Matteo, la Legge di Murphy impera! Quarti di Finale contro le Filippine, nelle Filippine, davanti a 22.000 spettatori che faranno il tifo per le Filippine. Sensazioni della vigilia?
«Sta per accadere quello che ho sperato accadesse dal primo giorno: 22.000 persone a tifare per gli altri. Un salutare elettroschock per i miei giocatori, sopratutto per i molti giovani che abbiamo portato qui».
Hai mai giocato davanti a 22.000 spettatori? Altro che “Coppa del Nonno”...
«In arene importanti e piene si, davanti a 22.000 spettatori mai. Riguardo alla definizione di “Coppa del Nonno”, data da un noto dirigente triestino su questa manifestazione, è la conferma che i cretini sono equamente distribuiti su tutto il territorio nazionale».
Temi arbitraggi riverenti, soverchie spinte del pubblico o cosa?
«Temo innanzitutto gli avversari. Una squadra tosta, esperta, che avrà sicuramente dei vantaggi dal giocare in casa. Ma per noi va bene così».
Cosa dirai ai tuoi, novello Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”, prima di entrare in campo?
«Ricordando l’ansia del giovane Al Pacino, prima di Little Big Horn ne “Il piccolo grande uomo”, ricorderò le parole del vecchio capo tribù, pronunciate con una mano sulla spalla del giovane guerriero: “Oggi è un buon giorno per morire”. Sportivamente».
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