A partire dagli anni settanta l’interesse delle televisioni private in ambito locale nei confronti del basket si fece più intenso: varie piccole emittenti avevano preso a realizzare alcuni programmi cestistici, a passare in differita le partite di campionato e coppa o alcuni loro stralci, mentre molti canali radiofonici in onde medie trasmettevano le radiocronache degli incontri della squadra cittadina [1]. Nel 1980 la rivista “I Giganti del Basket”, in collaborazione con la Lega, iniziò la produzione di Sottocanestro, la prima trasmissione televisiva diffusa su scala nazionale attraverso 25 reti televisive private.
Negli anni ottanta cominciarono anche ad essere trasmesse in Italia le partite della NBA americana sui canali della tv privata Fininvest, commentate dall’allora coach dell’Olimpia Milano Dan Peterson, che divenne un’icona televisiva anche grazie al suo ruolo di testimonial negli spot della Lipton. Si trattava di una novità che diede un’ulteriore spinta alla popolarità del basket.
[Dan Peterson commenta gli ultimi istanti della Finale Nba 1986 tra Boston e Houston.]
Un capitolo a parte merita TV Koper Capodistria, conosciuta in Italia come Tele Capodistria, emittente televisiva slovena in lingua italiana, rivolta alla comunità nazionale italiana in Slovenia e di quella slovena in Italia. Alla fine degli anni settanta Tele Capodistria era visibile anche nel nord Italia e lungo la costa adriatica, dove era la terza emittente televisiva più seguita. Il proprio palinsesto dava molto spazio al basket, trasmettendo le partite del campionato jugoslavo, delle coppe europee e dei tornei internazionali, in orari accessibili, dando così a molti appassionati la possibilità di seguire il basket internazionale di alto livello. Le partite erano accompagnate dall’inconfondibile voce di Sergio Tavčar, apprezzato sia per la competenza che per l’ironia delle sue telecronache. Con l’affermarsi delle tv private Tele Capodistria decise di acquistare nuovi ripetitori allargando così la ricezione su quasi tutto il Paese [2].
In un periodo di grandi successi internazionali, il trattamento riservato dalla RAI alle coppe europee era penalizzante: le partite di Coppa dei Campioni dei club italiani venivano trasmesse in differita o in sintesi in seconda serata, la diretta era garantita soltanto nel caso avessero raggiunto la finale. La coppa Korac e la Coppa delle Coppe avevano un trattamento anche peggiore: non venivano trasmesse in diretta nemmeno le eventuali finali delle squadre italiane, ovviamente per la difficoltà di collocamento nel palinsesto di partite infrasettimanali.
[Finale Coppa Coppe 1980: Emerson Varese-Gabetti Cantù. Commento di Aldo Giordani.]
La Finale scudetto del 1983 tra le due metropoli Roma e Milano, seguita dal trionfo europeo della Nazionale a Nantes, segnano forse il culmine della popolarità del basket, anche grazie all’attenzione mediatica che catturarono questi due eventi. Nella stagione 1984/1985 il contratto tra Lega e RAI per la Serie A (comprendente anche gli altri eventi della Lega) ammontava a 338 milioni di lire. In vista della stagione successiva venne firmato un nuovo accordo triennale per complessivi 1 miliardo e 150 milioni. Veniva garantita una partita alla settimana anticipata al sabato, e trasmessa in diretta. Nel contempo venne previsto dalla Lega uno sforzo pubblicitario rilevante: circa 2 miliardi e mezzo di lire in tre anni, con 108 annunci a tutta o a mezza pagina su periodici e quotidiani [3]. Nella stagione successiva si registrò un incremento di ascolto medio delle partite pari al 60,1%.
La stagione 1986/1987 di Serie A vide un picco di audience di 2 milioni e 700 mila spettatori per un incontro e 1 milione e 100 mila di audience televisiva media. Per il campionato successivo la RAI stabilì una collocazione precisa. RaiDue avrebbe trasmesso alle 17.35 l’ anticipo del sabato e RaiUno, nella rubrica Mercoledì Sport, la sintesi dei turni infrasettimanali [4].
Venne firmato anche un contratto biennale con la Sper, che riuniva in un circuito numerose emittenti radiofoniche private, per trasmettere integralmente in diretta le radiocronache delle partite di Serie A (contratto da 240 milioni).
