La stagione 1990/1991 fece registrare una media di 866.000 telespettatori di media, con una punta di 1.574.000 in gara-5 della finale tra Philips Milano e Phonola Caserta. Partita storica in cui i campani si aggiudicarono il titolo a sorpresa, guidati dagli idoli locali Esposito e Gentile, divenendo la prima squadra del Sud a vincere lo scudetto. Nel frattempo la RAI lanciò la trasmissione Andiamo a canestro, condotta da Franco Lauro, magazine del venerdì pomeriggio che presentava servizi sugli eventi cestistici e i profili dei grandi giocatori.
[L’irriverente risposta dell’infortunato Vincenzo Esposito all’intervista durante gara 5 della finale 1991.]
Nell’estate del 1991 vennero organizzati gli Europei a Roma, con la collaborazione del Gruppo Ferruzzi, creando una grande cornice e coinvolgimento, anche grazie alla Nazionale che vinse l’argento dietro alla Jugoslavia. Le partite degli azzurri, trasmesse in prima serata dalla RAI, raggiunsero in occasione della finale la notevole quota di 3 milioni 817 mila telespettatori, dopo che in altre tre sfide della manifestazione vennero superati i 3 milioni.
[La Finale di Eurobasket 1991 al PalaEur, telecronaca RAI di Gianni Decleva.]
Intanto nel 1990 si era affacciata sulla scena televisiva Tele+, la prima pay-TV del mercato televisivo italiano [1], il cui canale dedicato allo sport Tele+2 acquisì alcuni giornalisti della redazione sportiva della Fininvest (passati a Tv Koper nel periodo di collaborazione con il gruppo di Berlusconi), tra cui Flavio Tranquillo per quanto riguarda il basket, a formare quel nucleo di telecronisti tutt’ora su Sky. Tele+2 oltre a trasmettere le partite del campionato NBA, nel 1991 ideò una rubrica bisettimanale di servizi sulla Serie A, Assist, destinata però a durare una sola stagione.
Le potenzialità di un canale interamente sportivo erano notevoli anche per il basket, in termini di possibilità di approfondimento e qualità e numero degli eventi trasmessi, seppur dietro pagamento mensile, che gli appassionati non avrebbero trovato nelle reti generaliste. La diffusione della pay-tv sarebbe arrivata solo dopo qualche anno [2], con l’adozione della tecnologia satellitare, in grado di allargare la piattaforma di canali disponibili.
La RAI intanto nella stagione 1991/1992 accusò un calo di ascolti dei match cestistici (emblematici gli appena 567.000 spettatori in gara 2 di finale tra Treviso e Pesaro). Venne cancellata dalla Domenica Sportiva Time out, rubrica del basket di almeno cinque minuti a cavallo di mezzanotte, a causa di un audience modesta, a sottolineare una sempre minore attenzione da parte della Tv di Stato, sempre più concentrata sul calcio.
Il grande spettacolo offerto dal Dream Team statunitense alle Olimpiadi di Barcellona del 1992 convinsero l’emittente TeleMontecarlo [3] ad acquisire i diritti per due stagioni in esclusiva della NBA, che potevano essere seguite in chiaro. Sempre la stessa TeleMontecarlo dimostrò interesse anche per il campionato italiano, raggiungendo per la stagione 1992/93 un accordo con la Lega per una seconda partita da trasmettere in diretta la domenica (nel primo pomeriggio anticipando le altre gare della giornata) del valore di 3 miliardi di lire. L’operazione fu favorita dalla RAI che si era opposta ad una concessione dei secondi diritti alle reti Fininvest, verso la quale i club erano inizialmente propensi [4]. Si trattò di una sorta di veto posto dalla Tv di Stato in facoltà di una clausola sul mega contratto quinquennale che giungeva verso la scadenza. Intanto continuava il consueto secondo tempo dell’anticipo del sabato alle 17,45 su RaiDue.
[La telecronaca di Jacopo Savelli su TMC di Gara 6 delle Finals NBA 1993 tra Phoenix Suns e Chicago Bulls.]
Tuttavia, ad una maggiore visibilità, si contrapponevano scelte discutibili della Tv di Stato verso occasioni di grande promozione per il basket, come la mancata diretta della finale di Euroclub (l’ex Coppa Campioni, a cui partecipavano tre squadre italiane) raggiunta dalla Benetton Treviso, confinata ad una differita alle 23.45 su RaiDue provocando non pochi malumori da parte dei vertici federali [5]. Anche le finali tutte italiane di Coppa Korac del ’92 e del ’93 (Roma-Pesaro e Roma-Milano) vennero diffuse addirittura a mezzanotte inoltrata, praticamente senza alcuna visibilità verso il grande pubblico.
Per la stagione 1993/1994 la Lega firmò dopo una lunga trattativa e diverse polemiche il nuovo contratto con la RAI. La Tv di Stato e la sub-concessionaria TeleMontecarlo decisero di dimezzare il budget per i diritti. Inizialmente la base della trattativa era su 9 miliardi annui, mentre dopo il rimpasto al vertice dell’emittente statale si passò ad un’offerta di 4,5 miliardi (comprensiva dei 2 miliardi per i diritti della seconda partita di TeleMontecarlo). I club minori minacciarono una rivolta, ma la mancanza di alternative (la visibilità del basket in Tv era ormai fondamentale per non perdere gli sponsor) portarono il presidente della Legabasket Giulio Malgara ad accettare il ridimensionamento, rassicurato dal neo direttore generale della RAI Locatelli, che dichiarava: «E un taglio sofferto, ma non punitivo: contiamo anzi di migliorare la qualità nell’ esposizione televisiva del basket, promuovendolo nelle nostre rubriche» [6]. Era evidente il venir meno dell’influenza positiva della presidenza De Michelis, travolto dallo scandalo di Tangentopoli, a cui era subentrato Malgara nel 1992. L’importo complessivo, in precedenza distribuito tra le società di A, venne interamente tenuto dalla Lega per la gestione. Si parlava di un mancato introito di 130 milioni per i club minori di A2, mentre i grandi avrebbero perso fino a 450 milioni (inclusi i diritti per le coppe europee) [7].
Nella stagione 1994/1995 al contratto RAI da 1,1 miliardi annuali si aggiungevano la pay-tv Tele+ 2 per i secondi diritti e l’esclusiva sulle coppe (1 miliardo) e RTA (circuito di reti locali Cinquestelle, Odeon e Tivuitalia) per la serie A2 (200 milioni). L’anticipo del sabato passava su RaiTre dalle 17.10 alle 18.45, mentre Tele+2 differiva alle 22.30 della domenica il posticipo delle 20 (criptato e a seguire del posticipo calcistico, anche se le partite dei turni serali infrasettimanali e dei play-off andavano in diretta), oltre al lancio di un magazine settimanale [8]. Tele+ garantiva i match di Euroclub, oltre a quelli più importanti di Korac e di Coppa Europa (l’ex Coppa delle Coppe), in diretta criptata (e replicate in chiaro il giorno seguente). Per la prima volta le squadre italiane avevano una copertura in totalmente in diretta dei propri impegni nelle coppe europee.
[Telecronaca Tele+ della partita di Euroclub 1994/95 tra Virtus Bologna e Olympiacos.]
NOTE
1.Nell’agosto 1990 il Parlamento italiano approva la “legge Mammì” sulla regolamentazione del settore televisivo. Telepiù SpA nasce nell’ottobre 1990 come società formata da Silvio Berlusconi (che però dovrà lasciare a causa della proprietà di altre reti tv), Vittorio Cecchi Gori, Leo Kirch e altri soci minori, ottenendo tre concessioni televisive per una piattaforma televisiva a pagamento in progetto, Tele+. Nel 1996, prima in Europa, ha lanciato una piattaforma televisiva a pagamento per la televisione digitale satellitare. Nel 1997 la francese Canal Plus acquista il 90% della società, mentre il restante 10% resta a Mediaset. L’anno dopo la RAI entra in società con l’1% e Mediaset cede tutto a Canal Plus, controllata a sua volta dalla Vivendi Universal. Nel maggio 2002 il tracollo finanziario della Vivendi porta alla vendita della società a Rupert Murdoch, il quale la fonde con Stream TV dando vita a Sky Italia.
2.Al tempo si trattava di 170mila abbonati ai tre canali ad un costo di 36mila lire al mese, oltre al costo d’attivazione di 150mila lire per il decoder necessario a decriptare il segnale.
3.TeleMontecarlo o TMC è stata la televisione in lingua italiana del Principato di Monaco che divenne negli anni settanta la principale e unica concorrente dei canali pubblici della RAI, essendo una delle televisioni estere in lingua italiana, ricevibili nella penisola italiana. Nel corso degli anni ottanta Telemontecarlo divenne un canale di nicchia, dopo l’ascesa dei canali Fininvest. Nel 1990, ottenne dalla legge Mammì la concessione di trasmettere sull’intero territorio nazionale. La proprietà passò dalla brasiliana Rede Globo al gruppo Ferruzzi per poi finire sotto la gestione Cecchi Gori. Cambiò denominazione in LA7 nel 2001, a seguito dell’acquisizione da parte del gruppo Seat Pagine Gialle.
4.Flavio Vanetti, TMC sconfigge Berlusconi nel “derby” del basket. Decide un veto della Rai, Corriere della Sera, 15 settembre 1992, pag. 37.
5.TMC, che trasmetteva una seconda partita di Euroclub, differì alle ore 21.
6.Flavio Vanetti, Austerità e il basket litiga, Corriere della Sera, 21 settembre 1993 pag. 35. Molto combattivo si dimostrò il Presidente del Trapani Vincenzo Garaffa (che guidava la Sobasa, l’allora braccio finanziario dell’ associazione dei club di A) che dichiarò: “Il dottor Malgara deve capire che i tempi del fascio sono finiti da un pezzo e che certi metodi può usarli, semmai, nelle sue aziende. Non sarò il passacarte di nessuno e non avallerò mai decisioni senza il consenso generale”.
7.Walter Fuochi, Meno Soldi Tv, Il Basket Piange, La Repubblica, 21 settembre 1993, pag. 32. Erano previste in tv 120 partite di campionato: alle 14.45 del sabato, su RaiUno, una intera (e non più il solo secondo tempo), alle 19 sempre sabato su TeleMontecarlo un’altra. Di giovedì, due match di Coppa: alle 22.30, intero, su TMC, dopo le 23 il secondo tempo su Rai Due.
8.Flavio Vanetti, Il basket in crisi si aggrappa al miliardo della Pay Tv, Corriere della Sera, 13 settembre 1994, pag. 41.
IL BASKET DEGLI ANNI ‘90
Alcuni momenti televisivi.
La sigla di “Basket in Diretta”,
il contenitore Rai della diretta settimanale, di Lucio Dalla.
Ettore Messina e Michael Ray Richardson ospiti a “Basket in diretta”
dopo la vittoria della Coppa delle Coppe 1990
Verona-Trieste con Charles Barkley e Scottie Pippen in campo,
trasmessa da Tele+2 con il commento di Flavio Tranquillo.
Il ricordo di Drazen Petrovic
nella trasmissione “Andiamo a canestro” del 1993.
I 48 punti di Djordjevic contro Varese nel 1995/1996,
con commento di Franco Lauro e Dan Peterson.
[continua]
ROSETO.com
Stefano D’Andreagiovanni
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