’ho mai detto, ma ogni volta che ci vediamo, la carica che mi dai non è paragonabile a niente. Ogni volta che scendi in campo, vivo attraverso i tuoi occhi la partita, l’evento. Quindi permettimi di dire che, tutto quello che hai fatto, ed io ho visto, l’ho fatto “insieme” a te.
Mancano 15 giorni alla mia partenza per Londra, e mentre scrivo qui, sul fantastico sito di Roseto.com, Luigi sta ritirando la divisa ufficiale. Sinceramente, non vedo l’ora che sia il 10 Agosto, quando dall’aereoporto di Fiumicino partirà il mio volo che mi porterà a Londra. Anche se ho già visitato Londra più volte, ogni volta che torno sull’isola della Regina, ho delle emozioni particolari, ma i soliti dubbi: cosa metto in valigia?
Alla prossima.