Si chiedeva una maggiore considerazione economica del basket a fronte dell’aumento d’interesse. Il presidente della Lega De Michelis nel dicembre del 1987 dichiarava:
«Fra pochi mesi, al rinnovo del contratto con la Rai, chiederemo dieci miliardi. Tanto vale, oggi, il basket in Tv, secondo un prezzo di mercato da costruire su parametri oggettivi: costo di produzione oraria, audience, confronto col calcio. Oggi la Rai ci dà un miliardo, a spanne dico che il fattore di moltiplicazione è dieci, ma non escludo che la società di auditing che abbiamo incaricato di un’ indagine dica, numeri alla mano, che ci tocca anche di più. E’ finito il tempo dei prezzi simbolici. Il basket vuole fare il salto di qualità» [5].
In vista della stagione 1988/1989 la Lega firmò con la RAI un importante contratto del valore di 50 miliardi di lire per 5 stagioni, favorito dall’influenza del ministro De Michelis nella televisione di Stato. Un notevole afflusso di risorse finanziarie per le società, che probabilmente non vennero gestiti con lungimiranza investendo per il futuro invece che spenderli per il mercato dei giocatori.
La Finale scudetto tra Enichem Livorno e Philips Milano del 1989 segnò un momento in cui il basket entrò prepotentemente nel dibattito sportivo televisivo. Il celebre canestro della discordia in gara 5, arrivato sul filo della sirena e preso per buono dal pubblico livornese e dai media, nonostante non fosse stato assegnato, lasciò negli appassionati più di un dubbio. La sera dopo, la moviola de La Domenica Sportiva fu dedicata da Carlo Sassi all’episodio, il quale non avendo dalle immagini la visione del cronometro, adottò un abile stratagemma. A partire dall’ultima immagine dove si vedeva il tempo, fece contare al tecnico i frame del filmato, ognuno dei quali aveva una durata fissa: in modo tale fu comunque in grado di stabilire il momento esatto in cui scadeva il tempo. Il verdetto televisivo confermò quello del campo: quando scoccava lo zero il fermo immagine mostrava il livornese Forti con le mani protese che doveva ancora ricevere il pallone.
[Gli ultimi 4 minuti di gara 5 tra Livorno e Milano. Commento di Gianni De Cleva e di Franco Lauro da bordocampo.]
NOTE
1.Cit. Saverio Battente – Tito Menzani, Storia sociale della pallacanestro in Italia, Lacaita Editore, p. 213.
2.Nel 1985 si trasformò in emittente commerciale e strinse un’alleanza con il gruppo Fininvest, il quale assunse la gestione della raccolta pubblicitaria per l’Italia con Publitalia 80. In cambio Tele Capodistria gli cedette la propria rete italiana di ripetitori. Nel 1988, in virtù dell’accordo con la Fininvest, Tele Capodistria diventò una televisione interamente sportiva. Il segnale venne sdoppiato: sui ripetitori italiani andarono in onda le trasmissioni in lingua italiana, sui ripetitori sloveni le trasmissioni in lingua slovena. Nell’aprile 1990 le frequenze italiane vennero cedute alla nascente tv a pagamento Tele+. Attualmente opera nell’ambito del servizio pubblico radiotelevisivo della Slovenia.
3.Cfr. De Michelis “Rilanciamo Il Basket”, La Repubblica, 1 ottobre 1985, p. 22. Per la stagione erano in programma undici partite di serie A1 e A2 su RaiDue, dalle 17,35 alle 18,30; quindi una seconda fase, con altre undici partite dalle 18,05 alle 19 su RaiTre. E per il finale di campionato, sempre il sabato e in diretta, sei incontri su RaiUno dalle 18,05 alle 19.
4.Cfr. Basket batte cassa, La Repubblica, 15 settembre 1987, p. 50.
5.Cfr. Walter Fuochi, Casa del Basket prossima ventura, La Repubblica, 30 dicembre 1987, p. 17.
IL BASKET DEGLI ANNI '80
Alcuni momenti televisivi.
Olimpia Milano Campione d'Europa
Secondo successo consecutivo, a Gand nel 1988.
Finale Coppa delle Coppe 1989 Real Madrid-Caserta.
Commento di Sergio Tavcar su TV Koper.
[continua]
ROSETO.com
Stefano D’Andreagiovanni
TUTTI GLI ARTICOLI