Centomila chilometri l'anno in auto, trecentomila miglia in aereo. Federico Vione, pescarese, è un uomo da grandi numeri.
Amministratore delegato di Adecco Italia, è anche il capo della multinazionale per l'Est Europa, il Medio Oriente, il Nord Africa e l'India.
Niente male per un classe 1972, nato a Torino da madre abruzzese doc e nipote dell'artista pescarese Vicentino Michetti. Quando Federico ha 8 anni, il padre, dirigente Fiat, viene mandato in Abruzzo per lanciare lo stabilimento Sevel e da allora Vione vive a Pescara con la sua famiglia, composta dalla moglie Antonella, conosciuta ai tempi dell'università alla D'Annunzio durante gli studi comuni di economia, e i tre figli Lorenzo, Stefano e Aldo di 17, 12 e 2 anni.
La sua carriera in Adecco è tanto fulminea quanto irresistibile. Inizia nel 1999 come direttore della filiale di Pescara poi direttore di zona Abruzzo e Molise, quindi account manager del settore farmaceutico. Nel 2002 il salto, in Svizzera da direttore generale di Ajilon, azienda del gruppo focalizzata sui profili manageriali. Dopo 3 anni di crescita, nuova sfida in est Europa, passando in 3 anni da 380 a 1.400 dipendenti. Alla fine del 2008 il rientro in patria, giusto in tempo per combattere la crisi e vincerla, visto che da 5 anni l'azienda è in crescita.
Insomma: un grande manager partito dall'Abruzzo, ma anche un cittadino del mondo che non rinuncia alla sua terra, ai viaggi in moto e a godersi i figli: "Tutti i fine settimana sono a Pescara, con la mia famiglia e i miei amici di una vita".
E ci vuole fatica anche per godersi le poche ore libere, visto che Vione coordina direttamente 3.900 colleghi, mentre indirettamente ne segue 180.000.
Gli ingredienti del successo? "Amo le persone e lavorare in team. Ci vuole etica e soprattutto la voglia di lavorare duro". Il suo stile di leadership? "Faccio io per primo ciò che mi aspetto dagli altri".
Oggi, Adecco dà lavoro in Italia a 30.000 persone ogni giorno, di cui 2.000 in Abruzzo. Logico quindi chiedere a Vione cosa pensi del "Jobs Act" di Renzi: "Un ottimo passo in avanti, che facilita l'ingresso nel mercato del lavoro, offre costi d'uscita certi rendendo il mercato più flessibile e prevede la ricollocazione per i lavoratori che perdono il posto".
Guardando alla situazione del lavoro in Abruzzo, queste le riflessioni del manager: "Non vanno dati incentivi all'assunzione, non ci si sposa per la vita per ricevere un premio. C'è bisogno di politiche attive vere e non ho dubbi che il nuovo dirigente regionale, Di Rino, essendo preparatissimo porterà innovazione ed efficacia. C'è poi bisogno di formazione, non generica ma finalizzata ai bisogni delle singole aziende".
L'ultimo ricordo è per un imprenditore abruzzese, Ercole Cordivari, che per primo lo assunse, come temporaneo nel settore marketing: "Fu un'esperienza unica. Sapevo quanto costavo all'ora, 24mila lire, mi sembrava tantissimo e mi focalizzavo nel creare più valore per il Signor Cordivari, che penso mi abbia dato molto più di quanto non sia riuscito io a dare a lui, che è un eccezionale docente di economia aziendale e manageriale. Mi ha insegnato moltissimo, perché è una persona che ti cattura anche per i suoi valori e l'amore per i suoi dipendenti, la sua azienda e il suo territorio".
Federico Vione riparte per l'India: normale per uno il cui nonno ha realizzato l'elefante di Piazza Salotto a Pescara e che nella vita segue il precetto di Gandhi: "Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo".